Sono diventata smartphone-dipendente. Ho sempre detto no, io non sarò mai schiava del telefonino, e invece ci passo buona parte della giornata. Non cazzeggio solo sui social, non lo uso solo come aiuto per la memoria (ogni volta che non ricordo qualcosa invece di sforzarmi, googolo), ci passo anche le ore giocando.
E spesso mi ritrovo a interrompere la partita, leggere una mail, se è il caso rispondere, riprendere la partita, ricevere un commento, mettere cuoricino o ignorare, dimenticarmi a quale delle ventisei pagine aperte stavo dando retta e pensare che mi ci vorrebbe una vacanza (senza telefono).
Nei miei primi due viaggi in Cina non avevo Internet, usavo solo il wi-fi degli ostelli quando rientravo in stanza, solitamente solo per controllare gli spostamenti successivi. Tra l'altro molti siti non li potevo nemmeno aprire perché erano censurati.
E sono stata benissimo.
Ho provato la sensazione di essere davvero dall'altra parte del mondo. Lontana. Immersa in una cultura completamente diversa, potendo contare solo sulle mie forze (e le mie mappe cartacee, o il mio istinto).
Libera di vivere la mia esperienza senza condividere foto e racconti in tempo reale. Pienamente immersa nel viaggio, senza distrazioni, preferendo il finestrino allo schermo (anche, o soprattutto, in senso metaforico).
Esistono ancora posti così? L'ultima volta, appena sono arrivata a Pechino, ho attivato il VPN quindi ero di nuovo connessa col mondo. Per carità, poter usare google translate in un Paese dove l'inglese è parlato poco (e male) è una comodità, ma dei social avrei potuto farne a meno.
Credo che ogni tanto sia necessario staccare davvero, da tutto.
Disconnettersi per ritrovarsi: il detox digitale in vacanza