Il mio breve viaggio in Sardegna si conclude con il racconto di una gita a Santa Teresa di Gallura e dell'itinerario in auto da Palau a Olbia.
Santa Teresa di Gallura
In quattro giorni sono riuscita a visitare bene la Maddalena e Caprera, con una mattinata a Santa Teresa di Gallura, raggiunta col traghetto da Maddalena a Palau più autobus. L'autobus è una soluzione piuttosto economica per arrivare a Santa Teresa, ed è vero che ci si impiega di più rispetto al proprio mezzo, ma passa da località che altrimenti non avrei visto. Si ferma per esempio in un piccolo borgo (si chiama San Pasquale) dove c'è una chiesa molto bella con un nome particolare: La Madonna che scioglie i nodi. E poi lungo la strada, dato che non dovevo guidare io, mi sono goduta il paesaggio, le caprette nei prati e l'immensa distesa di verde con poche casette qua e là.
Il biglietto dell'autobus costa € 2.50, la fermata si trova al porto di Palau vicino alla biglietteria. Ci sono più linee e il passaggio è a orari fissi. Non ce ne sono molti al giorno, sono stata fortunata perché sono arrivata al momento giusto e ho aspettato solo una ventina di minuti.
Santa Teresa di Gallura ha un centro molto carino, quasi interamente pedonale. A pranzo ci siamo fermati in un emporio di prodotti tipici sardi con annesso ristorante dove ho mangiato per la prima volta i culurgiones, e mi sono piaciuti. Siamo poi andati a visitare la Torre Longonsardo, camminando poi lungo i bordi di quel che resta della antica cinta muraria. Il panorama è splendido, si vedono le Bocche di Bonifacio e la Corsica. Qui c'è anche la spiaggia bianca, che ho solo visto dall'alto perché il tempo non era dei migliori.
Itinerario in auto da Palau a Olbia
Lasciata la Maddalena, che già mi manca, abbiamo preso il traghetto per Palau e da lì abbiamo fatto diverse soste per arrivare a Olbia, dove ci aspettava il volo di rientro.
Prima tappa: Capo d'Orso
Per milioni di anni il vento ha scolpito la roccia creando una forma che assomiglia a un gigantesco orso. Questo monumento naturale è diventato un museo a cielo aperto, c'è un comodo parcheggio con biglietteria (l'ingresso costa 3 euro) dove il cassiere informa i visitatori che il percorso è limitato e non si vede tutto l'orso, ma solo una parte. Chi visita questo luogo per la prima volta, come me, accetta di buon grado l'informazione, ma per chi è stato qui diversi anni fa è un po' una delusione perché all'epoca questa pare che fosse terra di nessuno (o di tutti), ci si arrampicava ovunque, all'avventura.
Io penso che sia una cosa positiva l'aver messo in sicurezza il sito, sia per chi lo visita, sia per preservarne la bellezza è l'integrità. E comunque, nonostante la passerella ben fatta per salire in cima e i cartelli ben visibili di fare attenzione alla testa, sono riuscita a dare una craniata memorabile a uno spuntone di roccia. Le risate di scherno di Lore si sono sentite fino a Palau.
Comunque, tornando all'orso, si finisce proprio sotto alla testa. Da questa prospettiva bisogna lavorare di immaginazione per capire la figura intera, ma quello che mi ha colpito di più è la roccia stessa. In alcuni punti è così sottile che sembra fragile, mentre nell'insieme è imponente, enorme, sembra sovrastare tutta l'isola.
Seconda tappa: Liscia di Vacca e Porto Cervo
Liscia di Vacca è una località sul mare con una bella spiaggia che in bassa stagione sembra disabitata. Ci arriviamo in ora di pranzo ed è praticamente tutto chiuso, anche il grande chiosco ristorante sulla spiaggia è deserto, quindi a parte il mare, bellissimo, non c'è molto.
Ci fermiamo in un bar sulla statale e andiamo a Porto Cervo, un posto da ricchi in cui probabilmente non andrei in vacanza nemmeno se fossi ricca. Che poi probabilmente la gente arriva al porto e sta sulla barca, scende solo per fare un giro nel villaggio turistico dei negozi di lusso e torna su, perché non c'è davvero niente.
La Promenade du Port assomiglia davvero a un villaggio turistico di Sharm el-Sheikh, solo che è uno shopping village con tutte le marche più famose e costose che vi vengono in mente. Il posto sarebbe anche carino se fosse pieno di botteghe artigiane, prodotti locali, spazi artistici. Invece. Non so, a me dà più soddisfazione tornare a casa con un pecorino sardo e una bottiglia di mirto, piuttosto di una borsa di Prada che posso tranquillamente comprare a Milano, avessi soldi da buttare. Ma magari sono io che sono strana.
Terza tappa: Olbia
Olbia invece è davvero carina, con un bel centro pedonale, bei palazzi, locali e negozi. Il Municipio è in una villa in stile liberty e si trova vicino al porto con la ruota panoramica, all'inizio di una bella via pedonale (corso Umberto I). Al fondo della via, dall'altra parte della stazione, c'è la Basilica di San Simplicio, la chiesa più importante di Olbia.
Ad Olbia ci sono i resti dell'acquedotto romano, e se avessi avuto tempo mi sarebbe piaciuto andare a vedere la Tomba dei Giganti sul Monte S’Abe, un monumento funerario di epoca nuragica immerso nel verde, e il Castello di Pedres, un forte medievale costruito su una collina.
Torniamo in aeroporto, lasciamo la macchina e partiamo in orario per rientrare a Torino.
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