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giovedì 3 novembre 2016Aggiornato il:

China trip #3 - Da Nanjing a Qingdao


Diario di viaggio in Cina
12 agosto 2016
Da Nanjing a Qingdao



Stamattina ci godiamo ancora un po' le vie di Nanjing, facciamo un la spesa, andiamo al mercato. Il tempo è bellissimo, c'è un cielo che è una favola. Giriamo un po' senza meta, perché oggi si parte di nuovo ma abbiamo il treno nel pomeriggio e c'è tutta la mattinata a disposizione. Per pranzo mangiamo deliziosi noodles freddi con manzo, germogli, cetrioli e brodo.

Poi torniamo in ostello ad aspettare che sia ora di andare in stazione, che il bello degli ostelli è proprio questo. Puoi restare sui divanetti dell'area comune quanto vuoi, anche se hai già dovuto lasciare la camera e di fatto non sei più un ospite della struttura.



Una bottega che vende la pasta fatta a mano, con un banchetto sorretto da un paio di mattoni
(e non chiedetemi perché ci sono delle scarpe lì sotto). L'aspetto trasandato e poco pulito
interessa poco o niente ai cinesi. L'importante è la qualità.

Cucina esterna di un ristorante (si trova sul marciapiede, non so se di sera la portino dentro,
è facile che resti lì dov'è, dato che sulla sinistra c'è il punto acqua con la bacinella).
Il profumino di quei ravioli fa dimenticare qualsiasi macchia di unto.

Classico ristorantino cinese. Qualche panca, una piccola cucina.
Pochi piatti proposti, uno più buono dell'altro.

Ho scoperto una vera e propria passione per i noodles freddi, da mangiare con qualcosa di
fresco come i cetrioli e un condimento (in genere a base di carne, ma si può fare anche
vegetariano) che varia in base alle specialità regionali.


La stazione sud di Nanchino, quella da cui passano i treni dell'alta velocità, è enorme. Ci si arriva con la metro, che in alcuni punti esce in superficie e mi permette di dare un'occhiata alla periferia della città, seppur per poco tempo. Dalla metro all'ingresso della stazione ci sono un milione di scale mobili, e si perde tanto di quel tempo che va a finire che arriviamo in ritardo. Una volta all'ingresso bisogna mettersi in coda per passare ai controlli (bagaglio, documenti, borsa, tasche, come in aeroporto).

La sala d'attesa della stazione è gigante, bisogna andare al gate scritto sul proprio biglietto e attendere l'imbarco (in genere quando manca un quarto d'ora il treno viene annunciato dai tabelloni e la gente comincia a mettersi in fila). Quando è ora si passa ai varchi, dove gli addetti controllano biglietto e passaporto e finalmente ci si avvia alla banchina, posizionandosi davanti al numero della propria carrozza. Il treno si fermerà esattamente lì.

Ho scoperto sei anni fa in Giappone la goduria di viaggiare sui treni proiettile, quelli cinesi sono uguali, e rispetto ai cosiddetti viaggi della speranza sui treni normali che durano una vita e procedono lenti sul suolo cinese, l'alta velocità è davvero un lusso.

La sala partenze della stazione sud di Nanjing

L'enorme vetrata della stazione che dà sulla città


Il treno arriva puntuale, saliamo e ci sistemiamo nei nostri posti. Vicino a noi c'è una famiglia - papà, mamma, figlio - che appartengono alla rara specie di cinesi silenziosi e fissati con le buone maniere. Qualche fila più avanti c'è un gruppo di signori che sembrano in gita scolastica, inclini alla ridarola e al sano casino. D'altra parte stiamo andando a Qingdao, la città della birra, e mi sa che molti di loro sono già alticci. Rumorosi ma divertenti.

Nei sedili di fronte a noi ci sono due famiglie che invece strozzerei. Vi ricordate il mio racconto del viaggio in treno con le bambine accatastate una sull'altra che non hanno fatto un capriccio, nonostante il disagio? Ecco, dimentichiamo l'idillio di quel viaggio, e tuffiamoci nell'odissea di un gagno indiavolato, che ha urlato, frignato, saltato e rovinato il viaggio a tutto il vagone. Io cerco di non farci caso, ma è difficile fingere indifferenza quando gli ultrasuoni ti perforano i timpani.
In genere mantengo un certo aplomb, sopporto senza fare tante storie. Dico sempre che bisogna adeguarsi, adattarsi alle situazioni, sorridere e bla bla bla. Questa volta non ce l'ho fatta, e in preda a una crisi di nervi ho gridato qualcosa tipo "Basta!!! Fate smettere questa sirena del ***** - Ma ***, ***, ***!"
*serie di parolacce random, che non c'è niente di più liberatorio e innocuo di mandare a quel paese gente che non capisce una parola di quel che dici.

Momento di silenzio generale, qualche testa che spunta a vedere chi è la pazza che ha sbroccato in una lingua incomprensibile, qualche sorrisino imbarazzato, la pace per ben cinque minuti. Poi è partita di nuovo la sirena. E hai voglia a dire che il ragazzino non ne può nulla, la colpa è dei genitori, della nonna, del fratello più grande. Resta il fatto che l'avrei preso e buttato giù dal treno, fine della storia.

Il paesaggio dal treno, mentre si avvicina il tramonto e siamo già nello Shandong.


Arriviamo a Qingdao di sera, con tre quarti d'ora di ritardo (tanto per gradire una dose di urla extra del gagno malefico che ormai era stanco di star sul treno).
Già ho difficoltà ad orientarmi normalmente, col buio riuscire a capire dove mi trovo è praticamente una mission impossible. Seguiamo la massa che si dirige verso l'uscita, dove ci sono le fermate dei taxi. Ne scaturisce uno dei classici momenti di marasma, con la gente che si accalca anche (o soprattutto) senza motivo, che corre, passa avanti, e io non capisco niente.
Guadagno una posizione in quella che dovrebbe essere la fila per i taxi, chiedo conferma ad un agente che è lì - forse - per mantenere l'ordine e che mi dice di sì (tenete presente che la conversazione si svolge sempre in maniera molto creativa, perciò un potrebbe voler dire qualsiasi cosa).

Arriva il nostro turno, fermiamo il taxi, carichiamo le valigie, saliamo su. Faccio vedere l'indirizzo al tassista e partiamo. Le corse in taxi sono sempre uno spettacolo. Il nostro autista parla, parla, hai voglia a dirgli "non capisco", lui parla. E fuma. Alla fine, siccome il mio GPS mentale mi avverte che NON È la strada che avevo imparato a memoria su maps, capisco il senso del suo borbottare. È venerdì sera, c'è un casino pazzesco in giro, e per non restare imbottigliati ha dovuto fare il giro largo.
Comunque dopo un quarto d'ora scarso siamo davanti al nostro hotel, il tassametro indica CNY 9. Gli lascio una banconota da 10 e faccio per andare ma quasi mi corre dietro per darmi il resto.

Finalmente siamo davvero arrivati, benvenuti a Qingdao!


In albergo dovrebbero sapere del nostro arrivo, dato il casino tra mail e telefonate di qualche giorno fa (risolto poi dall'angioletto di receptionist del nostro ostello). Invece. Alla reception, come avevo intuito dalle mail, nessuno parla inglese e nessuno sembra saperne nulla della nostra prenotazione. Riusciamo però a sbrigare la pratica grazie al santo - e indispensabile - traduttore sul telefono e finalmente possiamo andare a vedere la camera, che è molto più bella di quanto immaginavo, nonostante il piano basso e la vista tangenziale.

Giusto il tempo di cambiarci e scendiamo a mangiare qualcosa, che è tardissimo e non abbiamo ancora cenato. Proprio sotto l'albergo c'è uno di quei ristoranti notturni con sgabelli e tavolini sul marciapiede come piace a noi. Ordiniamo spiedini e birra (ci arriva una caraffa da un litro, benvenuti nella città della Tsingtao) e quando faccio per pagare il borsellino nella borsa non c'è. Mi prende un colpo. Schizzo di corsa su in camera, per fare prima imbrocco le scale, armeggio un po' con la chiave magnetica e quando entro lo trovo sulla scrivania. Meno male. Esco dalla stanza e sbaglio strada, negli alberghi i corridoi sono dei labirinti con le porte tutte uguali, non trovo più l'ascensore e il mio senso dell'orientamento mi fa ciao ciao.

Ehm, ok. Forse è il caso di andare a dormire.

La cucina portatile che viene montata ogni sera. Nonni, figli (e nipotini in passeggino).
In fondo, vicino al pilastro della tangenziale, il nonno (a petto nudo per la caldazza) alla griglia.
Banco pieno di roba da grigliare o da friggere, fusti di birra sempre pieni
e una voglia di lavorare da far paura.





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Info pratiche:

Treno G Nanjing south 15:28 - Qingdao 21:15
1060 km - circa 6 ore - 2° classe CNY 398.5

Hotel
JINJIANG INN - Qingdao Zhongshan Rd
No 5 Tangyi Road, Shibei - Qingdao
Si trova a circa 1,5 km dalla stazione ferroviaria e dal mare. La zona è buona anche se da fuori l'albergo non è bellissimo. La stanza invece è grande, pulita, dotata di ogni comfort.
Camera doppia CNY 129 a notte.
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11 commenti:

  1. Prossima volta mima anche il gesto di mordere il ragazzino, magari penseranno che quello che hai urlato è qualcosa tipo:"Se non la smetti ti mangio".
    A parte lo scherzo, io quando urlano e urlano e urlano li vorrei uccidere, è più forte di me.

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    1. A chi lo dici! Sono carinissimi in ogni cosa (parlo di tutti i bambini del mondo ) ma se strillano senza motivo mi scatta l'istinto omicida.

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  2. Ciao cara
    È un piacere leggere il tuo blog...BRAVA!!!!!

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  3. Ma che ragazzino maleducato! Hai fatto bene secondo me a reagire così! Bel reportage, molto dettagliato, brava!😊 Mi iscrivo su Blogger come tua lettrice fissa, così non mi perdo i tuoi viaggi!😊 A presto!👋

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    1. Devo iscrivermi anch'io (eppure ero convinta di averlo già fatto, per fare prima ti metto tra i preferiti.

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  4. Quando ti leggo Ciccola mia, il mio più grande sogno è di essere vicina a te, tra pasta fatta a mano, ravioli fumanti, noodle freddi al cetriolo( la mia golosità è proverbiale), stazioni megagalattiche , panorami da sogno, bambini da uccidere , alberghi e taxisti gentili( ma quando mai?)...ma poi mi sveglio e sono qui al pc che solo scrivo infettatata da virus che non mi abbandonano da una settimana e con la pulizia da fare quattro volte al dì..
    Beh...sarà un virus cinese!
    Bacissimo e grazie!

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    1. Sarebbe bellissimo poter viaggiare insieme davvero! Per ora accontentiamoci del viaggio di fantasia :)
      Mi dispiace per i problemi al pc, spero proprio che non sia un virus cinese ^_^
      Un mega abbraccio

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  5. Tanta comprensione per il nano malefico!
    Al portafoglio mi hai fatto prendere un colpo, per fortuna che c'era.
    Quel cibo sembra una favola.

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    1. Non mi era mai successo, in genere faccio sempre attenzione ai documenti e ai soldi ma quel giorno evidentemente ero davvero stanca. Lì per lì ho pensato a come avrei pagato la cena, volevo propormi come baby sitter per il bimbo in passeggino ^_^

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  6. Mi sta venendo fame ... per fortunati leggo poco prima di andare a cena ;)

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