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Diario di viaggio a Cipro
16 settembre 2023
Oggi andiamo alla scoperta del Troodos, la catena montuosa più grande di Cipro di cui il Monte Olimpo è la vetta più alta. Siccome volevamo cercare di evitare il più possibile il percorso più tortuoso abbiamo stilato per oggi un itinerario forse un po' lungo ma che sulla carta ci sembrava il meno faticoso.
Prima tappa
Galata
Partendo da Larnaca di buon'ora costeggiamo la zona di confine a nord per aggirare le strade di montagna e arriviamo a Galata, un paesino minuscolo dove visitiamo una chiesa Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Panagia Podhitou è una piccola chiesa bizantina del 1502 che assomiglia ad una baita e spunta, isolata, nel verde. È appena fuori dal paese, si potrebbe arrivare a piedi ma noi abbiamo una macchina e la usiamo. Oltretutto c'è un comodo parcheggio proprio all'ingresso.
Quello che si vede all'esterno (e che sembra appunto una baita) è in realtà un 'involucro' di mattoni col tetto di paglia che custodisce la piccola chiesa che abbiamo la fortuna di trovare aperta. Sapevamo infatti che viene aperta su richiesta chiamando il numero di telefono appeso sulla porta o chiedendo del custode nel bar della piazza, cosa che probabilmente ha fatto la coppia arrivata poco prima di noi.
La chiesa ha una sola navata e presenta pitture murali dello stile italo-bizantino ma l'interno è piuttosto buio e tra l'altro è proibito fare foto (immagino quindi che non sia il caso di accendere la torcia sul telefono).
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Panagia Podhitou |
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Intorno alla Chiesa di Galata, Panagia Podhitou |
Seconda tappa
Kakopetria
Ci spostiamo di pochi chilometri e ci fermiamo a Kakopetria, un villaggio davvero affascinante. Lasciamo la macchina in un parcheggio vicino alla piazza centrale, dove ci sono quasi esclusivamente ristoranti con le griglie già in funzione, e entriamo nel borgo antico. L'ingresso è subito dopo una cascata, e già il fatto che ci sia una cascata rende l'idea di quanto sia particolare questo villaggio.
Il tempo sembra scorrere ad un ritmo più lento, tra le strade strette e le basse case in pietra e legno. Qui vivono persone, anatre e tantissimi gatti. La gente del posto produce e vende conserve e marmellate, ci sono locande, qualche bar, e una piccola chiesa dove per poco non mi è preso un colpo quando mi sono accorta che nascosta nella penombra c'era una vecchina che stava facendo un sonnellino.
Se avete intenzione di visitare Cipro facendo più tappe, direi che una notte a Kakopetria andrebbe sicuramente presa in considerazione.
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Kakopetria |
Terza tappa
Chiesa di Agios Nikolaos di Stegis
A differenza della prima chiesa (particolare, ma non imperdibile secondo il mio gusto personale, che non sempre coincide con quello delle mie compagne di viaggio) quella di Agios Nikolaos di Stegis merita assolutamente una visita. Si trova poco distante da Kakopetria ed è davvero particolare.
Superato l'ampio parcheggio si attraversa quello che sembra il cancello di una villa e ci si ritrova all'interno un grande prato con due casolari in pietra: la prima, piccolina, è la casa del custode con annesso negozio di souvenir religiosi, la seconda, un po' più grande, è la Chiesa che tra l'altro è pure Patrimonio Unesco.
L'interno è densamente decorato, le pitture murali sono molto colorate, realistiche e dettagliate. Anche qui è proibito fare fotografie, ed è un peccato perché ci sono dei particolari molto belli ma anche tanto inquietanti. Come i bambolotti che sembrano usciti da un film horror (io ho un po' paura delle bambole brutte, forse ho visto davvero troppi film) che dovrebbero - credo - rappresentare l'anima dei bambini mai nati.
A parte questo dettaglio (o forse proprio per questo, chi lo sa) questo posto mi è piaciuto proprio tanto.
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Agios Nikolaos di Stegis |
Quarta tappa
Pranzo da qualche parte nei pressi del Monte Olimpo
La meta finale di oggi è il Monastero di Kykkos, ma si è fatta una certa e vorremmo pranzare. Il panorama è splendido ma lungo la strada non c'è molto, a parte qualche cartello che avverte di fare attenzione ai mufloni.
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Attenti ai mufloni |
Appena vediamo un ristorante ci fermiamo. Siamo le uniche clienti e la cosa non ci fa una buona impressione, ma veniamo accolte con un sorriso così gentile che sembra brutto andare via. Quindi ci accomodiamo e studiamo il menu.
Ci facciamo prendere dalla fame (e dall'entusiasmo) e ordiniamo come al solito troppe cose, tutte deliziose. Tra le prelibatezze scelte abbiamo preso il kleftico, piatto tipico di agnello con patate cotto a bassa temperatura nel tradizionale forno a cupola che rende la carne morbidissima e deliziosa.
Kleftico significa 'rubato' o letteralmente 'furto' e deriva da un fatto che risale a parecchi secoli fa. Pare che qualcuno rubò una pecora e per non farsi scoprire pensò di cucinarla dentro a una buca ben sigillata con l'argilla per non far fuoriuscire fumi e odori. Il forno a cupola riproduce quel tipo di cottura, e infatti il nome 'kleftico' si usa sia per indicare il piatto di agnello che il tipo di cottura.
Comunque, quel piatto di kleftico enorme e buonissimo sarebbe bastato da solo per due, ma noi abbiamo preso anche salsicce, involtini (che qui si chiamano kupepya) e una bella insalatona, per non farci mancare niente. A fine pasto il gentile proprietario ci ha offerto un liquore dolcissimo di cui non ho capito il nome e ci ha presentato il conto: 41 euro in totale. In tre! Io sono basita da quanto - poco - stiamo spendendo per mangiare, tanto che ricontrollo più volte lo scontrino convinta che ci sia un errore.
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Ristorante Panorama |
Quinta tappa
Monastero di Kykkos
Rifocillate a dovere, ci mettiamo in marcia e affrontiamo la strada per il Monastero di Kykkos. Alla fine a parte un paio di curve a gomito e un tratto di strada in cui abbiamo dovuto fermarci per far attraversare un gruppetto di fagiane, arriviamo in scioltezza alla meta (è sempre Daniela a guidare eh, non voglio prendermi meriti che non ho).
L'aria quassù è decisamente più fresca e pulita, siamo sulla cima della montagna su cui sorge il Monastero, ad un'altitudine di 1318 metri, per essere precisi.
Il monastero di Kykkos è dedicato a Panagia (la Vergine Maria) ed è il più ricco e sontuoso di Cipro. L'icona (ricoperta di argento dorato e protetta da una teca di madreperla) è una delle tre attribuite ad Agios Loukas (l'apostolo Luca).
Il Monastero è un tripudio di bellezza, colori e mosaici fin dall'ingresso che porta al primo cortile. L'edificio è a due piani porticati e si sviluppa in più parti collegate tra loro. Nel secondo cortile si accede alla Chiesa dove si trova un piccolo museo e la preziosa icona.
Vorrei trasferire su carta tutte le immagini e le sfumature dei mosaici che ricoprono le pareti, mi piacerebbe avere il tempo di sedermi e riempire album di acquerelli per raccontare visivamente (e emotivamente) questo posto. Mi ritrovo a girare senza meta per i corridoi, finisco dove probabilmente non potrei entrare, scatto foto. Tutte queste immagini sono una fonte di ispirazione gigantesca per me.
Le decorazioni della Chiesa poi sono qualcosa di incredibile, c'è una opulenza e una ricchezza di dettagli difficili da cogliere nel complesso, anche perché gli spazi sono limitati e i visitatori del Monastero (che sembrava quasi deserto) sembrano essere tutti qui dentro.
Le mie compagne di viaggio non hanno il mio stesso entusiasmo, la struttura (a parte la Chiesa) non è quella originale (andata distrutta da diversi incendi). Come dico spesso su questo blog il viaggio, inteso anche come singola esperienza, è una questione davvero personale perché è la somma di fattori e sentimenti assolutamente personali. Ed è questa la caratteristica che amo di più, ogni posto, ogni viaggio, genera emozioni e ricordi in noi che non saranno mai uguali a quelli degli altri. Magari spesso saranno simili, ma a volte sembrerà di essere stati in posti completamente diversi.
Comunque, se non si fosse capito, io ho adorato questo posto e secondo me vale assolutamente la pena di venire fin quassù per visitarlo.
Davanti all'ingresso del Monastero c'è qualche bancarella dove è possibile mangiare qualcosa e comprare lo zivania, il liquore di Cipro.
Quinta tappa
Street Art di Larnaca
Rientriamo a Larnaca che è abbastanza presto, così pensiamo di uscire un po' dal nostro quartiere e visitare la città. Devo dire che vista così, lontana dal centro antico che è la parte più bella della città, Larnaca dimostra di avere due facce. Una è quella ricca e anonima delle vie piene di locali fighetti e negozi tutti uguali, dove niente fa anche solo percepire di essere a Cipro. L'altra, decadente ma sicuramente più interessante, dei palazzi fatiscenti, delle strade polverose, e dei graffiti.
Ai confini di questo quartiere popolare c'è un hotel completamente ricoperto di murales. E così un palazzone oggettivamente brutto diventa un'opera d'arte, un'esplosione di creatività e un soggetto obbiettivamente bello da vivere, guardare e fotografare.
Per avere un'idea delle "due facce" e dei contrasti di Larnaca visitate le vie intorno a Kostantinou Kalogera e Aristotelous e poi fate un giro in Ermou Square.
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Rise Street Art Hotel Larnaca |
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Larnaca |
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Info pratiche
Larnaca - Galata
circa 100 km
L'ingresso alla chiese di Panagia Podhitou è gratuito
Galata - Kakopetria
circa 3 km
La Chiesa di Agios Nikolaos di Stegi (ingresso gratuito) è a 8 km
Pranzo: Ristorante Panorama
se lo cercate su Maps l'indirizzo esatto è Kalopanayiotis 2862, Cipro
Monastero di Kikkos
ingresso gratuito
(Kykkos-Larnaca 120 km)
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