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sabato 10 settembre 2016Aggiornato il:

China trip #3 - impressioni su Pingyao


Diario di viaggio in Cina
2 agosto 2016
Pingyao (Shanxi)


Lasciamo il nostro ostello di Datong, oggi si parte per raggiungere la terza tappa del viaggio.
Questa mattina deve esserci uno sciopero generale a Datong, perché le strade sono bloccate da striscioni e operai. Non riesco a capirne di più, sappiamo solo che il tassista è costretto a fare un giro pazzesco per portarci in stazione.



Il viaggio in treno da Datong a Pingyao dura circa 6 ore, abbiamo i posti separati e c'è parecchia gente. Ma tutto sommato il tempo passa abbastanza in fretta.


La stazione di Pingyao è piccolina, appena usciti veniamo assaliti come al solito da tassisti e venditori, oltre che da un caldo terribile. Ho bene in testa la mappa della città, dobbiamo tirare dritti costeggiando le mura e arrivare alla porta ovest, dato che il nostro ostello si trova dentro la città vecchia.

Una volta dentro, lo ammetto, mi aspettavo di trovare vie pedonali tranquille e non dico silenzio, ma almeno un minimo di pace. Invece c'è un traffico caotico, pulmini elettrici che sfrecciano e strombazzano a tutto andare, motorini, operai... L'impatto mi disorienta.

Seguo le indicazioni della prenotazione su booking, ma c'è qualcosa che non torna. Nel punto indicato l'ostello non c'è. Siamo nella zona nord, immagino sia la più tranquilla perché ci siamo lasciati alle spalle il caos e qui in giro non c'è nessuno, niente negozi, nemmeno i pulmini elettrici passano di qua. Siamo sudati marci, lo zaino inizia a pesarmi e sono stufa di trascinarmi dietro il trolley. Decidiamo che è inutile vagare per le vie in due con i bagagli al seguito, mi libero dello zaino e vado da sola. Provo a farmi una per una tutte le viuzze, dovrò pur trovarlo prima o poi.

Due vecchiette mi osservano incuriosite, provo a chiedere aiuto a loro, non l'avessi mai fatto. Una mi indica destra, l'altra sinistra, confabulano tra loro e si mettono d'accordo per una via di mezzo. Ci provo ma non trovo niente.

In Cina pur di non ammettere che non sono in grado di aiutarti danno risposte a caso. Il turista (o viaggiatore), per non offendere la gentilezza dei cinesi, ringrazia pur sapendo che dovrà cavarsela da solo. La solita questione della paura di perdere la faccia, che in Cina è affare serio.

Torno sconsolata da Lore, è più di un'ora che giriamo a vuoto, e dentro di me una vocina mi dice che la città non è come la sognavo. Forse ho sbagliato tutto, e mi deprimo, perché sono fatta così (male, sono fatta molto male), se le cose non vanno come devono andare mi agito.

Torniamo indietro, Lore entra a chiedere nell'unico hotel che abbiamo visto prima, e il nostro ostello è proprio lì di fianco. Tiro un sospiro di sollievo per il problema risolto, e una maledizione alla mappa sbagliata di booking (poi, su mia precisazione l'hanno corretta). Da fuori era un po' difficile riconoscere l'ostello, a parte una piccola insegna l'ingresso è identico a quello delle altre abitazioni. Infatti è proprio un'autentica casa con cortile. Bellissima, con le porte in legno, le pannocchie secche appese, i tetti curvi e le lanterne rosse.

Il proprietario è un tipo un po' strano, ma parla un inglese comprensibile e risponde a tutte le domande che mi vengono in mente. Ci propone la camera al piano di sopra, che è molto più grande e ha una bella vista sui tetti, ma preferiamo quella al piano terra che dà sul cortile.
Il letto kang - quello tradizionale sui mattoni che si scalda in inverno - è comodissimo. Il bagno non è il massimo perché la doccia scarica direttamente sul pavimento ma almeno c'è la tenda che ripara il gabinetto.

gattosandro viaggiatore
Il letto kang col tavolino in legno e le finestre di legno.

Usciamo a prendere confidenza con la città, la quantità di turisti mi stordisce, non riesco a godermi l'architettura tradizionale perché devo fare attenzione a non farmi investire, qui è un attimo che mi venga il nervoso.

Ho fame, scegliamo un posto a caso e sono sicura di aver trovato l'unico posto dove si mangia male di tutta Pingyao. Non mi piace fare la schizzinosa ma gli spaghetti che ci arrivano sono una vera schifezza. La sfiga fantozziana non ci vuole mollare eh?

Zen, Simo, zen.

gattosandro viaggiatore
Baozii mediocri e schifezza in brodo di schifezza (al gusto schifezza).


Urge una pausa, bisogna riordinare le idee e guardare le cose da un'altra prospettiva. Con una pinta di birra al Pub, per esempio. Forse fin'ora le cose sono andate così lisce che mi ero dimenticata che viaggiare in Cina non è semplice, che niente è come mi immaginavo, che a volte ho delle aspettative troppo alte e non riesco ad ammettere che sono delusa. Forse invece sono solo stanca, ho bisogno di riposarmi per essere più obbiettiva, per ritrovare il mio ottimismo che mi fa sempre vedere il lato bello delle cose. Anche perché qui di cose belle, ora che guardo meglio, ce ne sono parecchie.

L'architettura è meravigliosa, non si discute. Spesso la stanchezza porta alla rugna che influenza la vista e la percezione delle cose, ma per fortuna a) il cattivo umore è passato - b) riesco ad essere obiettiva anche quando sono stanca.


Lascio parlare le foto.


gattosandro viaggiatore
Botteghe e turisti nelle vie pedonali di Pingyao
gattosandro viaggiatore
Insegne luminose e piatti tipici

gattosandro viaggiatore
Una piccola artista, col suo sgabellino e la sua valigetta piena di matite, sta disegnando le vie di Pingyao.

gattosandro viaggiatore
L'antica via Ming-Qing con la torre della città.

gattosandro viaggiatore
Tra oggetti d'antiquariato e da collezione c'è una quantità considerevole di oggetti di tutti i tipi.
Le botteghe come queste sono tra le mie preferite, perché in genere il proprietario non assilla i clienti, anzi sembra quasi che non abbia alcun interesse a vendere, dato che in genere preferisce dormire sulla brandina nel negozio.  ^_^


La sosta al pub ci dà lo sprint per ributtarci tra la folla delle vie pedonali, dove abbondano negozietti, botteghe artigiane, ristorantini e case meravigliose, che al tramonto si illuminano di rosso.
Verso sera i turisti che visitano Pingyao in giornata vanno via, le strade si svuotano quel tanto da ritrovare in parte l'atmosfera da Lanterne rosse che aveva alimentato la mia fantasia quando ho cominciato a sognare di visitare questo posto.

Scegliamo di cenare in un ristorante con i tavoli fuori, e i piatti che ci servono riescono a farmi dimenticare gli spaghetti di oggi. Prendiamo riso saltato con uova e verdure e un delizioso piatto di manzo con cipolle in una salsa leggera. Buonissimo.

In sottofondo, lo slogan del negozio di massaggi ripetuto all'infinito, dall'altoparlante vicino all'insegna. (Una sorta di "Donne! È arrivato l'arrotino" in loop. Dopo un po' ti entra nel cervello e non ti molla più. Per averne un assaggio ho fatto questo breve video).

gattosandro viaggiatore
Riso saltato e manzo con cipolle. La cucina dello Shanxi è ottima.



Ci incamminiamo verso casa, lasciando le vie principali il buio diventa abbastanza fitto e ritrovare la strada giusta per l'ostello non è proprio una passeggiata. Il nostro cortile illuminato è davvero bello, si sentono le cicale* e l'atmosfera in generale mi fa stare bene.

*Le cicale in Cina fanno un verso (o "canto") diverso rispetto a quelle giapponesi. In Giappone fanno il classico verso che conosciamo tutti perché non c'è cartone animato ambientato d'estate che non abbia le cicale di sottofondo. Per intenderci, in Giappone le cicale cantano così.
In Cina invece il canto è più lineare, forte e casinista. Più cinese, in pratica.



Pensierino della notte.
Prima di andare a dormire ho postato una foto su instagram (e su Facebook) esternando i miei sentimenti e le mie prime impressioni, non del tutto positive. I commenti allarmati di chi l'ha messa nell'itinerario, e quelli stupiti di chi ha di Pingyao un ottimo ricordo, mi hanno fatto riflettere su come il viaggio sia una questione assolutamente personale.







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Info utili e consigli di viaggio:


Treno: K961 Datong - Pingyao
9: 32 - 15:37 Hard Seat - CNY 62.5

Questo treno parte da Shenyang e arriva a Linfen, percorrendo in 26 ore circa 1700 km. Conviene fare i biglietti per la tratta Datong - Pingyao con diversi giorni di anticipo oppure prenotarli online dall'Italia. La stazione di Pingyao è quella centrale, e si trova a due passi dalle mura della città vecchia.
Attenzione: se arrivate a Pingyao con i treni ad alta velocità la stazione è un'altra, si chiama Pingyao Ancient City Railway Station e si trova a 15-20 minuti d'auto dalla città antica (raggiungibile in taxi).

Ostello: LAO CHENG GEN Hostel
No 2 Beisixiang West Beihai Street
Camera tradizionale con letto kang, bagno privato e piccola zona salotto con poltrone e tv (che non ho mai acceso). Aria condizionata, wifi, distributore gratuito d'acqua, servizio lavanderia a pagamento.
Deliziosa casa tradizionale con cortile, in una zona tranquilla all'interno delle mura, ma non vicinissima al centro della città antica.
Dalla stazione si raggiunge a piedi entrando dalla porta ovest (o dalla porta nord allungando un po'). Se volete andare in taxi procuratevi la prenotazione in cinese da far leggere al tassista, ma tenete conto che in molte strade le auto non possono entrare. Un'alternativa sono i pulmini elettrici, ma stabilite il prezzo prima di salire.

Cosa vedere a Pingyao
Nel prossimo post vi racconterò meglio la mia esperienza, ma in generale di Pingyao si visita la città antica all'interno delle mura. Gli edifici sono autentici e l'ingresso alla città è gratuito ma se volete entrare in alcuni edifici c'è un biglietto unico che permette di visitare i punti panoramici delle porte nord e sud, il Tempio del Dio della Città, il Tempio di Confucio e numerosi cortili. Costa 150 RMB.
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10 commenti:

  1. Io sono come te: se le cose non vanno come le avevo programmate, mi agito.
    A parte questo... meraviglioso viaggio, mi sto appassionando!

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    1. Mi sono soprannominata più volte "miss precisetti" (in senso negativo), perché quando qualcosa mi va storto tendo a deprimermi. Per fortuna è un malessere passeggero, anche perché la butto poi sempre sul ridere ^_^

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  2. Il viaggio è una questione personale. In arrivo a Miyajima, quando ho intravisto il Tori dal traghetto, dopo essermelo immaginato per mesi, ero il più felice del mondo (diciamo fra i primi dieci-quindici più felici al mondo: maledetta nebbia. Anzi no, proprio il primo, chissenefrega di un po’ di nebbia). Da Copenaghen sono tornato a casa con pochi ricordi. C’entrerà qualcosa con chi si fa il viaggio, suppongo. Di un pomeriggio a Quimper ho ancora in mente i profumi e i colori. O a zonzo per i monti qui da me, da Ferriere all’arco di Tortisse ai laghi di Vens: paesaggi infiniti, mille chiacchiere e sei in pace con il mondo. Il viaggio è una questione personale. Tutta mattina che mi frulla in testa questa tua frase così ho rispolverato le città invisibili e la collezione di sabbia, li rileggerò in questi giorni, o almeno qualche pezzo qua e là. Perdo tempo perché su internet sono capitato nella pagina chiamata 250 frasi sul viaggio (rido quando incontro quella di Milton Berle, “sono appena tornato da un viaggio di piacere: ho accompagnato mia suocera all’aeroporto”). Il viaggio è una questione talmente personale che alle volte, già solo immaginarlo. Sto leggendo l’atlante tascabile delle isole remote di Judith Shalansky – Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò. Dolce e malinconico. Da bambina lei nasce dalla parte sbagliata del muro di Berlino, può solo immaginare di viaggiare. Descrive 50 isole sparse per il mondo (esistono per davvero, ho controllato); mappa superficie abitanti più due pagine per raccontare qualcosa di quell’isola, un episodio, le persone, un naufragio. Tutto vero o tutto fantasia? Boh, lei dice che interrogarsi sulla veridicità di questi testi è fuorviante. Li descrive preparandosi per non partire mai. È quasi poesia. Come lo è la piccola artista che disegna le vie di Pingyao.

    Il viaggio è una questione personale, hai proprio ragione :)

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    1. Ma certo, la persona con cui condividi il viaggio influisce tantissimo. Ci sono alcuni viaggi che sono talmente impegnativi che è fondamentale avere un compagno con cui si va d'accordo (e la Cina è tra questi) altrimenti è la fine.

      Non conoscevo la pagina sulle frasi di viaggio, anzi, ho googolato e me ne sono trovate davanti una marea! Comunque l'ho letta, e la mia preferita è questa:
      Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.
      (Roman Payne)

      Non conoscevo nemmeno il libro che stai leggendo, lo devo cercare perché mi ispira tantissimo! Anche perché nel mio piccolo anch'io preparo tantissimi viaggi che forse non farò mai, anche se io ho la fortuna di poterli - ipoteticamente - fare, rispetto alla protagonista del libro. Grazie per la dritta, lo leggerò volentieri.

      Grazie!

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    2. A me piace un sacco quando Baudelaire, per descrivere i viaggiatori, dice: "i loro desideri hanno le forme delle nuvole".

      Grazie a te per i dettagli gli spunti e i consigli di viaggio :)

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  3. Anch'io sono soggetta ad uno o due attacchi di "rugna" a viaggio, spesso causati da alte temperature, folle e/o code e stanchezza. E allora mi lamento di tutto e mi abbatto, diventando una lagna. Di solito del cibo e l'aria condizionata migliorano la situazione, come sa bene il mio ragazzo, che alle prime avvisaglie di un attacco di "rugna", inizia a cercare un caffè o similia con i dolci più dolci che si possano immaginare, così mi piazza ad un tavolino e io a poco a poco ritrovo il buon'umore (insieme ad un picco di glicemia). Poi, stranamente, quando capitano i grandi imprevisti io tengo botta e sono più positiva di lui, vai a capire il perchè, l'importante è che ci bilanciamo :) Comunque Pingyao dalle foto sembra veramente bellissima!!

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    1. Che teneri! Funziona più o meno così anche con me, mi calmo col cibo. Infatti immagina che livelli di rugna, con quella schifezza di spaghetti ^_^

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  4. Che meraviglia il letto tradizionale!
    Mamma mia che stress quando succedono queste cose! Quest'estate a Porto ho passato una mattinata a cercare un mercatino, rimbalzando fra le indicazioni di uffici turistici e passanti, solo per scoprire che non esisteva più. Avrei voluto strozzare qualcuno.

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    1. Poi uno ci ripensa e si dice che vabbè, sono cose che capitano. Ma sul momento è uno stress incredibile.

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  5. Mi sembrava strano che perdessi il tuo sano ed utile entusiasmo ed ottimismo, vedo che già nel post successivo lo hai ripreso. Certo che la schifezza in brodo di schifezza (quanti ne ho dovuto ingurgitare) non aiuta!

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