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venerdì 6 ottobre 2017Aggiornato il:

Diario di viaggio in Vietnam - Can Tho e il Mekong


Can Tho - Mercato notturno

Diario di viaggio in Vietnam
21 agosto 2017

Sono le 4 del mattino e c'è fermento al mercato di Can Tho, sia in quello coperto, dove c'è un gran movimento nei banchi di carne e pesce, che per la strada, dove la merce è esposta sul marciapiede o nei piccoli carretti ambulanti. 

Abbiamo appuntamento con Madame Bateaux, dato che ieri sera dopo una lunga contrattazione abbiamo ottenuto tariffa e orario per la gita di oggi. O meglio, lei ha ottenuto i soldi e noi un orario, ma al momento non si è presentato ancora nessuno. Mi inoltro nella via buia per dare un'occhiata al mercato coperto, dove il pavimento è viscido e c'è un viavai di gente impressionante. Una marea di pesci che saltellano nelle bacinelle, grossi pezzi di carne che vengono tagliati e appesi, ortaggi dalle strane forme, e luci al neon che fanno male agli occhi. Torno indietro che ho i piedi inzaccherati e schizzati di fango (non ho visto una pozzanghera), ma almeno Madame è arrivata.


Ci fa strada tra i banchi del mercato (dove sono appena stata), imbrocca una viuzza dov'è buio pesto e ci lascia nelle mani del nostro Caronte, che ci aiuta a salire su una barchetta di legno. Indossiamo i giubbini di salvataggio, pur sapendo che se mai questo guscio di noce dovesse affondare servirebbero a poco o niente.

Carretti, merce esposta, e motorini

Banchi del mercato coperto

Solcare le acque di un fiume in piena notte è un'esperienza sorprendente. Nel buio totale spiccano solo le lampadine delle baracche a bordo fiume, quelle poche che sono accese, e le luci del distributore di benzina (io un distributore di benzina in mezzo a un fiume non l'avevo mai visto).

L'aria è fresca (ma per fortuna ho il giubbino che almeno serve a tenere un po' caldo) e la barchetta è abbastanza stabile, a parte quando ci troviamo nella scia di altre barche più grandi o più veloci, e allora si balla un po'. Il Mekong è nero perché è notte, ma quando inizia ad albeggiare il colore non è che migliora più di tanto.


Sul Mekong

Arriviamo in un mercato galleggiante, dove la maggior parte delle barche sono ferme con la loro merce esposta. Altre, più piccole, si muovono intorno alla ricerca di clienti, e siccome siamo praticamente gli unici turisti si attaccano alla nostra mostrando la merce in vendita.

La nostra allegra comitiva, i fantastici quattro, oltre alla sottoscritta è composta da: Marito, Suocero e La Vietnamita. Tra battute e risate (erano mesi che non ridevo così tanto, di prima mattina poi) si fa giorno. Le nostre facce tradiscono la carenza di sonno, urge un caffè. Una simpatica signora si avvicina con la sua barchetta e ci porge i salvifici caffè fumanti, una zozzeria galattica che finisce dritta nel fiume. In Vietnam il caffè è un vanto, un'istituzione, un motivo d'orgoglio. L'unico caffè schifoso l'abbiamo trovato noi.


Navigazione sul fiume, prima dell'alba

Lasciamo il mercato galleggiante, dove La Vietnamita ha comprato una quantità di frutta impressionante, e ci dirigiamo in una fattoria dove producono artigianalmente carta di riso. Chi vuole può provare a stendere i grandi fogli di riso sugli appositi supporti di legno, incoraggiati da un simpatico signore che prima ti fa vedere come si fa, facendola facile, e poi se la ride per la tua evidente goffaggine.

Seconda tappa, in quello che posso descrivere come un eco-resort dove producono (e vendono) frutta. La visita è molto interessante, il percorso per visitare la struttura si può fare a piedi o in canoa. Scegliamo la prima opzione, perché il tentativo di salire sulla canoa stava avendo un umido epilogo (leggi: ho visto La Vietnamita buttarsi a bomba sulla canoa che ha preso a dondolare pericolosamente, riuscendo non so come a non finire in acqua). Un ragazzo del posto ci fa da guida, e probabilmente spiega anche un sacco di cose interessanti ma io resto indietro perché ho questo brutto vizio di dover fotografare qualsiasi cosa perciò non sento nulla. Tanto comunque il vietnamita non lo capisco.


Sistemazioni spartane nell'eco-resort, per immergersi completamente nella natura.

Le canoe a disposizione degli ospiti

Avremo anche scampato la canoa, ma ci tocca per forza attraversare il ponte che non so come definire,e siccome non so come si chiama lo chiamerò il ponte meschino (un parente alla lontana del ponte tibetano). Praticamente bisogna mettere i piedi sull'unico tronco di bambù (che è rotondo, e io sono in ciabatte, perché mi piace affrontare le sfide avendo sempre la calzatura giusta) e attraversare il fiume con un unico appoggio composto da una specie di ringhiera (storta) di bambù più sottili.
Mi sono divertita tantissimo, ma solo perché l'ho superato senza troppi danni.

Nella foto non si vede, ma siamo tutti e due in ciabatte

L'attracco delle barche dell'eco-resort

Il sole ormai è alto nel cielo e inizia a farsi sentire, la temperatura sale di botto. Torniamo lentamente indietro e finalmente posso dare una forma a quello che non ho potuto vedere col buio. Nella sponda alla mia destra sul lungo fiume ci sono belle casette basse, di quelle tipicamente vietnamita con una stanza per piano. Dall'altra parte invece ci sono le baracche che avevo intravisto all'andata, ed è vicino ad una di queste che attracchiamo: la nostra bellissima gita è finita.

Sul Mekong

Il nostro Caronte che la barchetta parcheggia in un vicolo imboscato

Vorremmo tanto tornare un momento in camera (pisolino in agguato) ma ci devono rifare la stanza proprio adesso. Decidiamo allora di rilassarci in piscina, che fa sempre piacere. E poi c'è una vista niente male.

Mentre decidiamo cosa visitare nel resto della mattinata paventiamo l'idea di fare una di quelle cose trashissime da turisti ahiahiahi: cenare sui barconi nel fiume. Vedremo. Intanto chiamiamo l'autista e andiamo alla ricerca di un tempio (Nam Nha Pagodache al nostro arrivo dovrebbe essere chiuso, almeno così dice il cartello con gli orari, ma il gentilissimo custode ci fa entrare lo stesso e ci guida addirittura nella visita.

Mekong dall'alto (visto dalla piscina dell'albergo)

Binh Thuy Temple

Nam Nha Pagoda

Dall'altra parte del fiume c'è un altro tempio (Bihn Tuy Temple), ci si potrebbe andare a piedi ma sia mai che ci stanchiamo, il nostro autista piuttosto di vederci camminare ci porterebbe anche in braccio. Da qui in poi lo chiamerò Il Premuroso.

Nel Tempio ci sono dei vecchietti. Dev'essere molto raro per loro vedere dei turisti occidentali, dato che ci accolgono con una curiosità mista ad uno stupore tenerissimo. Uno di loro mi porge un mandarino, mi spiega a gesti che fa bene alla gola, e poi prova a dirmi tante altre cose che non riesco a tradurre, ma gesticoliamo un sacco e in qualche modo ci capiamo.

Ultima tappa di questa lunga mattinata è la casa (Bihn Thuy ancient house) dove hanno girato il film "L'amante", uno splendido edificio decorato ricoperto di fiori visitabile anche all'interno. Facciamo un po' di corsa perché siamo arrivati poco prima dell'orario di chiusura, e quando scatta l'ora x ci sbattono gentilmente fuori. Va bene così, è tardissimo, siamo in giro da un sacco di ore e non ci vedo più dalla fame.

L'interno del Tempio Bihn Thuy

Bihn Thuy ancient house

Ci fermiamo in un ristorante sul lungofiume, la sala è enorme e orrendamente arredata (le sedie rivestite con stoffa bianca e nastro colorato stile bomboniera fanno tanto cerimonia ma non si possono vedere) però c'è una bella terrazza che invoglia, dunque ci accomodiamo. Il Premuroso ordina subito il suo piatto, lo mangia al volo e leva le tende (con espressione vagamente delusa) mentre noi ordiniamo. Ho voglia di mangiare pesce, stamattina al mercato, che è qui a due passi,  ho visto tante cose buone e freschissime, se non è una garanzia questa!
Le ultime parole famose. Ci arrivano delle vongole immangiabili, verdure amarissime e condite male, gamberi terribili e, ciliegina sulla torta, insalata lavata male (o non lavata proprio, non ho indagato). I camerieri, che onestamente so che non hanno colpe, sentendo le nostre lamentele e vedendo i piatti avanzati avrebbero anche potuto mandare in avanscoperta lo chef però. Almeno avevamo qualcuno a cui fare i complimenti Fanno invece gli gnorri e ci presentano un conto salato su cui avrei molto da dire (propositi per il futuro: imparare il vietnamita base, parolacce in primis).
Insomma, un pranzo da Ammazza che Zozzeria Awards, ma pazienza.

Verdure insipide e dure

Potenziali serial killer (e vi risparmio la foto dei gamberi perché sono buona)

Ci teniamo il pomeriggio libero per riposarci, salgo in piscina sul tardi per godermi il tramonto e poi usciamo. Visto com'è andata oggi a pranzo abbandoniamo l'idea di cenare sul barcone e andiamo sul sicuro, stasera si cena nello stesso ristorante di ieri.

Cielo infuocato

Ong Temple

Zucchero filato (insacchettato)

Noodles saltati con manzo

Anatra alla griglia con salsa di soia

Durante la nostra passeggiata serale provo l'ebbrezza di essere contesa da un gruppo di ragazze che mi chiedono di fare una foto insieme (in genere è sempre Lore ad essere super gettonato). Devo dire che mi ha fatto molto ridere, ma avrei voluto avere potere decisionale almeno su un paio di fotografie in cui sono venuta davvero malissimo.

(Mi piace da matti stare qui in Vietnam, si era capito?)



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Info pratiche:

Gita sul fiume
Il mio consiglio è di valutare le proposte del vostro hotel o di un'agenzia locale. I prezzi variano in base alle tappe e alla durata dell'escursione, in ogni caso optate per la partenza prima dell'alba: troverete pochi turisti e starete un po' più freschi.
Un'escursione di mezza giornata (circa 4 ore, come quella fatta da noi) costa sui 10-15 euro.

Cosa vedere a Can Tho
- Nam Nha Pagoda (Cách Mạng Tháng Tám, An Thới, Cần Thơ)
- Bihn Thuy Temple (46/11A Lê Hồng Phong, Bình Thủy, Cần Thơ)
- Bihn Thuy ancient house (142/144 Bùi Hữu Nghĩa, Bình Thủy, Cần Thơ)
Sono tre posti vicini tra loro, ad ingresso gratuito. Ho visto una fermata degli autobus sulla strada principale ma conviene prendere un taxi.

- Ong Temple (32, Hai Bà Trưng, Tân An, Ninh Kiều, Cần Thơ)
Vicino al terminal dei traghetti e al mercato notturno, ingresso gratuito.

Pranzo
Nhà Khách Số 2
5 Hai Bà Trưng, Tân An, Cần Thơ, Vietnam
Guest House con ristorante sul fiume. Location fantastica (in terrazza) ma cibo terribile.
Per una volta, vi segnalo un posto dove non andare.

Cena
Sao Hôm Restaurant - Cafè
Hai Bà Trưng, Tân An, Ninh Kiều, Cần Thơ
Ci siamo stati per la seconda volta e abbiamo confermato le impressioni positive. Si mangia bene e si spende il giusto (6 piatti, 5 birre, acqua, Tot 955.000 Dong).
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12 commenti:

  1. bellissimo post, come sempre...la foto dello zucchero filato insacchettato è stupenda! *__* una domanda: ma l'autista come/dove lo avete preso? e come funzionava di preciso, era a vostra disposizione tutta la giornata, o lo prenotavate di volta in volta a seconda del bisogno?

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    1. Contrattato il prezzo a Saigon, ci ha portati a Can Tho, è stato con noi due giorni e ci ha riportati a Saigon. Dormiva da un parente ma mangiava con noi e se avevamo bisogno lo chiamavamo. È stato gentilissimo!

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  2. Oh, no, sono rimasta indietrissimo! Recupererò tutto insieme, anche perché il Vietnam attira anche me!

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    1. Vai tranquilla Silvia, sto scrivendo con molta calma! (Anche perché ci metto un secolo per ogni singolo post...)

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  3. Finalmente ti vedo, ooooh! Io in ciabatte su un ponte come quello avrei fatto una bruttissima fine, garantito. Comunque questa cosa degli autisti prima o poi devo farla pure io, fanno parte delle agenzie locali?

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    1. Metto raramente foto dove ci sono io, ma questa mi faceva ridere :)
      Agenzie locali, fatto tutto direttamente in Vietnam. Per posti come questi avere un mezzo proprio è abbastanza indispensabile. Nei tragitti lunghi treno o autobus, o auto. Per quelli brevi ci siamo mossi in motorino (specialmente nel precedente viaggio lo abbiamo affittato spesso).

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  4. Sarà l'orario post pranzo.... ma berrei volentieri un caffè vietnamita!

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    1. È buonissimo, anche se come da noi c'è chi lo fa meglio e chi lo fa peggio. Il più buono, secondo me, è quello che lascia un retrogusto di cioccolato.

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    2. Ma quello dello zibetto? lo hai provato? Non quello acchiappaturisti a basso costo marca "Zibetto" eh. A me è rimasta lavoglia e non voglio andare al Combal zero a Rivoli dove lo offrono a 16 euri la tazzina!

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    3. Allora, il caffè di Zibetto hanno provato a rifilarcelo in tutti i modi. C'era una fabbrica (ne ho viste più di una a dire il vero) lungo la strada - infinita - per andare da Dalat a un tempio sperso nel nulla, con caffetteria degustazione per assaggiare il pregiato caffè. Abbiamo rinunciato, non mi attirava granché. Dici che mi sono persa una prelibatezza?

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    4. Purtroppo non te lo so dire perché non ho trovato dove assaggiare il caffé prodotto coi chicchi "scagazzati" dal nobile animaletto. Ho solo trovato il caffé marca zibetto con tanto di animale fotografato sulla confezione, che nulla ha a che vedere col "prelibato" infuso. Così come le pastiglie Leone o il balsamo di Tigre, niente hanno a che vedere con i rispettivi animali. Dove sei passata tu sai per certo che sitrattava di caffè prodotto nelmodo chetu certamente conosci?

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    5. Ho conosciuto un ragazzo italiano che ha un ristorante, il posto ce l'ha consigliato lui ma non so dirti se al 100% si trattasse di "cacchina" vera. Anche perché ho evitato.

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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