Diario di Viaggio in Vietnam
mercoledì 4 febbraio
Come al solito il cambio di fuso orario mi fa svegliare prestissimo. Aspetto l'alba guardando i tetti delle case dalla finestra e ormai sono smaniosa di uscire.
La giornata è dedicata alla scoperta della città.
Inizio a prendere confidenza col traffico, che inizialmente mi sembra semplicemente una follia. Infilarsi nelle rotonde è a dir poco spaventoso, sciami di motorini che sembrano entrarti dritti dritti nella portiera del taxi che si infila nelle strade senza troppi complimenti. Mi sono spaventata un paio di volte, quando ho visto arrivare in contromano un motorino carico di cristiani, dandoli per spacciati. Invece è tutto uno schivarsi e infilarsi, un flusso continuo che alla fin fine sembra anche avere un senso.
In strada vale sempre la regola del più forte, il più grande
ha si prende la precedenza sul più piccolo. Inutile dire che il pedone vale meno di niente (specialmente qui, che il più sfigato ha almeno la bicicletta).
Ecco perché il primo vero approccio col traffico di Saigon ce l'ho quando provo ad attraversare la strada.
Ci si fa l'abitudine eh, bisogna solo capire qual è il momento giusto per partire e mettersi in testa che una volta che sei andato non ti puoi fermare. Andatura costante (e occhi che guardano in entrambe le direzioni) e in qualche modo i motorini ti schivano. Pazzesco.