La stazione di Beppu è piccolina e all’ufficio informazioni una signorina (volontaria) ci è stata davvero utile. Ieri in Internet ho trovato l’indirizzo di un bagno privato, e oggi l’idea era di andare lì. Lei ci ha consigliato di andare in un altro posto, molto più bello ed economico, ci ha anche scritto in ideogrammi la richiesta di una sala onsen privata, nel caso la proprietaria non capisse la nostra richiesta. E’ stata gentilissima, non è una novità, ma fa sempre molto piacere.
Prendiamo il bus e visitiamo due dei nove “inferni”: spettacolari sorgenti d’acqua calda con caratteristiche diverse tra loro, molto turistiche ma davvero belle. Visitiamo il Tatsumaki Jigoku (la bocca dell’inferno), un geyser bollente che spara acqua ogni 40 minuti circa per qualche minuto, e il Chinoike Jigoku (lo stagno di sangue) un laghetto bollente rosso. Nel secondo c’è anche una vasca dove provare la temperatura dell’acqua mettendo i piedi a mollo. Una coppia di giapponesi ha fatto questa esperienza: avevano le caviglie e i polpacci color aragosta, secondo me stavano bollendo… Questi due inferni sono vicini tra loro e si arriva camminando per qualche minuto.
Prendiamo il bus e andiamo nella zona di Kannawa. Sembra un paesino un po’ sperduto e disabitato, dappertutto si vede un denso fumo bianco leggermente puzzolente alzarsi al cielo, dai tombini esce aria calda e bianca. Sembra di stare su un altro mondo.
E’ ora di pranzo e la zona non offre molti locali, tiriamo un po’ a caso e scegliamo un ristorante con le riproduzioni di ramen in vetrina. Sembra d’esser capitati per sbaglio in casa d’altri, l’arredamento è decisamente casalingo, ma non siamo soli: una coppia di turisti giapponesi e un signore (sicuramente cliente fisso, visto l’atteggiamento di confidenza) che succhia rumorosamente dalla sua ciotolona di ramen. Il proprietario prende l’ordine, gli chiediamo anche le uova cotte nell’acqua delle sorgenti bollenti…sono buonissime! Anche il mio ramen è decisamente il più buono mangiato fin’ora. Destiamo troppa curiosità, il proprietario del ristorante non resiste e attacca bottone. Quando scopre che siamo italiani non se ne capacita, dall’Italia per venire proprio a Beppu? Voi conoscevate Beppu e siete venuti apposta??? Non ci poteva credere, e allo stesso tempo ha cominciato a tirare fuori riviste, libri, cartine e quant’altro su Beppu, dandoci consigli su dove andare, cosa vedere, cosa fare… Poi ha attaccato a farci le foto, insomma, abbiamo faticato ad andare via!! Un pranzo indimenticabile davvero.
Una delle tante foto che il proprietario ci ha fatto
Dietro al ristorante c’è il punto informazioni, ne abbiamo avute tantissime dal ristoratore, ma entriamo lo stesso. L’accoglienza anche qui è molto calorosa, sono molto curiosi di sapere da dove veniamo e ci fanno compilare un questionario con varie domande e consigli che abbiamo da dare loro per migliorare i servizi ai turisti. Per ringraziarci ci regalano due bandiere degli onsen (bellissime)!! L’area esterna dell’info-point ha cucine all’aperto: calderoni in cui chiunque può cucinare carne e pesce, verdure e le uova che abbiamo mangiato anche noi poco prima. In un’altra area c’è il camminamento (gratuito) nell’acqua bollente con le pietre, si cammina seguendo un percorso circolare e ci si siede con i piedi in su per riattivare la circolazione.
Proseguiamo per una stradina e arriviamo all’onsen consigliato dalla signorina stamattina. E’ tutto in giapponese (insegna compresa) ma non è stato difficile trovarlo. Entriamo in casa, anche qui sembra non esserci nessuno come in tutta la via, ma quando suoniamo il campanello arriva una signora che ci fa accomodare nel bagno privato. E’ un po’ come prendere una stanza in un albergo a ore, paghiamo in anticipo per un’ora, e la camera è tutta nostra. C’è una stanza con dei cestini per i vestiti e le proprie cose dove ci spogliamo, e si esce nella sala all’aperto dove c’è la vasca d’acqua termale (ustionante).
Ci si lava per bene fuori, stando sullo sgabellino e sciacquandosi con la bacinella di legno e poi ci si immerge. Che goduria! L’impatto è incredibile, ma ci si aiuta con il tubo dell’acqua fredda per acclimatarsi. E’ un’esperienza imperdibile, è l’unico modo per chi come noi ha molti tatuaggi di accedere a queste vasche, ed è molto intimo perché si può stare insieme (i bagni pubblici sono divisi tra uomini e donne). Uscita dalla vasca ho avuto un piccolo calo di pressione, ma sotto la doccia fredda mi sono ripresa subito. Che bella sensazione, mi sento leggerissima! Un’ora è volata e ce ne andiamo, anche se a dire il vero nessuno è venuto a cacciarci, anzi quando usciamo la casa sembra di nuovo deserta, a parte il cane sonnolento nella cuccia in cortile. Ci sembra brutto andar via senza salutare, ma abbiamo paura di disturbare suonando il campanello solo per dire ciao.
Facciamo una passeggiata e torniamo alla fermata del bus. Ci sarebbero molti altri posti dove andare, ma siamo soddisfatti così, torniamo alla stazione.
Prenotiamo i biglietti del treno che partirà tra meno di un’ora e beviamo un caffè freddo da Mr Donuts per far passare il tempo. Sul treno siamo nella prima carrozza, subito dopo la prima classe (che è vuota). A differenza dell’andata in cui abbiamo dormito tutto il tempo siamo belli svegli e in vena di curiosare in giro. Il bagno del treno è pazzesco, sembra di essere in un albergo di lusso ed è ultra-pulito.
Lore sparisce per un po’, poi mi viene a chiamare: entriamo nel vagone della prima classe, da dove si vede l’autista del treno nella sua cabina. Subito dietro di lui c’è una panchina, ci si può sedere lì a vederlo guidare il treno, un’esperienza personalmente emozionantissima. Da qui si percepisce molto di più la velocità, oltre all’abilità di chi sta guidando (sembra facile!). Non torniamo più al nostro posto, qui è troppo più bello, e ci restiamo finchè non arriviamo a Fukuoka.
Un breve video dell'autista del treno
Stasera andiamo a mangiare in un ristorante che da fuori ci sembra alla buona e invece è abbastanza di lusso. Il personale è composto da ragazzi molto giovani, sia i camerieri che i cuochi, che sembrano usciti dalle pagine di una rivista di moda. Il locale è prevalentemente nero, con due eleganti sale divise da una parete scorrevole di legno (aperta). Ci fanno togliere le scarpe e ci consegnano la chiave dell’armadietto in cui le hanno messe, ci fanno accomodare in un tavolo basso ma Lore dice subito NO, NO, NO e indica il tavolo con il buco per infilare le gambe (!!) allora ci accomodiamo e ci portano il menu. TRAGEDIA. E’ tutto in giapponese, senza foto, non esiste menu in inglese, tra tutti i ragazzi del personale nessuno parla inglese, neanche una parola. Una delle ragazze imbarazzatissima ci manda il biondino che sembra il più convinto, ma non c’è verso, non ci capiamo. Lore gioca l’ultima carta, lo acchiappa e lo porta fuori (chissà cos’ha pensato!!) gli indica qualche foto attaccata fuori e tornano tutti e due. Ricapitolano l’ordine (!!) un’insalata, un hamburger di pollo, una coscia di pollo e una tempura di pollo (il ristorante, se non si era capito, è di pollo, si chiama infatti Chicken-qualcosa). Sembra che ce l’abbiamo fatta, i piatti iniziano ad arrivare anche se in un ordine un po’ strano, uno per volta con parecchio tempo tra uno e l’altro. Manca solo la tempura, aspettiamo. Nel tavolo dietro di noi intanto il tasso alcolico raggiunge picchi allucinanti, la gente strilla e ride ad un volume esageratamente alto. La tempura non arriva. La birra è finita. In cucina il cuoco sembra aver finito di cucinare, guardo il cameriere ma non ha nessuna espressione che mi faccia capire qualcosa, se ci fossero arrivati tutti i piatti verrebbe a chiedere se vogliamo altro no? Ma forse sono terrorizzati e nessuno vuole venire a parlarci, allora ci alziamo (e noto un certo sollievo nei loro volti…). Recuperiamo le scarpe e paghiamo: una cifra esagerata, per due piattini e un’insalata. Guardo lo scontrino, c’è una voce in più, che sia la tempura che non ci è arrivata? Eppure la voce dice per due: due tempura?? Provo a chiedere spiegazioni ma c'è proprio verso di capirsi, allora rinuncio, pago e usciamo.
Passiamo a prendere una birra al market e finiamo questa favolosa giornata in camera.
P.S. . Lì per lì mi sono rassegnata a pensare che per la prima e unica volta avessimo pagato il coperto, (ben 3 euro di coperto a testa), ma ero curiosa di soprire cosa era davvero. Ho conservato lo scontrino, e testona come sono sono riuscita (con il dizionario, google traduttore e un blog molto interessante) a svelare il mistero. C’è scritto o-tooshi, e ho scoperto che si tratta di una specie di aperitivo che servono in alcuni posti appena ti siedi al tavolo, come fosse un antipasto obbligatorio a pagamento. Evviva!! Ho capito!! Peccato che….non ci è stato portato nessun aperitivo! Mah!
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Info pratiche:
Treno Fukuoka-Nagasaki
LTD EXP SONIC - 127 minuti - circa 3.700 yen
Mappa di Beppu
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