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venerdì 22 agosto 2025Aggiornato il:

Diario di viaggio in Cina 2025 - Pechino

 Tornare in Cina dopo tanto tempo è un'emozione pazzesca. L'organizzazione del viaggio mi ha tenuta impegnata per diversi mesi: scegliere un itinerario per tre settimane (che sembrano tante ma sono invece pochissime) non è stato semplice. La preparazione però  è una delle parti del viaggio che adoro, mi piace davvero moltissimo organizzare da sola i miei viaggi. Questo è il motivo per cui non partirei mai con un viaggio organizzato, che gusto c'è? 

La Cina però non è una destinazione semplice, me ne rendo conto. A chi ha poco tempo o poca dimestichezza col fai da te io consiglio di affidarsi ad una agenzia: gestiscono loro gli spostamenti, gli ingressi, le tappe, voi vi godete il viaggio e loro pensano a tutto. Ci sono anche i Travel Designer (che in un'altra vita è quello che avrei voluto essere io) che stilano l'itinerario in base ai vostri gusti e desideri, una giusta via di mezzo tra il fai da te e il viaggio organizzato, ma devono essere specializzati sulla meta che desiderate. Per capirci è il lavoro che fa Anna per la Finlandia e Michela per il Giappone.  Per la Cina personalmente non ne conosco nessuno, se avete dei nomi scriveteli pure nei commenti. 

Prima di passare al diario di bordo segnalo gli itinerari dei miei precedenti viaggi in Cina, se volete avere altri spunti per organizzare il vostro viaggio:


In questo blog troverete sempre informazioni gratuite basate sulla mia esperienza, nel diario di viaggio c'è il mio personale racconto (che può essere di ispirazione, almeno lo spero) e al fondo ci sono le informazioni pratiche.

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Diario di viaggio in Cina
29-30 luglio 2025

Volare con AirChina

Rispetto all'ultima volta in cui avevo volato con AirChina ho notato differenze abbastanza evidenti. Ormai quasi tutti gli aerei hanno modificato la disposizione dei posti, dal classico 2 - 4 - 2 sono passati al 3 - 3 - 3, guadagnando un posto in più per fila e diminuendo per forza di cose lo spazio tra i sedili. Ho rinunciato al posto finestrino preferendo la fila centrale, perché già immaginavo di dover fare alzare due persone che magari (sicuramente) stavano dormendo ogni volta che dovevo andare in bagno. O, peggio, di finire con lo stare seduta 10 ore per non disturbare nessuno. 

All'andata dunque il posto centrale dei tre è capitato a me, me lo sono fatto andare bene, di fianco avevo solo mio marito da disturbare a piacimento per alzarmi, dall'altra una ragazza cinese carinissima che ha dormito quasi tutto il tempo. Sul sedile ho trovato solo la copertina e le cuffie. Nello spazio un po' angusto sono riuscita comunque a disegnare (ho subito inaugurato il mio sketchbook), a vedere un film (poca scelta di film sottotitolati, ho visto Mulan in inglese), a dormire un paio d'ore. 

Il cibo è stato un po' deludente, e non comprendo questa abitudine nel servire subito da bere per poi far arrivare il pasto molto tempo dopo. Praticamente o bevi o mangi, le due cose insieme non sono previste. In dieci ore hanno servito due pasti quasi identici e nessuno snack intermedio. 

AirChina
Poco prima dell'imbarco 


Arrivo a Pechino 

Siamo atterrati a Pechino puntuali alle 5:30 del mattino (ora locale, 6 ore avanti rispetto all'Italia) la fila per l'immigrazione era scorrevole ma io cristonavo perché non riuscivo ad attivare la eSim. Facilissimo, dicevano. La installi il giorno prima di partire e appena arrivi si attiva praticamente da sola. Col cacchio! Il mio telefono non ne voleva sapere, e se dovessi spiegare come ho fatto non saprei davvero dirlo dato che lo ha fatto Lore mentre io lottavo contro l'istinto di buttare il telefono nel primo cestino, perché sono una persona per niente impulsiva.

Comunque, arriva il mio turno al controllo passaporti e prima novità: è tutto computerizzato e il lettore ti parla nella tua lingua. Mi è mancato lo shock culturale e linguistico, non c'è più l'omino che ti parla in cinese con te che non capisci una cippa. Cioè, lui è lì, ma c'è una macchina che ti parla al posto suo, nella tua lingua, troppo facile così. In cinque minuti stavamo già aspettando il treno per andare al ritiro bagagli.

Prima di uscire dall'aeroporto abbiamo due questioni da sbrigare. La prima, più urgente, è trovare una smoking area perché altrimenti Lore smatta. Ho l'occhio allenato, trovo subito l'indicazione giusta. La seconda è prendere una sim fisica, perché il telefono di Lore non supporta eSim ed essendocene accorti troppo tardi non avevamo molte alternative se non quella di partire alla sperindio. Troviamo subito un banchetto della China Mobile. Alla fine, alla stessa cifra, lui si è ritrovato con 80 giga (OTTANTA) e un numero cinese che ci è tornato utile durante il viaggio, e io con i miei 8 (OTTO) miseri giga da centellinare per farli durare quasi un mese. Avevo talmente l'ansia di finirli che mi sono autoimposta un sano detox digitale. Ed è stato bellissimo. 

Uso per la prima volta Alipay per fare i biglietti del treno, poi andiamo a prendere la metro e finalmente siamo davvero a Pechino! È mattina presto ma ci danno subito la camera per fortuna. Per questioni logistiche soggiorniamo nell'albergo della stazione ovest, domattina abbiamo il treno alle 7. Ciò significa che trascorreremo solo 24 ore a Pechino. 

Qianmen Street Beijing
Qianmen Street Beijing 


Pechino in un giorno

Doccia e pisolino. Dobbiamo assolutamente dormire perché siamo in piedi da un secolo, ma non troppo altrimenti ci bruciamo la giornata e stanotte la passiamo svegli. Imposto il timer sul telefono e svengo per un paio d'ore. 

Cosa fare a Pechino in un giorno? È la quarta volta che veniamo in questa città che adoro, per cui abbiamo previsto una sola notte e un itinerario che comprendesse posti che non avevamo visto le volte precedenti. Ovviamente se è la vostra prima volta in Cina dovreste considerare di dedicare a Pechino non meno di quattro giorni (cinque sarebbe meglio).

Dunque la nostra prima tappa è Qianmen Street, che è una lunga strada pedonale che incrocia tante viuzze tradizionali (hutong) e arriva fino a Piazza Tienanmen. Usciamo dalla metro e per incontrare la via principale facciamo un pezzetto di hutong dove ritrovo l'atmosfera pechinese che mi piace tanto, notando però l'estrema pulizia ed eleganza. È come se Pechino si fosse rifatta completamente il trucco, togliendo quella patina di antico per mostrarsi tirata a lucido, bellissima e ringiovanita. 

Quello che mi colpisce davvero però è l'odore. La quasi totale conversione all'elettrico ha eliminato lo smog, l'aria è pulita, il cielo è azzurro, limpido, il traffico non genera più quell'inquinamento acustico che stordiva e obbligava ad abituarsi al frastuono. L'unico rumore di fondo che accompagna la nostra passeggiata è generato dalla gente che parla a voce alta, dalle musichette dei negozi, dal suono dei trenini che portano i turisti su e giù lungo il viale alberato.

Lore si fa tentare da un venditore di spiedini, io mi perdo in un negozio di belle arti dove trovo il primo timbro (la Cina è diventata il regno dei collezionisti di timbri, ho riempito almeno tre quaderni) e il mio primo acquisto: ho preso un album travel size con pagine da 300 grammi e una mini palette di acquerelli da attaccare al quaderno con la pinza. Non avevo grosse aspettative e invece il pigmento è coprente e corposo, perfetto per i miei disegni di viaggio (avrò molto tempo per dipingere durante i viaggi in treno, non vedo l'ora). 

Per pranzo ci spostiamo in Wangfujing e poi andiamo a Jingshan, il parco da cui si vede la Città Proibita dall'alto. Ci arriviamo poco prima del tramonto perché a Pechino fa buio presto. Non posso credere che la giornata stia già finendo ma poi guardo il panorama e mi sento felice. 

Il parco è bellissimo ma pieno di gente, un sacco di turisti occidentali, un sacco di gente che sgomita per farsi fare una foto fingendo che il posto sia deserto. In questo momento mi sembra di vivere in un reel Instagram VS realtà, e ho la sensazione sgradevole che alcune persone siano qui solo per mettere una bandierina sul mappamondo o l'ennesima foto uguale a tante altre sui social, senza godersi l'emozione di ciò che vedono e del luogo in cui si trovano. Ma è solo un attimo, mi sposto in un angolo meno ambito e meno affollato e mi godo il panorama, grata di essere qui, consapevole del mio privilegio di essere libera di viaggiare e di visitare posti che amo.

Jingshan Park
Jingshan Park e la Città Proibita dall'alto 


Usciamo dal parco che ormai è buio pesto, siamo a due passi dal lago Beihai, il perimetro delle mura della Città Proibita è davanti a noi. Vedo passare l'autobus 109 e riconosco la scritta in cinese, arrivo alla fermata che mi dà la conferma, quel pullman va proprio in stazione ovest. La soddisfazione nel riuscire a leggere correttamente qualche ideogramma cinese mi esalta! Decidiamo quindi di prenderlo, guardando le luci dei palazzi dal finestrino mentre attraversiamo la città per tornare in albergo. 

Rivedo posti che mi sono familiari, ristoranti in cui abbiamo mangiato, vie in cui abbiamo camminato. Chissà se esistono ancora quegli hutong polverosi dove la mattina la gente si metteva in fila per i bagni pubblici, quelle vie che si riempivano di venditori ambulanti che servivano bao caldi e noodles. Sono proprio nostalgica eh?

Andiamo a dormire il più tardi possibile ma alle 2 sono già sveglia. Colpa del jet lag, ma forse è anche emozione per la partenza: tra poche ore saremo su un treno per raggiungere la prima vera tappa di questo viaggio.


- continua -

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Info pratiche:

  • Volo Malpensa-Pechino (diretto 10 ore) AirChina

Preso a gennaio su trip.com (circa 800 € diretto a/r con andata su Pechino e ritorno da Shanghai) In fase di prenotazione ho potuto scegliere i posti e nel costo del biglietto è compreso il bagaglio a mano (borsetta + trolley cabin size) e il bagaglio da stiva (max 23 kg).

  • Dall'aeroporto di Pechino Capital alla città: 

Capital Airport Express 25 ¥ . Trovare il treno è semplicissimo, basta seguire le indicazioni subito dopo il ritiro bagagli e la biglietteria automatica è anche in inglese. Potete usare Alipay o contanti: ci sono diversi ATM per prelevare nel terminal e anche dei banchi in cui potete cambiare gli euro. Prima di partire leggevo che il contante in Cina è sparito, ma non è vero. Anzi, nei posti in cui il mio telefono non prendeva mi sono tornati davvero utili. In alcuni posti ho anche pagato con la carta, ma non tutti hanno il circuito Mastercard.

  • Metro per albergo: la tariffa è in base alla distanza e parte da 2 ¥

Basta selezionare la stazione di arrivo per conoscere la tariffa e il percorso migliore per raggiungerla. Se sbagliate tariffa e pagate di meno ai tornelli di uscita si accenderà la luce rossa e dovrete andare ai gabbiotti dei biglietti per pagare la differenza. 

  • Albergo a Pechino, la mia scelta: Riuerway Hotel Chain

Nella stazione Beijing West, scelta obbligata per riuscire a prendere il treno delle 7 del mattino seguente. Stanza molto carina con vista sul l'enorme piazzale della stazione con acqua gratuita, bollitore con te (il caffè me lo sono portata dall'Italia), bel bagno e letto comodissimo. Ci sono tante prese, sia normali che USB. Alla reception non parlano inglese ma abbiamo comunicato col traduttore sul telefono ed è andata benissimo, anche perché abbiamo ottenuto la camera ben prima dell'orario indicato di check-in senza doverlo nemmeno chiedere. 

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