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giovedì 5 settembre 2019Aggiornato il:

Copenaghen a modo mio

Copenaghen a modo mio:

la mia toccata e fuga in Danimarca in occasione di un compleanno speciale.

Un mio carissimo amico abita in Danimarca, e a luglio abbiamo deciso di festeggiare il suo compleanno a Copenaghen. Siamo stati solo tre giorni scarsi, ma sono stati sufficienti per averne un assaggio soddisfacente. Devo dire che mi è piaciuta molto ma non l'ho amata alla follia, e provo a spiegarne il motivo in questa "Copenaghen a modo mio".

gattosandro viaggiatore
Copenaghen

Copenaghen a modo mio:

  • Pernottamento
    (di appartamenti danesi e cacce al tesoro)

Il nostro volo ha portato quasi un'ora di ritardo, e tra una cosa e l'altra siamo arrivati a Copenaghen tardissimo. Erano quasi le 23 e c'era ancora la luce del tramonto a rischiarare il cielo.
Quanto è bello uscire dalla metro, in una città che non conosci, e trovare un amico che ti aspetta?
- Prima cosa da fare: trovare la casa che abbiamo prenotato. Pratica sbrigata abbastanza in fretta.
- Seconda cosa da fare: seguire le indicazioni scritte dal proprietario per cercare le chiavi dell'appartamento. La faccenda si complica.

La caccia al tesoro ha visto protagonisti tre deficienti che dopo aver decifrato gli indizi si sono messi a vagare (ormai al buio) in una via residenziale di Copenaghen alla ricerca di un ripostiglio di legno con una scatola attaccata.
Abbiamo poi individuato la piccola cassaforte che conteneva le chiavi di casa.
E ci siamo accorti che di queste "scatolette" in giro ce ne sono tantissime. La versione moderna - e più sicura - della vecchia chiave sotto allo zerbino.

Sorvolo sul fatto che ci ho messo un po' a capire che le serrature danesi girano al contrario, ma soprattutto sul fatto che per entrare devi girare contemporaneamente la chiave e la maniglia (che implica l'obbligo di avere entrambe le mani libere) e vi dico subito che la casa era davvero bella. Il nostro appartamento è uno splendido bilocale con pavimento in legno, ampie finestre e un cucinino super accessoriato.


Le case danesi hanno due particolarità: 
- non ci sono né persiane né tende, quindi d'estate o dormi con la mascherina o ti svegli alle sette pensando che sia mezzogiorno;
- oltre alla porta di ingresso hanno una porta di servizio (la nostra era in cucina) che permette di scendere direttamente in cortile, dove oltre alla lavanderia comune, ai giochi per i bambini e ai tavoli con le panche ci sono tutti i bidoni della raccolta differenziata e le rastrelliere per le biciclette.

Ammetto che vivere così non deve essere mica brutto.

In mezzo a tanta perfezione segnalo solo la mancanza del bidet in bagno, ma sappiamo tutti che questo è un privilegio a cui ci tocca spesso fare a meno all'estero.

gattosandro viaggiatore
In foto:
- atterraggio al tramonto
- il mio primo hot dog danese
- il cielo notturno di Copenaghen
- noi tre a casa



  • Mangiare a Copenaghen
    (di cibo danese e cene casalinghe)


Nella lista dei piatti tipici di Copenaghen troverete gli hot dog, di cui siamo ghiotti, come sapete. Sono buonissimi con quel trito di cipolle croccanti irresistibili (anche se le digerisco dopo due giorni) ma se nella lista dei piatti da mangiare assolutamente in una città trovo al primo posto lo street food c'è evidentemente una carenza.

Gli altri piatti tipici sono il merluzzo bollito e le aringhe. Passo.

L'unica cosa tipicamente danese che ho assaggiato sono gli smørrebrød. Una fetta di pane di segale imburrata e ricoperta da vari ingredienti che nel mio caso sono gamberetti e uova sode. Devo ammettere che mi è piaciuto, l'accostamento di sapori non è niente male ma alla fine è una specie di tramezzino aperto. Che costa pure caro (come tutto, a Copenaghen).

Non so, l'aspetto culinario nei miei viaggi gioca un ruolo fondamentale e la cucina danese per me è un grosso no. Un po' per questo motivo, un po' perché quando siamo in compagnia ci basta stare insieme, abbiamo sempre cenato a casa. D'altra parte mi piace vedere i supermercati dei posti che visito e mi sono divertita anche facendo la spesa.

La prima sera ci siamo scialati con costolette di agnello arrosto, patate e vinello. La seconda sera abbiamo scofanato una buonissima carbonara. Ma c'è una cosa che mi ha lasciata abbastanza perplessa. Dici Danimarca e pensi all'ecologia. In cima alle classifiche dei paesi più felici, più green, dove le auto sono quasi bandite in favore di biciclette, dove la natura è importante e l'energia pulita è il futuro. Ecco. Abbiamo fatto la spesa per due giorni e siamo riusciti a produrre un sacco di rifiuti.
La carne, ad esempio, era avvolta in tre strati di plastica, impacchettata in un quarto strato e confezionata in una scatola. Alla faccia del packaging ecosostenibile.

gattosandro viaggiatore
In foto:
Hot Dog (e i miei compagni di viaggio) /
un chiosco storico / ostriche / ancora hot dog / birrette / la "nostra" cucina / 
smørrebrød

  • Itinerario
    (di lunghe camminate e tappe fisse)


Copenaghen, al netto di tutte le critiche scritte fin'ora, è una città bellissima. Il primo giorno abbiamo coperto, a piedi, una distanza di circa 9 chilometri. 

Partiti da casa abbiamo fatto una prima tappa a Christiania, poi attraversato un piccolo ponte ci siamo fermati in un locale sul fiume molto carino dove la birra è buona e si può anche mangiare qualcosa (si chiama Christianshavn boat rental & Café e si trova in Overgaden Neden Vandet 29). Per orientarmi in questa zona il mio punto di riferimento è stata la Chiesa del Nostro Redentore, che con i suoi 90 metri spunta sopra ai tetti e mi ha fatto da bussola. È una chiesa barocca con una guglia con una scala a spirale esterna su cui si può salire per vedere la città dall'alto.

Siamo arrivati al ponte Knippels e siamo passati davanti al palazzo della borsa (Børsen), con la particolare Guglia del Drago alta 56 metri. Poco dopo c'è il Palazzo di Christiansborg (sede del parlamento danese e degli uffici del primo ministro e della suprema corte di Danimarca) e il Museo Thorvaldsen.

Attraversato il ponte (ci sono un sacco di ponti) verso nord siamo arrivati in una delle zone più belle secondo me. Partendo dalla piazza con la fontana delle cicogne abbiamo percorso tutta la via pedonale Strøget fermandoci a prendere un hot dog al chiosco e infilandoci in tutti i negozi di souvenir incontrati lungo la strada. Ci siamo poi persi nelle stradine interne, una più bella dell'altra, e siamo finiti al Lego Store. Vuoi non entrare a dare un'occhiata?

Siamo tornati indietro prendendola un po' larga, attraverso il Boulevard Andersen passando davanti ai Giardini di Tivoli e al Glyptotek.

Il secondo giorno (sempre a piedi, e sempre passando da Christiania) siamo andati a Nyhavn, che significa porto nuovo ma in realtà è l'antico porto di Copenaghen. È uno dei posti più belli e caratteristici della città, con le case colorate che si affacciano sul canale, i locali, e i turisti. Tanti, tantissimi turisti. La Danimarca in generale non è affatto economica, ma penso che questo sia uno dei posti più cari della città. Ci siamo fermati in uno dei tanti ristoranti sapendo che avremmo speso uno sproposito, e così è stato. Ma ne è valsa la pena, e ogni tanto in vacanza si può anche fare uno strappo alla regola.

Stavamo tornando indietro e siccome dovevamo attendere il passaggio di una barca per attraversare abbiamo avuto la brillante idea di fermarci a prendere un caffè. Vi giuro che non ho mai grosse pretese in fatto di caffè all'estero, mi faccio sempre andare bene quel che trovo, ma non mi era mai successo di far fatica a buttarlo giù. Tre caffè orrendi per 90 corone, in questo posto che cito solo per consigliarvi caldamente di evitare se volete un espresso: The Corner (Strandgade 108, davanti al Butterfly Bridge).

Durante questo breve itinerario di Copenaghen ho nominato più volte Christiania, e l'ho fatto per due motivi: 
  • casa nostra era praticamente lì, quindi ci passavamo per forza per andare in centro e per rientrare
  • è il mio posto preferito di Copenaghen, dove abbiamo trascorso le serate e dove abbiamo anche passato un intero pomeriggio a giocare a backgammon 


Christiania è stata fondata negli anni 70 da una comunità hippy che ha occupato una base navale dismessa. Non ho idea di come fosse in origine, di sicuro è cambiata molto nel corso degli anni ma credo che abbia mantenuto lo stesso spirito libero che non si riduce solo in quel che si vende in pusher street, ma nel modo di vivere pacificamente in una piccola isola felice piena di artisti, botteghe artigiane e locali. Arrivando dall'ingresso principale c'è un piccolo ufficio informazioni dove si possono organizzare visite guidate, ma la si può visitare liberamente rispettando la privacy degli abitanti e il divieto di fare foto in alcune zone.

Se ve lo state chiedendo, no, io non fumo erba o hashish, mi piace Christiania perché è un posto secondo me bellissimo e molto stimolante a livello artistico e sociale. 

gattosandro viaggiatore
In foto:
la piazza con la fontana delle cicogne / i Giardini Tivoli / canali / Nyhavn / vie pedonali
gattosandro viaggiatore
Christiania
gattosandro viaggiatore
Christiania (zona residenziale e laghetto)



  • Clima
    (di come si fa a chiamarla estate)


Sono stata sfortunata, diciamolo. Nel poco tempo trascorso qui ho visto il sole solo il primo giorno. Per il resto ho patito il freddo, e questo ha influenzato il mio giudizio generale. Diciamo che girare in felpa e giubbotto di pelle sotto la pioggia, pensando che avrei fatto meglio a portarmi dietro anche una sciarpa e gli stivali pesanti cozza un po' col mio concetto di estate.
Una nota positiva però c'è stata: dormire arrotolata nel piumone sapendo che a Torino c'erano temperature roventi è stata una bella consolazione!

Posso quindi consigliare il classico abbiagliamento a cipolla (se esce il sole fa caldo) con una piccola accortezza: portate una giacca antipioggia, che l'ombrello è inutile e lo usano in pochissimi. Se affittate un appartamento come ho fatto io chiedete al proprietario se c'è il phon, dato che nel mio non c'era (sono uscita con i capelli bagnati di sera e c'erano circa 15 gradi, non proprio salutare). 

gattosandro viaggiatore
Lo ammetto, è bella anche sotto la pioggia

  • Considerazioni finali
    (di pensieri sparsi e banalità)


Non ho la percezione totale di quanto sia costata effettivamente questa vacanza, ma di sicuro è una delle città più care in cui sia mai stata. 

Mi ha colpito la pulizia e il rispetto non solo delle regole, ma della città vissuta come un bene prezioso di cui aver cura. Per certi versi può quasi sembrare finta per quanto è perfetta, e questo da un lato mi affascina e da un lato mi inquieta. Forse ho scoperto di sentirmi più a mio agio nel caos, e questo probabilmente spiega il mio amore per certe mete.

Probabilmente ho saltato un sacco di posti che avrei potuto visitare, ma per me Copenaghen è stata soprattutto l'occasione per stare con una persona a cui sono molto affezionata e sono felice di averla vissuta così.


gattosandro viaggiatore
Brindiamo al prossimo viaggio!

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Info pratiche


Volo Easy Jet da Malpensa (comprato con largo anticipo, pagato circa € 50)
Siamo partiti con quasi un'ora di ritardo, arrivando a Copenaghen alle 22. L'aeroporto di Copenaghen ha un terminal solo, ma Easy Jet opera al gate F, l'ultimo, quello più lontano all'uscita. Per attraversare tutto l'aeroporto ci si impiega come minimo un quarto d'ora.
Nei pressi dell'uscita si trovano facilmente le indicazioni per il treno o la metro. I biglietti si fanno alle macchinette automatiche ma c'è anche una biglietteria.
Con la metro abbiamo raggiunto la nostra fermata (Amagerbro) in poco più di 10 minuti.

Muoversi a Copenaghen
Noi abbiamo preferito muoverci a piedi, ma Copenaghen è servita da un servizio metro che funziona tutti i giorni 24 ore su 24. Non è economica: il biglietto singolo costa 24 corone (circa € 3.20).
Esistono anche delle card che durano da 24 a 120 ore e costano da € 54 a € 133 che comprendono corse illimitate sui mezzi pubblici (compreso il trasporto da e per l'aeroporto) e ingressi a diverse attrazioni come i Giardini di Tivoli e i tour dei canali. 

Pernottamento
Abbiamo preso un appartamento su Airbnb, ed è stata una scelta azzeccata perché abbiamo usufruito della cucina e ci siamo trovati davvero benissimo spendendo sicuramente meno rispetto ad un hotel (io avrei optato anche per l'ostello, ma non saprei quanto avremmo risparmiato).
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6 commenti:

  1. Anch'io ho u 'amica che si è trasferita a Copenaghen, ma non sono mai andata a trovarla. C' ero stata secoli fa (per darti un'idea c'era ancora la lira) e l'avevo trovata bella ma non da amore a prima vista, sarà che faceva un freddo maiale. Però ero rimasta sconvolta - già allora - dal fatto che i mezzi pubblici spaccavano il secondo (stile Giappone) e i danesi gentilissimi, non facevi in tempo ad aprire la cartina che si avvicinavano per chiederti se avessi bisogno di aiuto. Il problema è che era cara come il fuoco. Ok che io ero più giovane e più squattrinata, ma fai conto che il biglietto del cinema costava l'equivalente di 17milalire!
    E tu mi confermi che è ancora cara.

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    1. Tra l'altro per salire sulla metro non ci sono tornelli ma TUTTI pagano il biglietto. Questa cosa mi sconvolge 😅
      Per dirti, tre birre e due piatti ci sono costati 500 corone...

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    2. Credo che per loro non pagare un servizio sia inconcepibile. Anche nella metropolitana di Berlino non ci sono tornelli, e anche lì pagano tutti. Mi piacerebbe vedere cosa succederebbe da noi!

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    3. Anche il fatto che la metro sia in funzione 7 su 7, 24 ore su 24, ed è automatica come la nostra di Torino che invece chiude prestissimo.

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  2. Adoro questo genere di post!
    In effetti quattro strati di plastica per ricoprire la carne battono qualsiasi tentativo di essere green :/ non me lo sarei mai aspettata da un Paese del Nord Europa. Ora però voglio il link della casa, ché sono troppo curiosa di vederla!

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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