Cinque giorni a Catania: cosa fare e cosa vedere nei dintorni
Il mio racconto di viaggio con informazioni utili per organizzare la visita.
ARRIVO A CATANIA
Al momento del mio viaggio (inizio ottobre) gli orari dei voli Ryanair da Torino erano decisamente comodi: siamo partiti la domenica mattina [8:50-10:40] e siamo tornati il giovedì sera [17:25-19:25]. Volo puntualissimo all'andata, partito con un'ora di ritardo al ritorno.
A Caselle ho lasciato l'auto nel parcheggio Low Cost, è abbastanza vicino ed economico (per 5 giorni ho speso €20).
L'aeroporto di Catania è molto vicino alla città. La fermata degli autobus si trova appena usciti dall'aeroporto. Il biglietto si fa alle macchinette (costa 4 euro) e i passaggi sono piuttosto frequenti. Neanche dieci minuti d'attesa e saliamo su ALIBUS che in un quarto d'ora ci porta a destinazione. Guardando su maps ho visto infatti che c'è una fermata molto vicina all'appartamento che ho prenotato.
Parlando di autobus cittadini, la corsa singola costa €1 e il giornaliero €2.50. Io non ne ho usufruito perché mi piace esplorare le città a piedi e il centro di Catania ha una dimensione che lo permette senza troppa fatica.
DOVE DORMIRE A CATANIA
Non conoscendo la città ho cercato una sistemazione abbastanza centrale, optando per un appartamento. La soluzione si è rivelata perfetta sia per la posizione (in poco tempo sono arrivata ovunque a piedi) che per l'accoglienza (la proprietaria di casa è gentilissima).
Ho scelto Little Home in via Umberto I, un appartamento trovato su booking a un buon prezzo (65 euro a notte). Noi eravamo solo in due ma i posti letto sono per quattro persone, e comunque ammetto di aver scelto questo posto non tanto per l'appartamento quanto per la terrazza, che è davvero splendida.
Le zone migliori in cui soggiornare, secondo me, sono in zona centro, San Berillio e San Cristoforo. Non ho avuto necessità di noleggiare un'automobile: da Catania ci si muove molto bene sia in treno che in autobus per visitare i dintorni.
COSA FARE A CATANIA
In cinque giorni sono riuscita a fare un sacco di cose, escursioni comprese. Ho suddiviso le visite giorno per giorno nel mio classico diario di viaggio:
- Primo giorno - Catania
- Secondo giorno - escursione a Siracusa
- Terzo giorno - escursione a Taormina
- Quarto giorno - Catania
- Quinto giorno - Catania
Primo giorno CATANIA
Appena arrivati in aeroporto ho scritto alla proprietaria di casa per avvisare che saremmo arrivati per ora di pranzo. La signora, gentilissima, mi aveva detto che mi avrebbe dato le chiavi il prima possibile e così è stato. "Simona, c'è solo un piccolo problema" mi dice al telefono con un marcato accento siciliano che mi fa subito simpatia. Il piccolo problema è che da un paio di giorni l'ascensore è fuori servizio, ma dovrebbero aggiustarlo il prima possibile. Che sarà mai, non c'è problema, siamo giovani e atletici, stia tranquilla.
Prendiamo l'autobus e scendiamo a due passi da via Umberto I.
Prima di citofonare ci prendiamo un caffè al chioschetto sotto casa e lo scrivo solo perché ancora adesso non me ne capacito: ho pagato €1,60 per due caffè! Ma quale sogno di trasferirmi in estremo oriente, io voglio vivere a Catania per sempre.
Le scale sono una mazzata, tre piani di un vecchio palazzo che corrispondono a cinque di uno moderno, ma l'appartamento è bellissimo e la signora è tenerissima quindi va bene lo stesso. Il tempo di cambiarci (il clima qui è ancora estivo) e usciamo.
Prima tappa in Piazza Carlo Alberto, dove i banchi del mercato hanno già smontato ma c'è un locale aperto dove ci fermiamo a mangiare qualcosa. Ascoltando i discorsi del tavolo vicino ho sentito che questa piazza è migliorata parecchio da quando hanno aperto dei locali che stanno aperti anche di sera.
Ci incamminiamo verso il centro e arriviamo nella famosa via Etnea con stupendi palazzi e tanti negozi. Lunga circa tre chilometri, va da Piazza del Duomo al Tondo Gioeni. Arrivando in Piazza Stesicoro si possono vedere le rovine dell'anfiteatro romano inglobate nella piazza e circondato dai palazzi barocchi.
Deviamo di poco, e in via Vittorio Emanuele II entriamo a visitare il Teatro Antico e l'Odeon.
Arriviamo al Monastero dei Benedettini in tempo per partecipare alla visita guidata, assolutamente raccomandata per conoscere l'affascinante storia di questo edificio che oggi ospita l'università di Catania. Visitando Catania sentirete spesso nominare l'eruzione dell'Etna del 1669, e nel cortile del monastero potrete vedere i resti della colata lavica che distrusse buona parte dell'edificio. Durante la visita ci si addentra nei chiostri, nelle antiche cucine e nei sotterranei. Lo shop vicino alla biglietteria merita una visita, se vi piacciono i souvenir originali.
Torniamo verso casa riattraversando il centro in cerca di un posto dove mangiare, dato che è già ora di cena. Scegliamo i Due Mori, dove prendiamo due abbondanti piatti di pesce.
Secondo giorno ESCURSIONE A SIRACUSA
Usciamo abbastanza presto e andiamo in stazione, questa mattina si va a Siracusa. Il treno è puntuale, pulito, economico. Mi godo la vista panoramica dal finestrino e dopo un'oretta arriviamo a destinazione.
Mentre ci dirigiamo verso Ortigia ci facciamo distrarre dallo street food di Siracusa. Il treno mi mette fame e decido di prendere al volo una brioche con cotoletta. Poi però passiamo davanti ad una bottega invitante e cosa fai, non lo prendi un arancino al ragù? Poco prima del ponte ci ritroviamo dentro un grande mercato dove ci fermiamo a gustare ostriche e vino, perché mangiare, si sa, mette fame.
L'isola di Ortigia, collegata alla terraferma da due ponti, è il centro storico di Siracusa. L'atmosfera qui è diversa, il tempo sembra scorrere più lentamente. I colori accoglienti e le viuzze strette trasmettono serenità, nonostante le vie dei negozi siano stracolme di turisti. Per gli amici gattari all'ascolto segnalo una discreta e soddisfacente presenza di felini sull'isola.
L'isola è abbastanza piccola, in un paio d'ore la visitiamo praticamente tutta, passando dai monumenti alle vie principali, finendo nella Fonte Aretusa, sorgente d'acqua legata al mito di Aretusa che riuscì a fuggire da Alteo (innamorato di lei ma evidentemente non corrisposto) trasformandosi in un fiume sotterraneo. Intorno alla fontana dove sguazzano oche e papere ci sono palme e papiri, una pianta che credevo crescesse solo in Egitto.
Tornando verso la stazione ci fermiamo a bere una birra in uno stabilimento sulla spiaggia. È ottobre e la gente fa ancora il bagno, l'estate in Sicilia non finisce mai.
Rientriamo a Catania nel tardo pomeriggio, e decidiamo di fare aperitivo in un posto unico. Si chiama A Putia dell'ostello ed è vicino alla Pescheria, un posto splendido da visitare al mattino, per il mercato, e di sera, per i locali. A Putia dell'ostello non è semplicemente un posto dove bere o mangiare: scendendo le scale è possibile visitare una grotta lavica dove scorre il fiume sotterraneo, deviato qui sotto in seguito alla eruzione del 1669.
Ceniamo al Borgo di Federico, vicino al Castello Ursino. Estasiati dalla bontà di questa cena decidiamo che ci torneremo di sicuro nei prossimi giorni.
Terzo giorno ESCURSIONE A TAORMINA
Per arrivare a Taormina oggi optiamo per l'autobus. I biglietti li abbiamo fatti il giorno prima e siamo partiti dal Terminal Bus in Viale della Libertà, vicino alla stazione ferroviaria. Durante il tragitto la vista dell'Etna mi ha fatto compagnia con quello sbuffo sulla cima simile alla nuvoletta dei cartoni animati. L'autobus lascia in un piazzale, e da lì con una breve passeggiata si arriva al Teatro Greco, posto incredibile soprattutto per il panorama: da una parte l'Etna, i vigneti, le case colorate di Taormina abbarbicate sulla collina, dall'altra il mare.
Questo è probabilmente il posto più bello di questo viaggio.
Il teatro è spettacolare, segue la conformazione del terreno e in alcuni punti i gradini sono scavati direttamente nella roccia.
Il resto della mattinata lo trascorriamo nel vicino centro storico, bellissimo, che inizia dalla Porta Messina e arriva al Duomo. Corso Umberto I, impallato di gente, merita comunque una visita. Ma se volete trovare un posto più tranquillo dove mangiare qualcosa spostatevi in via Calapitrulli, altrettanto caratteristica ma quasi deserta.
Prendiamo la funivia e scendiamo i gradini di una scala che sembra infinita per arrivare nelle spiagge di Taormina dove si trova Isola Bella. Quando c'è la bassa marea l'isola è collegata alla spiaggia da un lembo di sabbia, oggi il passaggio è ricoperto d'acqua e indovinate chi non ha pensato di portarsi un costume? L'acqua meravigliosa, calda, trasparente. Una marea di gente a mollo, spiaggiata, vacanziera. E noi due, pantaloni arrotolati fino all'inguine e scarpe in mano ad attraversare quel tratto di mare ricoperto di sassi appuntiti, soffrendo in silenzio e cercando di non cadere.
Finalmente approdati sull'isola andiamo alla biglietteria che si trova dopo un cancello. La mia guida diceva testuale: "l'isola è la sede del Museo Naturalistico Regionale d'Isola Bella e Villa Caronia, che ne offre un tour per visitarla insieme alla piccola villa che la domina". In realtà si visita solo la villa (che non mi ha entusiasmata), gli inservienti all'interno del parco sono abbastanza scazzati e avari di informazioni e se devo essere onesta penso che non vale assolutamente la pena investire del tempo per questa visita. Il panorama è però stupendo.
Decisamente delusa dalla visita, togli di nuovo le scarpe, tira su i pantaloni, e cammina di nuovo sulle maledette pietre appuntite che nel mentre sono diventate pure un po' viscide per tornare indietro. Rimpiango i tempi in cui andavo in infradito di plastica ovunque, perché ho perso questa meravigliosa abitudine?
Sul lungomare prendiamo al volo una navetta che ci lascia in stazione e da lì torniamo a Catania. La stazione di Taormina, di fronte ai Giardini Naxos, è un meraviglioso edificio in stile liberty che merita una visita.
Rientriamo a Catania in serata. Per l'aperitivo andiamo in un locale carino vicino a via Santa Filomena e per cena torniamo ai Due Mori.
>Quarto giorno CATANIA
Oggi dedichiamo tutta la giornata a Catania, partendo dall'immenso mercato che si estende su diverse vie e arriva in Piazza Stesicoro. Come mi sento a mio agio nella caciara dei mercati! Sbrigo un impegno di lavoro seduta al tavolo di un chioschetto circondato dai banchi, sorseggiando succo di melagrana immaginando che sarebbe bellissimo avere la possibilità di lavorare davvero mentre viaggio e mi godo la scoperta di posti bellissimi come questo.
Andiamo in Piazza del Duomo: al centro svetta la fontana dell'elefante, simbolo di Catania, di fronte c'è la maestosa Basilica Cattedraledi Sant'Agata, le Terme Achillane, e all'altro angolo della piazza c'è la fontana dell'Amenano. Entriamo nella Chiesa della Badia di Sant'Agata per salire sulla cupola: da qui si gode di una vista stupenda di tutta Catania.
Ci rituffiamo al mercato, questa volta sotto gli ombrelli colorati delle vie della Pescheria, dove assaggiamo il polpo alla griglia cotto sul momento in una bancarella. Delizioso.
Ci spostiamo un po' dal centro perché voglio assolutamente andare alla Libreria Legatoria Prampolini dove c'è anche un bar e guarda caso è proprio l'ora di una birretta da sorseggiare guardando i libri e gli articoli da cancelleria della sala studio.
Avevamo detto che saremmo tornati e siamo stati di parola: dopo un giretto al Castello Ursino pranziamo al Borgo di Federico.
Visitiamo via Crociferi, ed entriamo nella Chiesa di San Giuliano perché anche qui si può visitare la cupola per un altro panorama di Catania vista dall'alto.
Ultima tappa al Parco Maestranze e torniamo verso casa. Con grande gioia notiamo che hanno finalmente aggiustato l'ascensore, ormai mi ero quasi abituata a salire a piedi. Quasi.
Quinto giorno CATANIA E RIENTRO A TORINO
Abbiamo a disposizione tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio prima della partenza. La proprietaria di casa mi ha detto che possiamo stare quanto vogliamo, basta che la avverto quando andiamo via. Che dire? Una persona d'oro, e una gran fortuna averla trovata. Possiamo andare in giro senza bagaglio e goderci in tranquillità le ultime ore catanesi.
Visitiamo Palazzo Biscari unendoci ad un tour guidato. Il palazzo appartiene ancora agli eredi del principe Biscari e se ne possono visitare solo alcune stanze: la Sala Verde, la Sala Rossa e la Sala dell'orchestra. Nella galleria di fianco c'è una scalinata a fiocco di nuvola e la terrazza che all'epoca (il palazzo è del 1693) dava sul mare.
Un doveroso salto alla Pescheria con sosta birretta in un localino spartano, perché queste viuzze colorate ricolme di gente mi piacciono proprio tanto.
Camminiamo un bel po' e arriviamo in via Plebiscito, dove ci fermiamo a pranzare in un ristorante molto carino ed economico. Purtroppo il tempo vola, dobbiamo tornare indietro, recuperare lo zaino e prendere l'autobus per l'aeroporto.
Lasciamo Catania e l'estate per tornare a Torino dove il clima ha già il sapore dell'inverno.
COSA MANGIARE A CATANIA
Dopo aver mangiato gli arancini siciliani ho capito che le palle di riso propinate nelle rosticcerie torinesi sono purtroppo solo lontanissime e poco riuscite imitazioni. Sono deliziosi, croccanti, goduriosi. Tornerei in Sicilia anche solo per quelli, a costo di sbagliare la desinenza, perché che siano arancini o arancine a me interessa poco. Basta mangiarne a volontà.
Nella breve permanenza a Catania ho trovato due ristoranti che hanno soddisfatto la mia curiosità sui piatti siciliani che volevo assolutamente provare e mi sento di consigliarli.
Uno è la Gastrosteria Du Mori in via Umberto I. Esteticamente sembra un po' fighetto ma le apparenze ingannano: il posto è alla mano, i piatti sono gustosi con porzioni abbondanti e prezzi onesti. Qui abbiamo mangiato per lo più pesce, il vino sfuso è buono, le cameriere sono gentilissime.
L'altro ristorante è il Borgo di Federico, una trattoria con un sacco di coperti sia all'interno che nel bel cortile all'aperto. Abbiamo mangiato prevalentemente carne grigliata, ottima e più che abbondante a prezzi davvero popolari. Le polpette di cavallo sono spettacolari.
Al mercato del pesce lo street food è ottimo ma caro. Il pesce fresco cotto sul momento ha il suo costo, giustamente.
Molti bar hanno una scelta di brioche, focacce, dolci, pizze che per fare colazione c'è l'imbarazzo della scelta.
Tra i souvenir che ho portato a casa non poteva di certo mancare la frutta martorana. A Taormina, vicino all'ingresso del Teatro Greco, c'è una bottega dove si possono comporre i sacchetti a proprio gusto.
Spero che questo resoconto di viaggio sia utile per organizzare la visita a Catania (a me è venuta voglia di tornarci subito). Se avete domande o suggerimenti lasciatemi un commento.
Che bello, un tuo nuovo post! E che voglia di caldo e mare! Catania non l'avevo mai considerata come meta, adesso lo farò!
RispondiEliminaTra i propositi di inizio anno c'è quello di tornare a scrivere regolarmente, vediamo se ci riuscirò :)
RispondiEliminaGrazie!