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giovedì 5 dicembre 2013Aggiornato il:

Una giornata lunga 30 ore (bye bye Cina)



Diario di viaggio in Cina
18 agosto 2013


Non mi piace mai scrivere l'ultimo capitolo di un viaggio. Le ultime ore trascorse in una città che non si vorrebbe lasciare sono le più frenetiche, euforiche, malinconiche e personali di tutto il viaggio. Per me è difficile riuscire a raccontare ciò che ho provato, e temo di finire col descrivere semplicemente ciò che ho visto come se fosse una lista senza sentimento.
  
Dopo questa premessa, che sa molto di giustificazione preventiva per quello che scriverò (e forse lo è), posso iniziare il racconto.



Il cielo è molto scuro, non promette niente di buono. Usciamo prestissimo per vivere il nostro ultimo giorno a Guangzhou, e andiamo a piedi in Zhongshan Road (un bel tratto di strada). Incrociamo alcuni venditori di spaghetti ambulanti e qualche bottega aperta dove si preparano già i ravioli fatti a mano, ma la maggior parte dei negozi ha ancora la serranda abbassata.

Cosa mi mancherà della Cina: il profumo al mattino dei panini ripieni e dei ravioli al vapore.




L'idea è quella di andare a People's Park, ma inizia a cadere qualche goccia, così cambiamo idea e ci buttiamo nella meravigliosa architettura del tempio accademico di Chen Clan Academy. Si tratta di una struttura composta da 19 edifici collegati tra loro da corridoi e cortili.
Uno dei posti più belli di questa città. Le decorazioni, le incisioni e i colori rendono questo luogo un'opera d'arte. Ci sono sculture di legno, in pietra, in ferro, e quello che mi affascina è l'estrema eleganza di ogni particolare.

Abbiamo fatto appena in tempo ad entrare che si è messo a piovere fortissimo. La pioggia aggiunge atmosfera d'altri tempi a queste sale, e mi piace guardare le gocce che cadono nei cortili, sulla pietra dei pavimenti che diventano lucidi. Volevo fare tutto di corsa e sono obbligata a fermarmi ad aspettare che smetta, prendendomi del tempo non preventivato, giocando con le fotografie e camminando lentamente da un edificio all'altro.

Corridoi che collegano i diversi edifici.

Pareti di legno con porte scorrevoli completamente intagliate.

Piove a dirotto.

Nonostante la pioggia, i colori sono bellissimi.


Quando usciamo scende solo più qualche goccia. Proviamo ad andare verso Sangjiu street ma veniamo travolti da un nuovo rovescio. La mantellina e l'ombrello non servono a molto sotto la potenza di questa pioggia, ci ripariamo sotto a una tettoia insieme ad altri disgraziati bagnati fradici come noi.

Oggi va così, piove e smette, bisogna adeguarsi e calcolare meglio i tempi e le distanze.
Riusciamo a raggiungere la via pedonale Sangjiu, è bellissima! Ci sono una marea di negozi, palazzi colorati, botteghe. La gente fa come noi: scappa al riparo quando diluvia e invade la strada appena smette. Osservo questa scena dalle finestre al primo piano di un Mac Donald dove ci siamo fermati a mangiare un panino e a riposarci un po'.

Nelle vie pedonali la cosa più bella sono le insegne.


Recuperate le forze ci dirigiamo verso la prossima tappa, l'isola Shamian. Questo è un posto davvero particolare, una mini-città nella città. Una perla fatta di edifici coloniali di architettura europea, lusso e estrema eleganza.
Sul lungofiume ci avviciniamo ad un gruppo di anziani musicisti. Restiamo seduti ad ascoltarli per tre e quattro canzoni, sono semplicemente fantastici. Li filmo senza vergogna, questo è uno di quei ricordi che voglio conservare gelosamente. Quando li applaudiamo è chiaro che gongolano, ma con un ritegno quasi burbero.
Li ammiro e li invidio nello stesso tempo.



Nella romantica ed elegante isola Shamian incontriamo una coppia di sposi che sta facendo le foto per il book matrimoniale. Da lontano sembrano carini, ma vi assicuro che sono brutti come la fame. La sposa non ha paura di trascinare il vestito nelle pozzanghere e sfoggia un bel paio di ciabatte fucsia (che tanto nelle foto non si vedono).

Sotto ad un gazebo in riva al fiume, c'è chi gioca a carte con la sorella in carrozzella, chi legge un libro, e chi si prepara ad eseguire un mini-concertino.

Dalle borse con le rotelle escono fuori strumenti, amplificatori, spartiti. 
La band dei nonni cinesi spacca!



Per pranzo torniamo nella via pedonale di stamattina, e scegliamo Ajisen Ramen (la catena di ristoranti giapponesi) nonostante sia la sospettata numero uno dell'indigestione di Lore di un mese fa che per poco ci mandava all'aria tutto il viaggio. Mangiamo con gusto ma evitiamo i sottaceti, che mi sa che sono loro gli assassini.

Tonkatsu, insalata mista, katsudon, zuppa di miso e gyoza.



Facciamo tutta la via pedonale andando in direzione dell'albergo, ma sulla cartina sembrava decisamente più breve. I negozi sono strapieni di gente che si lancia sui cestoni delle offerte, commessi che incitano i clienti a entrare nel proprio negozio, musica a palla e c'è un bordello di gente che non ci si crede.
Non riesco a tenermi, mi lancio nella mischia. Entro in qualche negozio, compro alcuni vestitini davvero carini, mi butto in qualche vendita super scontata e acchiappo una maglietta su cui avevano messo gli occhi almeno altre tre ragazze.

Ne esco distrutta. Oggi, nella lotta che vede lo shopping contro la Ciccola, vince lo shopping per ko tecnico.


Una delle vie pedonali più belle di Guangzhou.


Mi sento male davvero, d'altra parte siamo in giro da qualcosa come 7 ore. Overdose di negozi.
Finalmente arriviamo in albergo, ho bisogno di riprendermi un momento.

Ricarichiamo le batterie e siamo di nuovo in pista. Andiamo al  Sun Yat-sen Memorial Hall, dove troviamo una grande statua di bronzo e un teatro dove si trova il memoriale.
Che dire, chissà cosa mi aspettavo. Il teatro è molto bello, i vari piani sono collegati da bellissimi scaloni (purtroppo l'accesso alle cabine di regia è vietato) ma penso che potevamo tranquillamente saltare questa tappa.

Sun Yat-sen Memorial Hall


Negozi carini e gatti da guardia.


Le ore scorrono inesorabili, corriamo in Beijing road a fare ancora qualche acquisto. Siamo agli sgoccioli.
Entriamo in un supermercato, il vero tempio dello shopping culinario e casalingo. Arraffo uno stendibiancheria alla orientale (quelli rotondi con le mollettine), facciamo una discreta scorta di noodles, salse e condimenti, butto nel carrello qualche maschera idratante (mi hanno talmente martellato di pubblicità che ormai ne devo avere almeno una) e non resisto, devo assolutamente prendere il pacco da sei lattine di Tsingtao perché in omaggio ci sono i bicchierini col logo che devono essere miei.

Come faremo a ficcare tutto in valigia non lo so.

Infatti. Una volta in stanza cerchiamo di risolvere la questione bagagli. Il mio trolley sta esplodendo, e ogni volta che riesco a chiudere la cerniera (sdraiandomi sopra) salta sempre fuori un pezzo che ho dimenticato e devo di nuovo aprire, incastrare, chiudere a forza.
Delle sei lattine di birra tre ce le beviamo durante le operazioni di chiusura bagagli, insieme ad un'altra che avevamo ancora in frigo. Le altre riesco in qualche modo a infilarle negli ultimi centimetri liberi.



Scriviamo le ultime cartoline (non ci sono mail o sms che reggano il paragone con la cara vecchia posta) e dopo una bella doccia siamo pronti. Sono le 19:00, siamo in perfetto orario.
Alla reception abbiamo l'ultimo dialogo straniero-cinese della vacanza. Già mi manca. Tanto per cominciare sì, siamo consapevoli di aver prenotato per due notti e di averne fatta solo una. La comodità di avere la stanza fino ad ora vale la spesa.
Poi viene il bello. Lasciamo le cartoline chiedendo se ce le possono spedire. Loro le guardano, davanti, dietro, sguardo a punto interrogativo. Non hanno la minima idea nè di cosa sia una cartolina, nè di cosa significhi la parola "spedire". Va bene il progresso, ma questa cosa mi sembra un po' fuori dal normale.

Mentre camminiamo per andare a prendere la metropolitana (stiamo definitivamente lasciando Guangzhou, non ci voglio pensare) provo a fare attenzione sperando di incrociare una buca delle lettere, ma niente.
Mi toccherà spedirle dall'Italia, ma si può?


Ciao, Guangzhou.

Sulla metropolitana, direzione aeroporto.


Quando siamo all'aeroporto inizio a considerare davvero concluso questo viaggio. Non ho abbastanza aggettivi per definirlo, mi abbandono ad un semplice e banale BELLO. Perché questa esperienza è stata bella per davvero.



19 agosto 2013

Il volo decolla alle 23:00. Alle 5:25 atterriamo a Istanbul. Ho dormito per quasi tutta la durata del volo, evento piuttosto raro per me che in viaggio non riesco mai a prendere sonno. Partiamo per Torino alle 12:30, dopo un sacco di ore e un po' di ritardo. Per poco non ci imbarcano sull'aereo sbagliato, l'omino dell'autobus deve avere bisogno di un po' di ferie mi sa.

Aeroporto di Istanbul.


Arriviamo a Torino verso le 14:00, sotto un cielo grigio tristezza e una pioggerellina stinfia. La città vuota, le strade libere, il silenzio mi avvolgono e mi fanno pensare ad un sacco di cose.
Sono ancora troppo frastornata per mettere in ordine le idee, ma penso a questo.


P.s. ficcare le lattine di birra all'ultimo momento in valigia non è stata una buona idea, non fatelo. A meno che non siate amanti dell'Eau de Tsingtao o delle esplosioni artigianali.








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Info pratiche e consigli di viaggio:


GUANGZHOU

Chen Clan Academy
Ingresso CNY 10
Metro linea 1 Stazione Chenjiaci Uscita D

Sun Yat-sen Memorial Hall
Ingresso CNY 10
Metro linea 2 Stazione Sun Yat-sen Memorial Uscita D

Isola Shamian
Metro linea 1 Stazione Huangsha Uscita D (oltrepassare il ponte che porta sull'isola). Qui la mappa.

Vie pedonali da non perdere: Beijing e Sangjiu (più le vie limitrofe e le piazze delle zone pedonali)


VOLO

Turkish Airlines
Come all'andata, anche il volo di ritorno (Guangzhou-Istanbul e Istanbul-Torino) è stato molto confortevole. I pasti serviti sono di buona qualità, il personale a bordo è molto gentile e in generale il livello di questa compagnia aerea è molto buono.

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17 commenti:

  1. ehi ma sei di Toriiiino! io sono alessandrino e lì ci vive e lavora la mia bambina! Molto interessante l'itinerario del tuo viaggio , abbastanza inconsueto per una prima volta in Cina. Credo che a questo punto, ci ritornerai senz'altro. (nella valigia di ritorno dal Kazakhistan il mio collega aveva messo una bottiglia di acqua minerale di PET piena di latte di cammella e non era chiusa neppure tanto bene.)

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    1. Non abbiamo ancora pensato alla prossima meta, ma di sicuro in Cina presto o tardi ci tornerò.

      (Latte di cammella in valigia...aiuto!)

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  2. Per fortuna anche nell'ultimo capitolo della saga hai inserito riferimenti al cibo XD
    Oh, grazie mille per aver condiviso tutto questo con noi... leggere i tuoi post è stato un po' coem essere lì!
    Certo, non tutto m'è piaciuto (torno a dire che alcune cose mi sembrano sporche...), ma altre erano davvero magnifiche e armoniose :)

    La pioggia non vi ha lasciato in pace quasi mai, eh??

    Moz-

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    1. Tutto sommato siamo stati fortunati col tempo, considerando che l'estate non è certo il periodo migliore per andare in Oriente.

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  3. Il circolo si chiude con il tuo primo post del ritorno... per cui adesso lo rileggeremo da capo finché non decidi un'altra meta :-)
    "GattoSandro" sei proprio bravissima, i tuoi post filano come un bicchiere d'acqua e sono sempre meravigliosi, tanto che, se non ho tempo di finirli, rimando la lettura al giorno dopo perché quando inizio non mi stacco più! XD

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  4. È sempre triste quando un viaggio si conclude, anche se è un racconto (anzi, specie se è un racconto così meraviglioso!).
    I tuoi post sono sempre splendi e mi fanno venire una gran voglia di fare i bagagli prima di subito per vedere i posti meravigliosi di cui parli :D

    Magari la sposa cinese aveva affittato il vestito, per cui non le fregava nulla di restituirlo con una bella crosta di fango come optional aggiuntivo XD

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    1. Sarà contento chi affitta i vestiti da sposa! (Chissà come mai, ho la sensazione che siano abituati...)
      Grazie ^^

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  5. Eccoci arrivati alla fine del viaggio... aspettavo e al tempo stesso temevo questo momento, carico di malinconia. Come quando finisci di leggere un libro che ti è piaciuto un sacco... ti resta il vuoto dentro per qualche tempo.
    E sì, le spose in Cina affittano i vestiti, non gliene frega proprio niente se li rovinano :) potrei scrivere un libro sulle bizzarrie di sposi/fidanzatini che ho visto fare i servizi!

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    1. Scrivi, scrivi!! Hai un sacco di curiosità da raccontare, io leggo tutto molto volentieri :)

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  6. Bellissimo, anche se sempre triste la fine di un viaggio :)

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  7. Non potrei fare un bagno di shopping con marito al seguito, impazzirebbe!
    Curiosa di sapere quale sarà la prossima meta. Un saluto

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    1. Il mio ha spalle larghe e tanta pazienza! Comunque, questa volta sono morta io...

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  8. un altro mondo, un altro modo di sentire il mondo...grazie per averci fatto vivere questo bel viaggio!!!

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  9. Eccomi con un po' di ritardo a leggermi la fine di questo meraviglioso viaggio. Bellissimo, non ci sono altre parole per definirlo, e bellissimo racconto, mi hai fatto scoprire una Cina che veramente non conoscevo e io che da brava nippofila ho sempre un po' snobbato questo paese, mi hai fatto venire una gran voglia di avventurarmi in Cina.
    La fine di un viaggio è sempre triste, ma tutto quello che ti rimane dentro è qualcosa di impagabile!
    Daniela - che finalmente (!) ha capito come creare un profilo blogger e non rompe più con Nome/Url :)

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  10. Ciao!!
    Ti dirò, sono nippofila anch'io, e se potessi andrei in Giappone almeno una volta all'anno.
    Amo però tutto l'Oriente, in generale trovo che ci sia una cultura più affine al mio modo di vivere e di pensare.
    Carina la tua foto del profilo :)

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