La destinazione per questo Ferragosto giapponese è Nara, ci si arriva in un’oretta col treno locale. Per non fare il solito tour de force scegliamo solo due templi da visitare. Già in stazione la città si presenta molto accogliente e ospitale, all’ufficio informazioni sono gentilissimi e come sempre mi riempiono di cartine e depliant.
Nara è popolata di cervi, sono bellissimi, alcuni se ne stanno per i fatti loro all’ombra, ma altri sono assolutamente invadenti e elemosinano cibo. Qualche ambulante vende dei biscottini da dargli, solo che poi te ne ritrovi una decina intorno e non ti mollano più.
Un cartello avverte che i cervi sono animali docili, ma sono pur sempre selvaggi, bisogna trattarli con cura perché potrebbero reagire male, e c’è un disegno bellissimo di un cervo che incorna una signora!! Ahaha! Adoro questa abitudine giapponese di illustrare con disegni ogni cartello, anche perché risultano comprensibilissimi anche nel caso in cui siano scritti solo in giapponese.
Andiamo al Todaiji, che è un tempio molto grande con un Buddha gigante all’interno. Ho iniziato a fare la coda insieme a tantissima gente, in questa sala c’è un pilastro con un’apertura alla base grande quanto una delle narici del Buddha (da un’altra parte ho letto che lo chiamano anche l’orecchio di Buddha). Si dice che chi riesce a passarlo raggiunge l’illuminazione, sia mai che divento una persona migliore? Lore salta la coda e va a sbirciare di cosa si tratta. Torna indietro e mi dice di lasciare perdere, che le persone (bambini a parte) ci mettono un secolo e finisce che passiamo la giornata qui. Va bene, sarà per un’altra volta, rinuncio all’illuminazione e vado a vedere anch’io: il buco sembra proprio piccolo, ma ho visto passare certe panze che in confronto io sarei passata di corsa!
Ci appassioniamo al passaggio di un ragazzo non proprio magrolino che ce la sta mettendo davvero tutta, tanto che tutti intorno abbiamo preso a incoraggiarlo, intanto chi lo tira dalle braccia, chi da dietro spinge, finalmente è venuto fuori e c’è stato un applauso da stadio! Grande!! Io mi sarei vergognata da morire, lui si è sistemato gli occhiali e mentre si asciugava il sudore ha ringraziato tutti! Nel tempio stesso ci sono un sacco di bancarelle, diverse pataccate e alcuni oggetti carini. Facciamo qualche acquisto tra cui un Buddha portafortuna che regalerò a mio papà (che è la persona più illuminata che conosco!).
Ci spostiamo col bus per andare a vedere il Santuario Kasuga Taisha. Si potrebbe andare attraversando il bel parco, ma oggi vogliamo sprecare meno energie possibili. In realtà allunghiamo un pochino perché scesi dal pullman siamo andati nella direzione opposta… La strada che porta al santuario è piena di lanterne di pietra, mentre il Kasuga Taisha ha centinaia di lanterne di bronzo appese. Questa sera a Nara ci saranno i fuochi d’artificio, e in tutta la città i preparativi cominciano presto.
Facciamo pranzo in un ristorantino dove ci servono piatti deliziosi, soprattutto i ghioza.
Nel pomeriggio torniamo a Osaka, questa sera festeggeremo nel delirio di Dotombori!
Iniziamo la ricerca di qualche pub che faccia vedere la MotoGp, che sarà alle 21. Chiediamo ai ragazzi della reception, cerchiamo in Internet, e con qualche indirizzo ci buttiamo alla ricerca. Un locale dà solo baseball, un altro non lo troviamo. Scoviamo un pub molto carino, al fondo di una scalinata che sembra portare in cantina. Entriamo, sembra di stare a casa, mi piace! Ha due maxi schermi, forse ce l’abbiamo fatta! Chiediamo ma niente da fare, pare che stasera ci sia una partita di calcio molto importante, e i clienti vanno lì per quello.
Pazienza, usciamo e cerchiamo ancora, ma niente, è incredibile! Nessuno guarda la MotoGp, danno quasi l’idea di non sapere nemmeno cos’è! Siamo anche finiti in un club che di tv ne aveva, ma il ragazzo al bar doveva chiedere al superiore, ed è tornato dicendoci che non si poteva. Vabbè, chissenefrega, niente gara, però una birretta ci starebbe bene, e il pub in cantina di prima mi piaceva… che facciamo, torniamo? E perché no! Entriamo, eh già, non abbiamo trovato quello che cercavamo, siamo di nuovo noi! La birra è buonissima, e alla fine hanno anche cercato se per caso c’era un canale che desse la gara, ma senza successo. Nel tavolo dietro di noi un gruppo di ragazzi faceva un casino pazzesco giocando a carte (!!).
Stasera abbiamo cenato con okonomiyaki, non vedevo l’ora di assaggiarlo e Osaka è famosa per questo, ma non posso dire che sia il mio piatto preferito… chissà che mi aspettavo! L’abbiamo mangiato in un locale dove una tv gigante trasmetteva una partita di baseball (sigh) e dove le ordinazioni si fanno puntando un lettore ottico sul menu. Alla fine la penna ti elenca i piatti che hai ordinato e lancia l’ordine in cucina. La cameriera forse pensava non fossimo in grado, perché l’ha fatto lei (togliendoci anche il gusto di pacioccare un po’). Peccato che ci è arrivato il piatto sbagliato, e vai a farglielo capire alla cameriera che ce l’ha portato, anche perché era un’altra! Era assolutamente contrariata, e intanto l’altra non si è vista più, quindi ci siamo presi la colpa per l’ordine sbagliato e alla fine siamo riusciti ad avere i piatti giusti… che fatica!
Dopo cena siamo andati per negozi, e abbiamo trovato un emporio di alimentari di importazione, tra cui molte cose italiane. Ragazzi che prezzi! I negozi di abbigliamento invece, e quelli di calze e intimo non costano caro. Il bombardamento visivo di calzini è quasi eccessivo, ti spinge a comprare calzini come se fosse cosa di estrema necessità (e nel corso della vacanza ne comprerò parecchi infatti), le ragazze ne vanno pazze!
Qui si vedono cose che in Italia sono considerate obrobri, tipo il sandaletto con il calzino fantasmino che spunta ben visibile, gambaletti di ogni colore e fantasia, leggings di ogni lunghezza. E devo ammettere che se le prime volte restavo un po’ perplessa, ho finito con l’adorarli anch’io, a trovarli addirittura belli! Robe da pazzi, voglio vedere se a Torino avrò il coraggio di metterli.
Qui si vedono cose che in Italia sono considerate obrobri, tipo il sandaletto con il calzino fantasmino che spunta ben visibile, gambaletti di ogni colore e fantasia, leggings di ogni lunghezza. E devo ammettere che se le prime volte restavo un po’ perplessa, ho finito con l’adorarli anch’io, a trovarli addirittura belli! Robe da pazzi, voglio vedere se a Torino avrò il coraggio di metterli.
Un altro accessorio immancabile sono i ninnoli da appendere al cellulare, qualcuno ne ha una decina appesi, è una vera mania. Pensavo fosse un vezzo femminile, invece anche i ragazzi sfoggiano cellulari pieni di ciondoli e pupazzi. Sono rimasta stupita del fatto che i ragazzi non solo vanno in giro con pettinature decisamente audaci, ma si tingono i capelli di tutte le sfumature dell’arancione. Eppure non posso dire che stiano male, riescono ad avere stile anche quelli che da noi sembrerebbero ridicoli. Cerco di essere il più obbiettiva possibile, considerando che quando viaggio tendo a vedere tutto bello, eppure credo di non esagerare se dico che i giapponesi sono in generale molto affascinanti, anche nei loro difetti.
Anche oggi è stata una giornata stupenda, domani lasceremo Osaka e mi dispiace un po’, anche perché è come se il tempo si sia messo a correre.
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Info pratiche:
Nara
Da Osaka o Kyoto il viaggio in treno è molto breve. Una volta arrivati alla stazione cercate l'ufficio turistico: vi verranno date informazioni, cartina della città e volendo potete prendere i biglietti giornalieri dei bus.
Girare a Nara è molto semplice, basta seguire le indicazioni sui cartelli.
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Info pratiche:
Nara
Da Osaka o Kyoto il viaggio in treno è molto breve. Una volta arrivati alla stazione cercate l'ufficio turistico: vi verranno date informazioni, cartina della città e volendo potete prendere i biglietti giornalieri dei bus.
Girare a Nara è molto semplice, basta seguire le indicazioni sui cartelli.
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Nara è senza ombra di dubbio il posto che preferisco ♥
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