Diario di viaggio in Vietnam
Giovedì 12 febbraio
Dopo una nottata passata con la febbre sembra che Lore stia un po' meglio.
La tabellina di marcia oggi prevede la visita di
My Son, e lui dice che se la sente.
Quindi partiamo (in motorino).
Google maps dice che il percorso da Hoi An è di circa 40 km. Noi sbagliamo strada e allunghiamo un po', troviamo un traffico pazzesco sulla strada principale (dove ci sono anche lavori in corso) e ogni tanto ci dobbiamo fermare per riposare un po' le chiappe. I motorini che abbiamo affittato non sono comodissimi, e bisogna considerare che lungo la strada ci sono un sacco di buche.
Appena ci lasciamo alle spalle il caos della strada principale il paesaggio diventa qualcosa di meraviglioso. Ci addentriamo nelle campagne, tra le enormi risaie, nei paesini che incontriamo strada facendo. Non ho molte foto di questi posti, mi sarei dovuta fermare ogni dieci minuti, ma le ho tutte impresse nella mente.
Ad un certo punto Lore si sente male, ci fermiamo a bordo strada e lui si va a sedere - bianco come un cadavere - all'ombra di un albero. Siamo in mezzo al nulla, in un paesino di qualche casetta e poco altro. Spuntano due bambini a vedere che succede, poi ne arrivano altri, si avvicina una vecchietta e poi un signore, il proprietario della casa vicino all'albero.
Lore sta proprio male (povero) e sono tutti intorno a lui per soccorrerlo.
Tra unguenti miracolosi, massaggi sulla fronte, inviti a entrare in casa a sdraiarsi un po' e sorrisi divertiti dei bambini alla fine si riprende un po', e ci rimettiamo in marcia salutati da tutto il villaggio.
Arriviamo a
My Son e il cielo si annuvola, una cosa positiva dato il caldo che fa.
Ci addentriamo nel sentiero e piano piano dal verde della foresta iniziano a spuntare le
torri Cham, fatte completamente di mattoni rossi con decorazioni e statue scolpite. I templi hanno influenze indiane e indonesiane. Le torri Cham sono composte dalla base (che rappresenta la terra), la parte centrale (il mondo spirituale) e quella superiore (il collegamento tra cielo e terra).
Un tempo questo sito era formato da un complesso di circa 70 monumenti religiosi collegati fra loro, ma oggi a causa dei bombardamenti ne restano solo una ventina. Qualche torre è impalcata per i lavori di restauro, ma in alcune è possibile addirittura entrare. Nonostante la natura si stia fondendo con queste costruzioni lo stato di conservazione è impressionante.
My Son è diviso in gruppi archeologici contrassegnati da una lettera, e il percorso per visitarli tutti non è molto lungo. Ai turisti è raccomandato di non uscire dai sentieri segnalati, siccome potrebbero esserci ancora delle bombe inesplose.
Sito archeologico My Son