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giovedì 27 ottobre 2016Aggiornato il:

China trip #3 - Nanchino (seconda parte)



Diario di viaggio in Cina
11 agosto 2016
Nanchino (Jiangsu)





Stamattina approfitto della bellissima giornata di sole per andare in uno dei posti più panoramici di Nanjing: il mausoleo di Sun Yat-sen, che si trova sulla montagna Zijin (Purple Mountain).
Sun Yat-sen è stato un importante rivoluzionario ed è considerato il padre della Cina moderna.

Il mausoleo è stato costruito dall'architetto Lu Yanzhi nel 1926 (è stato terminato nel 1929) seguendo i canoni dell'architettura moderna pur mantenendo un forte richiamo allo stile cinese antico delle tombe imperiali tradizionali.



L'ingresso è costituito da un grande arco in pietra, da cui comincia una lunga scalinata (392 scalini) costeggiata da alti alberi che porta prima al padiglione commemorativo e infine alla tomba vera e propria, che si trova all'interno di una sala dove è richiesto un silenzio religioso (regola che molti ignorano alla grande, insieme al divieto di fare foto).

Il panorama, da quassù, è davvero bello e ripaga la fatica della salita sotto al sole cocente. Nella prima parte gli alberi fanno un po' d'ombra, ma nella seconda parte della lunga scalinata non c'è nessun riparo. In momenti come questo capisco l'utilità degli ombrelli, da cui i cinesi non si separano mai.

Per tornare alla fermata metro (Xiamafang station) decidiamo di andare a piedi seguendo le indicazioni lungo il sentiero. Ci si impiega un'oretta, ma il percorso è molto bello (ed è in discesa, che aiuta a faticare meno).

Col caldo la scalinata sembra molto più faticosa di quel che è in realtà.

Il panorama dalla cima della scalinata, dove si trova il padiglione con la tomba di Sun Yat-sen.

Il sentiero che scende giù dal mausoleo, tra alberi altissimi.



Ci spostiamo a Nanjing 1912, una zona piena di bar e locali notturni che andrebbe visitata di sera, ma dato che siamo di strada ci andiamo subito dopo essere stati al mausoleo. Purtroppo la visita è rovinata da un disastro che combino proprio uscendo dalla stazione metro Daxinggong, quando sulle scale mobili mi scivola dalle mani la mia preziosa macchina fotografica che si schianta al suolo.

Provo ad accenderla ma non c'è niente da fare, l'obbiettivo si è storto, non esce più, e compare un terribile messaggio di errore per cui non c'è rimedio. Dopo cinque anni, svariati viaggi in Europa, Italia e Asia, devo dire addio alla mia preziosa compagna d'avventura.

Comunque, Nanjing 1912 street è una zona universitaria molto bella ed elegante che si sviluppa lungo la parte ovest che costeggia il Palazzo Presidenziale (ingresso CNY 40). I locali sono ancora chiusi, c'è solo qualche ristorante aperto ma i prezzi sono molto alti rispetto alla media. Ci rinfreschiamo con una bibita al chiosco e prendiamo la strada per l'ostello, decisi a tornare a piedi.

Tavolini di un locale fiabesco.

Locali notturni e birrerie (che aprono solo di sera).

Grattacieli e cielo azzurro
Il mio umore, dopo il fattaccio della macchina fotografica, è sotto i piedi. Devo assolutamente tirarmi su con qualcosa di dolce. Per fortuna le pasticcerie non mancano. Il sacchetto della foto qui sotto (fatta col telefono, a cui mi devo abituare) conteneva delle delizie che non sono durate molto, giusto il tempo di arrivare in ostello (abbiamo camminato coprendo la distanza di due fermate metro, circa un chilometro e mezzo).

Bakery HPCcoffe

Motorino rosa con moffole copri-mani coordinate


Giusto il tempo di una doccia e usciamo di nuovo. Arriviamo al memoriale delle vittime del massacro di Nanchino appena in tempo, cinque minuti dopo e avremmo trovato chiuso. Questo significa che dobbiamo correre un po' perché abbiamo solo mezz'ora e gli addetti al museo ci mettono un po' di fretta, ma resta comunque un'esperienza piuttosto toccante (se non brutale).

Le atrocità commesse dai militari giapponesi durante l'occupazione del 1937 nei confronti della popolazione civile (passate alla storia come "lo stupro di Nanchino") sono documentate all'interno del memoriale in un percorso che si fa via via sempre più inquietante.

All'esterno una serie di statue descrivono momenti drammatici. Sono il primo pugno nello stomaco, di un'espressività cruda e potente. All'interno si susseguono sale che ripercorrono i fatti, le testimonianze, i ricordi di una pagina storica che per Nanchino è ancora una ferita aperta.
Le foto descrivono brutalmente i fatti, i resti delle ossa aggiungono orrore, i nomi delle vittime (300.000 civili) sembrano gridare il proprio dolore e chiedere giustizia.

Proiezioni multimediali, didascalie, spiegazioni scritte anche in inglese. Ci sarebbe da starci un pomeriggio intero ma ci stanno invitando a uscire senza troppi complimenti. Infatti un paio di sale le saltiamo perché sono già chiuse.
L'ultimo tratto all'aperto ha il sapore della speranza, con la statua della pace al fondo di un enorme specchio d'acqua.

Me ne vado via con un po' di magone. Il messaggio finale, sebbene si parli di pace tra i popoli, lascia comunque trasparire una certa riluttanza nel considerare questa storia come un capitolo chiuso. È come dire ok, è successo e guardiamo avanti, ma non possiamo perdonare. Pensiero condivisibile, ma è difficile immaginare un clima di vera pace con questi presupposti.

Memorial Hall to the Victims in the Nanjing Massacre
Le statue descrivono momenti terribili

L'ossario

Schermi multimediali

La zona all'esterno, che collega i diversi padiglioni

La statua della Pace



Questa sera, dopo l'entusiasmo per lo street food del Tempio di Confucio, decido di provare quello di Mingwalang, dato che non è molto distante dal nostro ostello. Ci si arriva da Shigu road, che è una bella via dello shopping con una discreta scelta di ristoranti che porta nella zona dei centri commerciali. Faccio un po' fatica a trovare questa Mingwalang, e poi scopro che è una via minuscola da cui partono due strade con locali all'aperto.

Mi aspettavo bancarelle e stuzzichini, invece ci sono solo ristoranti che ad essere sincera non mi attirano molto. Decidiamo allora di tornare indietro, in Mochou Rd perché avevo adocchiato un ristorante giapponese, ma poi mi faccio tentare dalla cucina italiana di Saizeriya.
Il menu esposto fuori non sembra male, e ho proprio voglia di pasta.

All'interno l'ambiente ricorda i fast food americani degli anni 60, un po' logoro ma carino. C'è parecchia gente (tutti stranieri) e il personale è un po' nelle curve con gli ordini, ma i tempi d'attesa per i nostri piatti sono nella norma.

Prendiamo un piatto di spaghetti al ragù con funghi niente male, una cocotte di ravioli al sugo con besciamella, gratinati in forno, e un hamburger al pepe con un uovo all'occhio di bue, spinaci e patate.
Ordiniamo anche due bicchieri di vino rosso, tale Amoremio che pare arrivi dalla Toscana (così dice il menu). Sul vino cosa posso dire, ho bevuto di meglio. La cena invece mi è piaciuta moltissimo, e mi è sembrato strano usare la forchetta dopo tanto tempo.


Senza la mia macchina fotografica non sono in grado di fare foto notturne decenti.
Di tutta la zona dello street food di Mingwakang posso mostrarvi solo questo fruttivendolo.

Il menu di Saizeriya (le foto dei piatti sono venute malissimo).


In generale Nanjing mi è piaciuta proprio tanto. È una città moderna e internazionale che mantiene un cuore tradizionale. Le persone con cui abbiamo interagito si sono dimostrate generose e disponibili. Dalla ragazza alla reception che ci ha aiutati con la prenotazione di Qingdao alla signora del ristorante che è corsa a prendere delle birre nel locale di fronte per accontentarci.

Domani partiamo di nuovo, il viaggio sta volgendo al termine ma fino ad ora posso dire che ho avuto diverse sorprese e parecchie conferme. I cinesi, seppur con caratteristiche diverse da regione a regione, sono in generale persone semplici e curiose, con un'indole un po' infantile e un atteggiamento positivo. Che mi piace un sacco.

Buona notte






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Info pratiche:

Mausoleo di Sun Yat-sen
Metro 2 per Xiamafang station. Una volta usciti abbiamo preso un pulmino elettrico (CNY 10 a testa). Al ritorno invece siamo andati a piedi, seguendo le indicazioni lungo il sentiero (bellissimo) che riporta fino alla stazione metro.
L'ingresso al mausoleo è gratuito.

Memoriale delle vittime del massacro di Nanchino
Ingresso gratuito (dalle 8:30 alle 16:30 - chiuso il lunedì)
→ In autobus: prendere il 7, 37, 61, 63, 161, 166, 170 o 186 per Jiangdongmen.
→ In metro: Linea 2 per Yunjin Road exit 2.

Ristorante italiano Saizeriya
Situato nel Food Court (palazzo commerciale all'angolo tra Mochou Rd e Hanzhong Rd) dove ci sono ristoranti di ogni parte del mondo insieme alle catene di fast food KFC e McDonalds.
Abbiamo preso tre piatti, acqua e due bicchieri di vino per CNY 45 totali (neanche 7 euro).
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12 commenti:

  1. Oddio, che macchina fotografica era? Sei riuscita a sistemarla una volta tornata in Italia? Non oso immaginare che brutta cosa :(

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    1. No, è da buttare. Era una banalissima compatta che però avevo imparato a usare benissimo, riuscivo a ottenere risultati più che soddisfacenti (dopo 5 anni insieme mi è pianto il cuore).

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  2. Ti capisco tantissimo, anche a me si è rotta la macchina fotografica in viaggio e ci sono rimasta malissimo ç_ç Volevo portarla a riparare, anche solo per capire se mi conviene, ma in questo momento non ho soldi e tiro avanti con il cellulare facendo foto sempre più brutte grazie alla luce autunnale.
    Le visite di quel giorno mi paiono interessantissime!

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    1. Ecco, pensa che mi sta abbandonando anche il telefono, ed è una spesa che non avevo proprio messo in conto. Tra l'altro non mi piace fotografare col telefono, guardo a video e sembra tutto a fuoco con bei colori, poi le porto su PC e sono una schifezza!

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  3. I musei che narrano di massacri devono essere crudi, altrimenti uno non si rende conto che, neanche l'altro ieri, eravamo ancora barbari. In realtà lo siamo ancora, sono d'accordo quando dici che se i presupposti per la pace sono questi, dobbiamo un po' preoccuparci...
    La tua macchina fotografica ha fatto come la mia, solo che io ero in camera a casa mia (qui ci vorrebbe quella faccina uazzàp che adoro, esprime tutta me stessa). L'ho smontata e ho provato ad aggiustarla da sola, naturalmente (qui ci vorrebbe mezz'ora di pausa per ridere a crepapelle) e non ho risolto nulla na tu ral mente. L'ho ricomprata uguale e identica, tranne per il fatto che è diversa, porca d'una miseria, all'inizio mi sembrava un cellulare, pensa te! Va be' lasciamo stare, il tuo post è bellissimo anche con le foto di riserva ;)

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    1. Proprio il mio dilemma. La ricompro uguale identica (che uguale non sarà mai) o ne prendo una diversa, magari più performante, che mi ci vorrà una vita per imparare a usarla e nel frattempo le foto saranno terribili?

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  4. La Cina è veramente grande, mi viene da pensare dopo aver letto e visto il tuo post. Il gattino che chiude il tuo post è simile al mio Goody, un piccolo GoodyGoody, aveva ragione Elle che ieri sera me l'ha mostrato. Mao ...

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  5. È capitata la stessa cosa a me a Berlino, entrando in un museo la sicurezza ci aveva requisito gli zaini e chiusi nell'armadietto. Io ho tenuto in mano l'essenziale: portafogli, cellulare, macchina fotografica ma quest'ultima è scivolata ed è caduta al suolo! Ci sono rimasta malissimo!

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    1. Non mi sono ancora decisa a comprarne una nuova, ma senza non posso stare :(

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  6. Prima e seconda parte, che voglia di vedere Nanchino. Il memoriale, il Fuzimiao, nomi come Pipa street o il bibimbap coreano (bibimbap anche assaggiare eh). Sarà per come la racconti. Prima o poi bisognerà andare a curiosare

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    1. Il bibimbap ti consiglio di mangiarlo in Corea del Sud, facci un pensierino :)

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