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venerdì 4 gennaio 2019Aggiornato il:

Il mio viaggio a Taiwan - seconda parte

Riassunto delle puntate precedenti.
Il mio viaggio a Taiwan è cominciato a Taipei, dove in una settimana sono riuscita a visitare tutti i quartieri più importanti e ho fatto anche un paio di gite. Poi mi sono spostata a Kaohsiung, città del sud piena di arte e templi. Nell'ultima puntata del diario vi ho raccontato del mio arrivo a Kenting, la terza tappa del mio itinerario, nel cuore del parco nazionale. 

Oggi abbandono il racconto giornaliero e vi racconto in un colpo solo la seconda parte del viaggio, caratterizzato dal clima (spesso avverso) e dalla gentilezza del popolo di Taiwan. 

Il mio viaggio a Taiwan - seconda parte

Kenting

Kenting è una località in cui le principali attrazioni sono naturali (spiagge e parchi) e ci si sposta esclusivamente in autobus, dove se ti dice bene trovi un autista che parla inglese, ma spesso e volentieri te ne capita uno che non spiccica una parola e finalmente ti accorgi di essere dall'altra parte del mondo.

La prima mattina abbiamo visitato il parco di Eluanbi, dove c'è il faro costruito nel 1880 e tutt'ora funzionante. Una serie di percorsi panoramici attraversano il parco e portano lungo la costa rocciosa e all'interno della foresta, dove siamo stati sorpresi da un forte temporale che ha reso inagibile il sentiero. (Tornare sulla strada principale senza affondare nel fango è stata un'impresa molto divertente).


Siamo poi andati a Hengcun, una delle città più grandi di Kenting dove abbiamo mangiato un ottimo piatto di noodles. Quando parlo di Kenting intendo il Parco Nazionale che copre tutta la punta meridionale dell'isola di Taiwan. Ma esiste anche Kenting località, un piccolo paese che di sera diventa il fulcro della vita notturna e mangereccia di tutta la penisola. Il suo è uno dei mercati notturni più invitanti, affollati e variegati in assoluto. Le bancarelle sono tantissime, lungo entrambi i lati della strada principale, e ci sono anche ristoranti e pub. Si va dal classico spiedino da passeggio alle ostriche giganti, e non mancano naturalmente i giochi (quelli in cui vinci peluche e altri oggetti inutili). Se durante il giorno sembra di essere in un luogo quasi deserto, di sera c'è una folla impressionante che viene da chiedersi da dov'è spuntata fuori, tutta questa gente.

Una delle cose che ho capito di Kenting è che è facilissimo arrivare a destinazione. Ci sono un sacco di bus che passano di frequente. È tornare indietro che, non so perché, diventa difficile. Sul primo autobus della mattina ho trovato un autista che parlava bene inglese e mi ha convinta a fare il pass giornaliero (che non conviene, me ne sono accorta a fine giornata quando ho scoperto che le linee su cui vale il pass terminano il servizio molto presto e in quelle notturne il pass non è valido). 

Per tornare a Nanwan da Kenting, intorno alle 22, abbiamo aspettato l'autobus mezz'ora, poi è arrivato ma noi lo aspettavamo alla palina, che ingenui. Quando ci è passato davanti e se n'è andato ho scoperto che la fermata è in un punto tra un ristorante e una bancarella, luogo in cui siamo rimasti altri quaranta minuti in attesa del successivo. Saliti a bordo mostro il pass, che non è valido.


Il terzo e ultimo giorno a Kenting il meteo ci volta definitivamente le spalle, cominciando con una pioggia mattutina che lascia ancora accesa la speranza che sia un nuvolone di passaggio. Invece.
Parto alla volta della zona dei pescatori, un luogo piuttosto isolato nella zona del porto. Sull'autobus oggi mi dice male, l'autista parla e gesticola esclusivamente in cinese, ed è scontroso da morire. Litigare con qualcuno che non ti capisce non ha davvero senso. Ad un certo punto la scena era talmente ridicola che ho cominciato a parlargli in italiano, tanto la comprensione era davvero impossibile.

Sarà per il brutto tempo, o perché è mattina presto, ma in giro non c'è proprio nessuno. Il mercato coperto però c'è ed è aperto, ed è anche ben fornito. Facciamo colazione con pesce crudo freschissimo e d'un buono che non vi dico, e dato che nei dintorni non c'è altro da vedere torniamo alla fermata dell'autobus dove ci ritroviamo ad aspettare più di un'ora sotto al diluvio universale. Se qualcuno si è trovato a passare di lì in quel momento avrà visto una pazza in preda alle risate isteriche (io) mentre inveivo contro gli autobus, la pioggia, le pozzanghere, il fango e buona parte dei santi in paradiso. 

Se c'è una cosa che non sopporto, quando sono in viaggio, è l'inutile perdita di tempo. In attesa di un autobus. Sull'autobus stesso (non quello che aspettavamo, che non è mai passato, ma un altro), quando finalmente ci ha caricati, perché siamo dovuti tornare indietro, toglierci i vestiti zuppi, cambiarci e riprendere un altro maledetto autobus per la tappa successiva. Al chiuso, questa volta.

La mia meta preferita quando piove è l'acquario, e a Kenting ce n'è uno meraviglioso. Di quelli con i tunnel all'interno delle vasche e un sacco di zone a tema. 

E l'ultima sera, dato che non vuole proprio smettere di piovere, ceniamo al 7-Eleven come fa gran parte della gente del posto. Hot dog e birra. Che non sembrerà molto taiwanese ma a me piace.

Colazione a base di pesce crudo freschissimo - Kenting (mercato pescatori)

Acquario - Kenting (National Museum of Marine Biology and Aquarium)
Tufted Puffin (o Pulcinella dai ciuffi) ♥

Il faro di Eluanbi (Eluanbi Park Kenting)

Il punto più a sud di Taiwan (Eluanbi Park Kenting)
Eluanbi Park - Kenting


Tainan

Quello che sta passando su Taiwan è un tifone. Lasciamo Kenting di prima mattina, e raggiungiamo la fermata dell'autobus sotto il diluvio. Per fortuna i posti sono comodi e il viaggio è gradevole, nonostante il pessimo tempo.

Arrivati a Tainan la situazione è addirittura peggiore. Mi è capitato altre volte di trovarmi nel mezzo di un tifone ma mai così forte. Il tratto di strada che facciamo dall'uscita della stazione al marciapiede dove si fermano i taxi, neanche dieci metri, ci rende fradici. C'è pure parecchio vento e piove in orizzontale. Saliamo in macchina e arriviamo in ostello, dove il proprietario ci viene incontro con l'ombrello.

Il posto è delizioso, siamo in una vecchia casa in una delle tante viuzze della città vecchia. Ad ogni angolo c'è un tempio, tutte le vie sono ricoperte di lanterne rosse e l'intera città è un enorme centro storico dove ogni palazzo evoca passato e tradizione. Si vede che è una città bellissima da percorrere a piedi osservando ogni angolo e ogni scorcio.
Ma è praticamente impossibile andare in giro, si cammina a fatica quando si va contro vento, si rischia di scivolare col vento a favore.
L'ombrello è inutile perché non sta fermo e tenta di volare via.
Il poncho di plastica fa quel che può, e per la strada l'acqua arriva alle caviglie.

Mangiamo qualcosa e siamo costretti a rientrare.
Nella notte, dopo aver visto immagini poco rassicuranti al telegiornale, ho dovuto prendere una decisione drastica. Ho controllato il meteo, e il satellite mi conferma che siamo nel centro del tifone (che verrà poi declassato a tempesta tropicale), ma a nord il tempo sembra migliore. Annullo la prossima tappa e andiamo immediatamente via da Tainan.

Facciamo le valigie, non le avevamo neanche aperte, lascio un biglietto al proprietario dell'ostello per scusarmi della fuga (avevo già saldato le notti in anticipo ma mi spiaceva andar via senza salutare) e lasciamo Tainan all'alba
In stazione la prima doccia fredda. Il servizio ferroviario è sospeso, il gentile impiegato mi consiglia di provare alla stazione degli autobus. Qui abbiamo più fortuna, su strada si viaggia e in cinque ore arriviamo a Taipei.

Mi arriva una mail, il proprietario dell'ostello è dispiaciuto che siamo dovuti andar via e mi avverte che ho dimenticato la mia sciarpa in camera. È una sciarpina di cotone che uso come pareo, coperta, turbante, cintura e mi accompagna nei miei viaggi da dieci anni. Non vale niente, ci sono affezionata ma pazienza. E invece dopo qualche giorno arrivo in ostello a Taipei e trovo un pacco per me.
Dentro, la mia sciarpa e una scritta "Immagino che abbia un valore affettivo per te".
E niente, l'ho già detto che i taiwanesi sono tanto, ma proprio tanto gentili?

Piccoli scorci di quel poco che ho visto a Tainan

Fort Provintia (storico ex forte coloniale olandese)

Tanta, tanta pioggia

Taichung

Taichung è la tappa che ho saltato. Avrei dovuto starci tre giorni e mi piange il cuore aver dovuto saltare non una ma ben due tappe.

Comunque. L'albergo che avevo prenotato a una tariffa stracciata non era rimborsabile. Quando ho annullato la prenotazione su Booking ho pensato di mandare una mail per spiegare che non sarei potuta andare. Ogni singolo hotel prenotato a Taiwan ha avuto la premura di scrivermi una mail per presentarsi e fornirmi indicazioni, mi sembrava scortese cancellare senza dire niente.

Beh, il proprietario mi risponde che gli dispiace molto ma capisce perfettamente la situazione e mi augura di tornare presto a Taiwan. E nonostante la prenotazione non rimborsabile, non mi fa pagare niente.



Taipei

Taipei è un po' come tornare a casa. Sono dispiaciuta per questo rientro anticipato, ma anche un po' felice. L'albergo che ho scelto per questi giorni non è niente di particolare ma ha una stanza spaziosa con grande finestra, ed è in una zona molto carina di Taipei.

In questi giorni extra visito un sacco di posti, tra cui:

- l'impressionante National Palace Museum, uno dei musei d'arte più grandi al mondo con quasi settecentomila opere d'arte cinese che coprono oltre ottomila anni di storia

- il tempio di Confucio, dove un signore ci ha chiesto se poteva farci una fotografia. Gli piace fotografare la gente che va a visitare il tempio, è giapponese ma vive a Taiwan da tanto tempo.
Mi ha regalato un quadretto con una foto scattata da lui e ci ha salutati ridendo con la A, che fa tanto cartone animato giapponese.

- Ximending, che è il mio quartiere preferito, dove siamo tornati nel ristorante coreano più buono di Taipei

- Songshan, dove c'è uno dei night market più interessanti della città (Raohe Night Market) e la passeggiata sul fiume Keelung con il Rainbow Bridge illuminato.

Siamo anche tornati alla Taipei 101, questa volta per gustare i meravigliosi ravioli di Din Tai Fung.


Viuzze di Taipei

Tombini decorati (Taipei 101)

National Palace Museum

Il bellissimo cinema all'interno di Huangshan Cultural Park

Taipei notturna

Xin Tian Temple

Raohe Night Market


Tirando le somme di questo viaggio, posso dire che sono felice di aver visitato Taiwan per diversi motivi. Ho conosciuto persone estremamente gentili, ho visto posti molto belli che a volte mi hanno ricordato il Giappone, altre la Cina. Ma al netto dei paragoni Taiwan è un'isola unica ed estremamente ospitale, dove mi sono sentita la benvenuta.

Xièxiè, Táiwān.







6 commenti:

  1. Posti sempre incantevoli e belle mangiate che come sempre vi invidio ... peccato per il maltempo, ma importante che, nonostante i tifoni, siate ritornati a casa :)

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    1. Ho lasciato l'applicazione meteo per qualche giorno quando sono tornata e il tempo era bellissimo. Ho beccato le tre settimane sfigate, mannaggia:)

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  2. Leggere i tuoi post non è solo interessante e qui mi ripeto di nuovo, ma partecipare al viaggio inseme a te, un viaggio tutto compreso nel bene e nel male , ma sempre estremamente bello e interessante
    Grazie Ciccola mia!

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  3. Pensa che il mio ex allenatore di volley si è trasferito proprio a Taipei ? A SAPERLO VI MEttevo in contatto! ps. sul mio blog ti ho nominata per il Sunshine Blogger Award!

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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