Caprera: cosa visitare
Compendio Garibaldino
Caprera è stato il luogo dove Garibaldi visse per 26 anni, fino alla sua morte (avvenuta il 2 giugno 1882). La sua residenza è diventata un museo che fa parte del Compendio Garibaldino.
Immersa nella vegetazione, la "Casa Bianca" è un'abitazione semplice composta da stanze comunicanti. In questa casa Garibaldi avviò l'azienda agricola coltivano l'orto, il frutteto, il vigneto, prendendosi cura dei cavalli. Nella stalla, il posto più caldo, si trova ancora la sua vasca da bagno.
A quattro chilometri dalla Casa Bianca si trova il Memoriale, nella fortezza Artibucci, in una zona panoramica di Caprera. Dal Memoriale parte il sentiero per la batteria militare antiaerea e antinavi di Messa del Cervo, con la stazione foto elettrica per l'individuazione notturna.
Casa di Garibaldi - Intero € 8
Memoriale - Intero € 6
Biglietto cumulativo per i due musei € 12
Caprera: itinerari a piedi
A Caprera ci sono diversi percorsi da fare a piedi. I sentieri sono ben segnalati e organizzandosi in anticipo si riesce a vedere quasi tutto in un giorno. Io ero in auto, ma l'isola è visitabile anche in bicicletta, oppure facendo una passeggiata a cavallo. C'è anche una navetta che ferma nei punti di maggior interesse.
I sentieri sono piuttosto semplici da affrontare, ma non dimenticate di avere scarpe adatte, acqua e protezione solare.
Borgo Stagnali
Appena passato il ponte che porta a Caprera dalla Maddalena ho percorso la strada che va a sinistra, verso sud. Dopo aver parcheggiato nell'area picnic (posto bellissimo attrezzato con tavoli e panche di legno riparati dagli alti alberi) abbiamo preso il sentiero per Borgo Stagnali che passa da Cala botte di vino, una insenatura con una spiaggia di sabbia rossa e acqua bassa e trasparente.
Siamo praticamente da soli, incrociamo giusto due persone a cavallo che stanno attraversando lentamente lo specchio d'acqua rendendo l'atmosfera ancora più romantica.
Nell'ultimo tratto di sentiero dobbiamo farci strada tra le piante e i rovi (evidentemente era da un po' che non passava qualcuno da qui) e sbuchiamo a Borgo Stagnali, dove entriamo prima nella chiesa, poi nel Museo del Mare e delle Tradizioni Marinaresche (l'ingresso è gratuito).
È quasi ora di pranzo e decidiamo di tornare alla macchina dove ci aspettano i panini presi stamattina al supermercato. Cerchiamo la strada più breve, e siccome la navetta è ferma chiedo indicazioni all'autista che, gentilissimo, ci spiega che se seguiamo la strada asfaltata facciamo in fretta, saranno 500 metri, ma se vogliamo ci dà un passaggio. Beh, se da lì è così vicino andiamo a piedi, no?
Cammina cammina, a me sembra che abbiamo fatto molto più di 500 metri. Non è che forse forse dovevamo girare dove c'era il chiosco? Sì, dovevamo fare così, invece siamo finiti non so dove. Google maps ovviamente non ci aiuta perché non ha la minima idea nemmeno lui di dove siamo finiti. Vedo un altro chiosco (chiuso come tutti gli altri, è bassa stagione ed è TUTTO chiuso) dove c'è un ragazzo a cui porgo la mappa e chiedo dove siamo, ma soprattutto dove dobbiamo andare.
Mi indica la direzione puntando un dito verso un bosco, e andiamo. Dovremmo trovare un sentiero ma a me sembra di vagare tra gli alberi e basta, con le serpi che corrono via spaventate e gli arbusti che ci fanno andare a zig zag. Finalmente riconosco gli alberi, siamo arrivati, è andata bene.
Punta Rossa
Dopo esserci rifocillati prendiamo la macchina e andiamo verso la punta meridionale di Caprera, fermandoci a Cala Portese dove c'è la spiaggia dei due mari e a Cala Andreani, dove parcheggiamo vicino al vecchio gabbiotto militare che monitorava l'accesso al sito.
Questa è una delle strade più belle che ho fatto in auto, nonostante sia sterrata e piuttosto stretta. Il panorama è incredibile, e l'acqua è di un blu intenso anche a riva. Ci incamminiamo a piedi costeggiando un vecchio edificio abbandonato e arriviamo a un complesso di casoni in stato di abbandono nei pressi di un molo: le Batterie militari di Punta Rossa.
Poco più avanti c'è la Fortezza Bastiani, che si estende fino alla punta estrema dell'isola ed è completamente abbandonata. Per addentrarci saliamo su una scalinata di pietra che sembra stare in piedi per miracolo. Si arriva in cima e inizia l'esplorazione di questo posto decadente e affascinante, che un tempo serviva per scopi militari e adesso è in balia della natura che piano piano ma inesorabilmente si sta sovrapponendo e sostituendo. I tetti crollati mostrano i pavimenti di stanze dove sono cresciuti gli alberi. La copertura della parte centrale è diventato un enorme prato punteggiato di fiori rosa. L'interno delle stanze del corpo principale conservano scritte e date di epoca fascista, affiancate a scritte recenti degli avventori che non resistono al desiderio di lasciare traccia del proprio passaggio. Un gruppo di amici si è dato appuntamento qui ogni anno, l'ultima data risale a poco prima della pandemia.
È un'esperienza strana, stranissima, la visita alla Fortezza Bastiani. Mi ha provocato vari sentimenti. Solitudine e spaesamento ma anche libertà e curiosità, tantissima curiosità per la storia di questo che non sono riuscita a trovare, solo poche righe qua e là nel web. Quindi ecco, diciamo che mentre osservavo questo luogo ho compensato l'ignoranza con l'immaginazione.
Poggio Rasu
Poggio Rasu è una città militare divisa in due parti di cui restano le rovine inglobate nella natura. Poggio Rasu Inferiore è un agglomerato di edifici al servizio del forte che si trova sulla collina.
L'accesso a Poggio Rasu Superiore bisogna un po' inventarselo, dato che il ponte levatoio è crollato. Ci facciamo largo tra le piante per scendere alla base, dove troviamo una sorta di stanza con una scala che porta su, all'interno del forte. L'edificio principale è conservato piuttosto bene, le stanze affacciano sulla terrazza dove ci sono dei binari, e un corridoio nascosto collega la prima stanza con l'ultima.
Il panorama è impressionante, man mano che si sale si aggiungono particolari e ci si rende conto della posizione strategica e della visuale del forte.
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