Icona-facebook Follow Me on Pinterest Icona-facebook

giovedì 29 giugno 2023Aggiornato il:

Due giorni a Lione

Succede che una coppia di amici si sposano.
Succede che Carlotta mi chiede di farle da testimone e io, felicissima accetto.
Urge organizzare un addio al nubilato, e ogni scusa è buona per un viaggetto, no?

Abbiamo pochissimo tempo a disposizione e una nuova città da scoprire.
Questo è il mio resoconto di viaggio a Lione.



Come raggiungere Lione

La mia esperienza con Flixbus [prima parte]

Abbiamo scelto Lione per la vicinanza con Torino e con la possibilità di arrivarci in autobus, dato che per i giorni e gli orari che avevamo a disposizione non abbiamo trovato altro (volevamo andare a Londra ma mi rassegno, non ci andrò mai).

All'andata devo dire che il viaggio è stato piacevole, anche se è partito maluccio: l'autista ce l'aveva con la pessima manutenzione degli autobus e se ne è lamentato per tutto il viaggio (non è molto tranquillizzante i passeggeri a bordo) e non eravamo neanche partiti che ci siamo ingolfati nella prima rotonda perché due automobilisti stavano litigando bloccando il traffico.

Comunque, l'autobus era mezzo vuoto e abbiamo percorso tranquilli i 300 chilometri di distanza impiegando poco meno di cinque ore con due soste. Una, obbligata, alla dogana, e una all'autogrill dove ho gustato il primo caffè francese (ammazza che zozzeria). 

Quando eravamo ormai alle porte della città, in mezzo al traffico di Lione, decido di andare nel bagno dell'autobus e insomma, diciamo che bisogna avere un ottimo equilibrio.

Ricapitolando, siamo partite da Torino di lunedì alle 7:45 e siamo arrivate a Lione Perrache alle 12:40 (con tre quarti d'ora di ritardo sulla tabellina di marcia). Abbiamo viaggiato con un bagaglio in stiva e un bagaglio a mano, e comprando i biglietti due mesi prima abbiamo speso in totale 78 euro (a/r per due). 

Dove dormire a Lione

La mia scelta

Il nostro ostello, Ho36 Hostel (Rue Montesquieu 36), mi è piaciuto proprio tanto. Ci sono camerate, stanze private e una birreria con tavoli anche all'aperto dove c'è anche la reception sempre aperta. La nostra doppia con bagno privato era molto carina, piuttosto spaziosa e ben attrezzata. In bagno c'è anche il phon, quello vero (lo dico perché io mi sono portata il mio e potevo farne a meno).

La zona è perfetta perché è tranquilla, a due passi dal centro, ci passa il tram che porta alla stazione ed è abbastanza vicina ad una fermata della metro (Guillotière) dove invece sembra un po' di stare a Porta Palazzo a Torino e la gente spaccia sigarette (e te credo, un pacchetto costa il doppio rispetto all'Italia).

Per due notti abbiamo speso € 150, a meno non ho trovato niente e meno male, perché stavo per prenotare in un hotel vicino alla stazione e sarebbe stata una pessima scelta come posizione e zona.


Cosa vedere a Lione

Primo giorno: itinerario a piedi

Arriviamo alla stazione Perrache, che è enorme e piuttosto brutta. Appena fuori, invece, Lione si presenta subito bene. C'è anche il sole, che in queste giornate di pioggia e meteo instabile è una vera fortuna. Lasciata la stazione alle spalle attraversiamo Place Carnot per imboccare Rue Victor Hugo, che è pedonale e molto carina. La prima cosa che noto è la presenza di molte librerie, poi osservo i palazzi e mi innamoro dei comignoli altissimi, sproporzionati, di un mattone grezzo in contrasto con i tetti eleganti e colorati. Sembrano messi a caso sui tetti e non avendo trovato nessuna spiegazione in rete, ho formulato la mia ipotesi. Secondo me sono posticci, aggiunti in tempi moderni su palazzi storici che erano sprovvisti di riscaldamento, ma se qualcuno conosce la vera storia dei comignoli di Lione è pregato di raccontarla nei commenti.

Arriviamo a Place Bellecour per ritirare la Lyon City Card acquistata online. Questa tessera ha diverse durate, noi abbiamo fatto quella da 24 ore e costa € 27. Si attiva col primo utilizzo e comprende tutti i mezzi pubblici e diversi musei, oltre ad una crociera sul fiume e una visita guidata da prenotare.
A posteriori, considerando che non siamo riuscite a visitare i musei che volevamo (per svariati motivi che racconto più avanti) e che abbiamo preso pochi mezzi perché la città si gira benissimo a piedi, direi che è stata una spesa che potevamo tranquillamente evitare. 

Place Bellecour

Ci siamo fermate a pranzare in un ristorante in Rue des Marronniers, l'unico con un tavolo libero, e siamo andate a posare le valigie in ostello. Il tempo di cambiarci e ci siamo fiondate alla scoperta della città, dedicandoci a un po' di meritato shopping, visitando l'Hôtel-Dieu, un vecchio ospedale trasformato in hotel e centro commerciale con ristoranti e giardini bellissimi, e arrivando tardi al Museo delle Belle Arti (il lunedì chiude alle 18:00, il martedì è chiuso). 

Lungo il Rodano ci sono barche trasformate in ristoranti e pub, gradinate con un dj set improvvisato e un sacco di (bella) gente. In Place des Terraux incappiamo in una piccola e pacifica manifestazione davanti al Municipio, non mi sarei mai aspettata di sentire dei francesi cantare Bella Ciao. 

Hôtel-Dieu

Palais de la Bourse


Con una certa euforia ci fermiamo a fare aperitivo in un pub vicino all'Opéra e alla Fontaine d'Ipoustéguy. È lunedì e i locali sono pieni di gente, si mangia e si beve a tutte le ore, non sono abituata. Mi dà l'impressione di essere una città super giovane, allegra, movimentata. Mi piace molto. Per cena ci fermiamo al mercato Halles de la Martinière e ordiniamo due Galettes de sarrasin da Madamann. La mia, con magret de canard, era semplicemente deliziosa.

Inizia a far buio, la temperatura è perfetta, abbiamo ancora voglia di camminare. Vicino al mercato c'è uno dei numerosi murales di Lione: Fresque des Lyonnais. Torniamo verso l'ostello passando dal centro con le piazze illuminate e la Cattedrale che ci fa da punto di riferimento, anche se devo ammettere che non ce n'è bisogno.

Lione notturna

Cosa vedere a Lione

Secondo giorno: itinerario e meteo avverso

Ci svegliamo col cielo grigio e un vento gelido. Facciamo colazione in una boulangerie dove Carlotta assaggia una brioche aux pralines, un dolce rosa tipico di Lione che a me non ispira per niente. Partiamo, a piedi, alla volta della Confluence passando da Avenue Jean Jaurès dove incrociamo parecchi murales, compresi quelli intorno alla stazione. Appena passato il sottopasso c'è il più bello, Lumière Mural, che andrebbe visto di notte perché si illumina (qui potete vedere una foto notturna).

Arriviamo al Musée des Confluences (incluso nella Lyon City Card) troppo presto, al vento si è aggiunta la pioggia, e cerchiamo rifugio nel centro commerciale al di là del fiume, utilizzando il tram che passa lì di fronte. L'idea è quella di comprare una felpa col cappuccio perché stiamo congelando, ma naturalmente in questo periodo i negozi hanno solo roba estiva leggera. Abbandoniamo l'idea del museo e ci spostiamo in Rue de la République, dove ci sono parecchi negozi tra cui l'Hard Rock Cafè e Uniqlo, dove ci compriamo un cappellino.


Ormai il nostro programma giornaliero è andato a farsi benedire, ed è già ora di pranzo. Diamo un senso alla Lyon Card prendendo di nuovo un mezzo, stavolta la metro, per tornare a Perrache dove si trova la storica Brasserie Georges (è del 1836). Per la precisione si trova in Cours de Verdun, ma appena usciti dalla stazione è difficile non notare l'insegna. I prezzi sono tutt'altro che economici ma è un'esperienza da fare anche solo per entrare nell'enorme sala in sile Art Decò. Abbiamo preso un saucisson pistache e una steack tartare accompagnate da due birre medie, concludendo l'ottimo pasto con due caffè che alla fine non erano neanche poi così cattivi.

Brasserie Georges

Con la panza piena siamo tornate in Place Bellecour alla ricerca della statua di Saint-Exupérie, l'autore del Piccolo Principe. La piazza è enorme, se volete trovarla al primo colpo senza macinare chilometri come abbiamo fatto noi arrivate da Rue Victor Hugo e girate subito a sinistra. Proseguendo si arriva sulla Saona. Un delizioso ponticello rosso, passerelle Saint Georges, attraversa il fiume e porta alla chiesa neogotica omonima. Da qui inizia la Vieux Lyon, che si sviluppa attraverso un reticolo di viuzze meravigliose. Passiamo davanti a La Maison de Guignol, il teatro delle marionette, e andiamo a prendere la funicolare che porta a Notre-Dame de Fourvière, che domina la città (infatti come dicevo è il punto di riferimento ideale per orientarsi subito) e assomiglia alla basilica del Sacro Cuore di Parigi. Dal piazzale della basilica si vede tutta Lione, una vista pazzesca anche col cielo grigio. 


Vieux Lyon

Il panorama da Notre-Dame de Fourvière

Già che ci siamo facciamo un salto nel vicino teatro gallo romano, un sito archeologico usato per concerti e festival all'aperto. È annesso ad un museo (Lugdunum) ma si sta facendo tardi e abbiamo ancora troppe cose da vedere quindi lo saltiamo. Scendiamo giù trovando una scorciatoia in mezzo alle case, e in poco tempo ci ritroviamo di nuovo nella Vecchia Lione.

Potremmo entrare al Museo del Cinema e Miniature, ma ormai la voglia di musei è passata e ci va solo di girare senza meta in cerca di qualche souvenir, per poi rifugiarci, distrutte, in un bar per un meritato aperitivo.  Le Café de la Cathédrale, che si chiama così perché è di fianco alla Cattedrale Saint-Jean Baptiste, è uno di quei posti un po' strani che personalmente adoro. Al banco c'è un simil-Kenzo talmente gentile che finge di capire perfettamente il mio pessimo francese quando ordino due birre e un piatto di formaggi misti.

Recuperate le forze ci rimettiamo in marcia. Il Mur des Canuts si trova vicino alla fermata Henon (metro C) ed è un murale pazzesco, enorme, così incredibilmente dettagliato che le foto non gli rendono giustizia, bisogna vederlo per forza dal vivo. È stato realizzato nel 1986 sulla facciata di 1.2000mq di un palazzo in Boulevard des Canuts. Il gigantesco trompe-l'oeil illustra scene di vita quotidiana che si sono modificate nel tempo (nel passaggio che si apre sulla sinistra ci sono le foto che ritraggono l'opera nel 1987, 1997 e 2013).

Mur des Canuts

Mur des Canuts (particolare)

Torniamo indietro e ci fermiamo a cena da Bistrot a Tartines, L'épicerie de Ginette, in Rue de la Monnaie. Siamo in una zona pedonale piena di locali, c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Il posto è davvero accogliente e informale, con un gattone nero che gira tra i tavoli e ogni tanto sale in braccio a qualche cliente fortunato.

Dopo un milione di chilometri e una seconda, intensa giornata a Lione, torniamo in ostello dove ci aspetta una valigia da chiudere e una sveglia all'alba.

Arrivederci Lione

Rientro a casa con imprevisto

Lasciamo prestissimo l'ostello, prendiamo il tram e andiamo a Perrache. Siamo in perfetto orario, c'è tempo anche per un caffè nell'unico bar già aperto della stazione e andiamo a cercare il nostro Flixbus. Quando saliamo la situazione è abbastanza drammatica, l'autobus arrivava da Parigi pieno come un uovo, la gente si è seduta a caso e i nostri posti assegnati ovviamente erano occupati.
Troviamo a fatica due sedili liberi, si parte con venti minuti di ritardo. Tappa a Chambery, qualcuno scende, ma molti salgono. Alcuni vengono lasciati giù perché non c'è posto, dev'esserci stato stato un casino con le prenotazioni. Chi sale cerca il suo sedile che ovviamente è occupato e nel caos generale riusciamo a spostarci negli unici due sedili vicini che si sono liberati. Intanto il ritardo sulla tabellina di marcia aumenta.

Si riparte, ma al secondo autista qualcosa non torna. Inizia a fare su e giù tra i sedili per contarci, chiede a tutti documenti e biglietto, salta fuori che abbiamo un abusivo. Non ha documenti, niente biglietto, non sembra capire nessuna lingua. Quello che è certo è che si è infilato di straforo a Parigi e dice di chiamarsi Mohammed Alì. L'autista lo minaccia dicendogli (mezzo in francese, mezzo in italiano) che se non paga lo abbandona all'autogrill. Intanto arriviamo al confine francese e i doganieri, già allertati, portano giù l'abusivo, controllano tutti e tutto, salta fuori un trolley che non è di nessuno, stiamo fermi lì un'eternità e poi ci restituiscono Mohammed Alì, passando la patata bollente ai doganieri italiani. Che ci tengono fermi un secolo pure loro, per decidere poi di tenersi l'abusivo e farci ripartire.

Finalmente si viaggia spediti per Torino, siamo quasi arrivati, e niente, è l'ora della sosta in autogrill perché tra una balla e l'altra non si era potuta fare prima. Transumanza di gente in bagno, gente in coda per il caffè, gente in coda a fare scorta di sigarette che qua costano meno. Con un ritardo assurdo, stravolte, siamo finalmente arrivate a destinazione, dove ci stava aspettando quel santo di Davide che mi ha dato uno strappo a casa. Poteva andare peggio eh, poteva succedere all'andata.

In conclusione:
- mai dire mai, ma se lo conosci lo eviti quindi per me Flixbus è un grandissimo no
- Lione è una città splendida, spero di tornarci per visitarla con più calma
- due giorni sono pochi, ne eravamo consapevoli, ma siamo riuscite a vedere tantissimo
- non è stato, ovviamente, un addio al nubilato convenzionale, ma un'occasione per un viaggio (io, quando mi sono sposata, non l'ho nemmeno fatto questo "addio", per dire)


Pont de l'Université de Lyon


Lyon, Place Louis Pradel, dove c'è l'Opéra National e la Fontaine d'Ipoustéguy

























4 commenti:

  1. Ci sono andato anch'io alla Brqssrie Georges e anche se si mangia male secondo me e caro il posto merita assolutamente. (Mi sa che ad ottobre mi tocca la Corea, spero che no piova troppo e vado a spulciare i tuoi post)

    RispondiElimina
  2. Corea???? Ma che bello!!!! Io ho trovato parecchia pioggia ad agosto, ma l'ho messo in conto. I colori autunnali renderanno ancora più belli i posti che vedrai, seguirò i tuoi racconti con molta nostalgia

    RispondiElimina
  3. comunque un giro a Lione lo si riorganizza. E si va in auto, che alla fine da Torino son 4 ore, e alla frontiera non dovremmo avere imprevisti.

    RispondiElimina

Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



Info sulla Privacy