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lunedì 13 ottobre 2014Aggiornato il:

Busan dai mille colori



Diario di viaggio in Corea
17 agosto 2014



Se ancora non ero abbastanza innamorata di questa città, oggi ne sono completamente conquistata. Gamcheon Culture Village è un villaggio abbarbicato sulla collina con casette basse, tetti colorati, e percorsi artistici e culturali. Qualcuno l'ha paragonata a Santorini, per i tetti blu e le pareti bianche. Altri hanno scritto che assomiglia a Burano, per le case colorate.
Io penso che sia semplicemente e squisitamente unica.

Vista d'insieme all'ingresso

Gamcheon Culture Village




Gamcheon Culture Village
Gamcheon Culture Village


Una casa dipinta
Gamcheon Culture Village

Il muro dell'amore
Gamcheon Culture Village


All'interno di una casa visitabile il muro è a disposizione della creatività di chi ci passa.
Gamcheon Culture Village

Tetti di tutte le tonalità del blu.
Gamcheon Culture Village

Installazioni artistiche "Fish in alleys"
Gamcheon Culture Village


Non è presente come dovrebbe sulle guide turistiche internazionali, ma questa mancanza fa di Gamcheon un posto speciale.

Fin dall'ingresso mi rendo conto che questo è un posto in cui i visitatori sono invitati a interagire, entrando a far parte di un progetto culturale in cui si viene subito coinvolti.
La cartina che prendiamo al punto informativo assomiglia ad una caccia al tesoro. Camminando nelle vie che salgono, scendono e si intrufolano fra le abitazioni le persone sono invitate a scoprire le case segnalate che hanno nomi come "casa della luce" "casa della pace". All'interno ci sono installazioni artistiche, messaggi, fotografie. E in ognuna di esse si trova il timbro da apporre sulla cartina. (Sapete, no, che vado matta per i timbri?). In alcuni posti ho ricevuto anche una cartolina come premio.

Nel rispetto della quiete di chi ci abita abbiamo potuto passare attraverso le vie che diventano passaggi tra i balconi delle case. In alcuni casi ci siamo trovati su un terrazzo con i panni stesi, o sull'uscio di una cucina dove si stava preparando il pranzo.

Ogni casa è stata "conquistata" più o meno facilmente e mi sono guadagnata tutti i timbri per la mia ormai preziosissima cartina. Qualche volta abbiamo dovuto chiedere informazioni a signore che sembrano messe lì apposta per non far perdere i turisti nei labirinti di vie, qualche volta è sembrata una gara con altre coppie a chi arrivava primo.

Mi sono divertita come una bambina.

Percorsi tra le case per portare a termine la "caccia al tesoro"
Gamcheon Culture VillageGamcheon Culture Village

Case d'epoca interattive (ogni scusa è buona per giocare ^_^)
Gamcheon Culture Village

Installazione artistica "Sweet Dandelion Whispers"
Gamcheon Culture Village

In mezzo alle case c'è una lunga e ripida scalinata (148 scalini). E' stata soprannominata "Scala per vedere le stelle", perché a chi sale portando dei pesi vengono le vertigini e i "luccichini" agli occhi. 
Gamcheon Culture Village

Per pranzo ci fermiamo in un ristorantino nel cuore di Gamcheon, dove assaggiamo per la prima volta il ramen ghiacciato (un piatto che si mangia solo d'estate) e un classico ramen con verdure. Il posto è a conduzione famigliare ed è molto accogliente. I piatti sono strepitosi.
La signora che ci serve è simpaticissima, e riusciamo a farci scrivere su un foglio il nome della salsa miracolosa (non è solo buona, ma riesce ad esaltare il gusto di qualsiasi piatto).

Ramen con verdure (nel contenitore bianco c'è la salsa miracolosa)
감내맛집

Ramen freddi (con ghiaccio)
감내맛집




Questo posto mi ha confermato che spesso le scoperte più belle si fanno affidandosi al proprio istinto, e che non bisogna limitarsi ad andare semplicemente nei luoghi indicati dalle guide.

Approfittando della splendida giornata di sole decidiamo di andare sulla costa ovest, a Dadaepo Beach.
Rispetto alle spiagge di ieri Dadaepo è meno turistica e in un certo senso più genuina.
Arrivarci non è molto comodo, dopo la metro (mezz'ora abbondante) ci sono altri venti minuti buoni di autobus. Ci sembra di essere in un posto sperduto e in mezzo al nulla.

La spiaggia è enorme, e una buona parte è coperta dalle tende dei campeggiatori.
C'è molta gente, sia in acqua che sul bagnasciuga.
La bellezza di questo posto è indiscutibile, anche se il cielo si sta coprendo di nuvole e il sole si vede solo a sprazzi. L'unica cosa che ci lascia perplessi sono i riflessi metallici nella sabbia tanto scura da essere in alcuni punti nera.

Dadaepo Beach
Dadaepo Beach

La lunga spiaggia
Dadaepo Beach


Passeggiamo lungo la scogliera, dove c'è un sentiero con scalini e terrazze in legno.
Che vista, sono senza parole.

Troviamo alcune calette deserte, altre in cui qualcuno si è temporaneamente accampato. Qualcuno si arrischia a fare il bagno vicino agli scogli, dove il fondale è scivoloso. Altri se ne stanno semplicemente fermi a guardare il mare, come facciamo noi.


Vorrei che queste immagini rimanessero impresse nei miei occhi e nella mia mente per sempre.

Dadaepo dall'alto
Dadaepo Beach

Isoletta collegata alla terraferma
Dadaepo Beach

Il mare piatto
Dadaepo Beach

Trasparenze
Dadaepo Beach

Acqua limpida e rocce
Dadaepo Beach

Sua Maestà Il Cielo
Dadaepo Beach


Il ritorno ci porta via parecchio tempo, ma dopo una piccola sosta in hotel usciamo per fare ritorno a Gwangalli Beach, che abbiamo visto ieri mattina e oggi ce la godiamo con le luci della sera.
Dalla terrazza di un pub dove ci fermiamo per cena abbiamo la vista perfetta del ponte che inizia ad illuminarsi poco dopo il tramonto.

Di sera il lungomare si anima. Concerti, giochi sulla spiaggia, spettacoli.
Dopo una certa ora i vigili chiudono l'accesso alle auto e la gente si riversa in strada. In un attimo vengono allestiti dehor all'aperto, parte un corteo di gente vestita in abiti tradizionali che cerca di coinvolgere i passanti, c'è chi improvvisa un teatro di strada. Un gruppo di ragazzi monta una pedana e inizia a sfidarsi a colpi di ballo hip hop.

Classica cena da pub: fish and chips.
700beer

Il ponte illuminato
Gwangan Bridge



Tutto questo, che potrebbe sembrare un enorme e pazzesco caos, è in realtà entusiasmante. Io vorrei vivere in un città così, dove i ragazzi possono esprimersi artisticamente, dove le persone (e interi quartieri) vengono coinvolte in progetti culturali, dove la gente si diverte a rispettare la propria tradizione e la propria storia raccontandola attraverso uno spettacolo teatrale.


Ci sarebbero ancora tantissimi posti che vorrei visitare, ma purtroppo è l'ultima notte che trascorriamo a Busan e mi dispiace davvero tanto andare via.


Spesso non riesco a spiegare bene cos'è che mi piace tanto della cultura asiatica. Adoro il loro modo di comportarsi, invidio il loro modo di vivere, mi piace tantissimo il loro orgoglio e il loro modo di esaltare le bellezze del territorio, la loro correttezza e il loro senso civico.

A questo proposito mi viene in mente cosa mi è successo sia ieri che oggi rientrando in hotel.

Come ho spiegato ieri, se si hanno in programma diversi spostamenti nell'arco della giornata conviene comprare il biglietto giornaliero della metro. Quello che non ho detto però, è che proprio all'ultima corsa per rientrare in albergo questo biglietto non funzionava più. Probabilmente si è smagnetizzato.

Ora, cosa avrei fatto se mi fosse capitato in Italia?
- Avrei pensato "etteppareva", siamo alle solite.
- Avrei provato a cercare un ufficio dedicato per chiedere un rimborso, sapendo già che non vale la pena perdere una giornata per pochi euro (sicuramente non recuperabili).
- Sarei salita sul mezzo pubblico senza vidimare il biglietto sperando di non trovare il controllore, ma tanto non c'è mai.

Cos'ho fatto invece?
Mi sono guardata intorno e ho subito trovato l'indicazione "Ufficio Informazioni". Sono andata lì, ho spiegato il problema al funzionario che ha verificato la validità del biglietto usando un buffissimo aggeggio meccanico.
Ho ricevuto le sue scuse (manco fosse colpa sua), atteso un minuto e ricevuto l'intero rimborso.

Un caso? Direi di no. Stasera mi è successo di nuovo, sempre all'ultima corsa (è evidente che questi biglietti o hanno qualche problema, o sono io che ho un potere smagnetizzante nelle mani). L'addetto questa volta è venuto alla macchinetta e mi ha comprato un biglietto nuovo, scusandosi per l'inconveniente.

Sono piccole cose, che fanno aumentare la mia ammirazione nei loro confronti.

La metro di Busan: sicura, puntuale, comoda ed economica. Fa davvero bene alla salute!
Humetro







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Info pratiche:

Gamcheon Culture Village
Metro Line1 Toseong-dong Station exit 6 (camminare per 150 metri sulla destra per la fermata del Shuttle Bus #1-1, 2, 2-2 di fronte a Cancer Center - Scendere alla fermata di fronte a Ganjeong elementary school)
La cartina si acquista nel punto informativo all'ingresso (2,000 ₩)

Ristorante coreano a Gamcheon sulla via principale, vicino allo shop. Cercate l'insegna 감내맛집
Le ciotole di ramen costano dai 6,000 ai 7,500 ₩.

Dadaepo Beach
Metro Line 1 Synpyeong Station exit 4 + bus 2, 11 o 338 (una corsa 1,300 ₩).

Pub 700 Beer
Gwanganhaebyeon-ro (lungomare di Gwangalli Beach)
Quattro birre medie, fish and chips con insalata di contorno 4,700 ₩.
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18 commenti:

  1. ti capisco perfettamente...a Tokyo ci e' capitato di comprare un biglietto della compagnia sbagliata per prendere la metro...l'omino addetto al controllo non solo ci ha spiegato il tutto e indicato dove fare il biglietto corretto, ma ci ha preso i biglietti sbagliati e rimborsato...ho continuato a ripetere a mio marito "ma ci ha ridato i soldi!" attonita per circa mezz'ora....in Italia avremmo perso i soldi del biglietto e preso una bella multa... '-.-

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    1. La mia stessa reazione! Continuavo a tenere i soldi in mano e dire "Mi ha ridato i soldi!".
      Per noi sono cose fuori dal comune, è questo che a ripensarci mi fa tristezza.

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    2. ho scordato di chiederti la cosa piu' importante....com'erano i ramen ghiacciati??? XD

      PS: sai che a Torino ha aperto un ristorante specializzato in ramen? lo testero' prossimamente... ^_^

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    3. Appena ho visto il colore ci sono rimasta male, ma mi sono piaciuti. Il gusto però non te lo so descrivere.
      Del ristorante di ramen me ne hanno parlato tutti benissimo, io non sono ancora riuscita ad andare (le foto sulla pagina fb fanno sbavare!)

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  2. riguardo al discorso del biglietto smagnetizzato... sono particolari di questo genere che mi fanno venire il magone ogni volta che rientro in Italia da un viaggio all'estero. se non è il biglietto sono i bagni pubblici o i servizi in generale, ma ho sempre l'impressione che ci sia più rispetto per i bisogni delle persone, che se qualcosa non va non si concluda subito che è la persona disonesta che inventa storie per fregare, che bigliettai e simili che lavorano a contatto col pubblico siano gentili e disponibili in percentuale superiore al 5% italiano... insomma, hai capito il concetto! XD

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    1. Capito perfettamente. E' la sensazione che ho sempre. Perché non possiamo vivere anche noi così? Noi pensiamo individualmente, loro pensano al benessere di tutti.
      Per dire, se vai in bagno e ti freghi la carta, quello dopo sarà senza, chi si occupa di rifornire la carta si stuferà di doverla ricaricare ogni volta, il titolare dell'esercizio non vorrà più spendere soldi inutilmente e in breve nessuno la troverà più.
      Dove lavoro io la gente si frega anche le lampadine (e ti assicuro che parlo di clienti che arrivano in pelliccia, non di poveracci).

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  3. Quei ramen con verdure non mi ispirano per niente >__<
    Il brodo sembra una cosa ... bleeeah! :p
    Per il resto, bel resoconto , come sempre.
    La scala per vedere le stelle mi ricorda -non so perché- la scalinata di Orange Road :)

    Moz-

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    1. Forse è colpa della ciotola che sembra una bacinella :) Ramen brutto ma buono!

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  4. Ma queste installazioni ci sono sempre all'interno del villaggio o sono quando di siete stati voi? È bellissimo comunque,vorrei farla anche io una caccia al tesoro così!

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    1. Ci sono sempre, ma vengono periodicamente ridipinte. Ho anche visitato un laboratorio creativo per i bambini del quartiere, e ho subito pensato a te!

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  5. Busan è davvero stupenda come città! Io credo fermamente che abitare in un bel posto aiuti ad essere un po' più felici (e infatti mi fa una tristezza pazzesca la periferia industriale in cui mi tocca andare a lavorare - c'è una via qui dietro a dove sono io, che è la summa della tristezza massima, da una parte tutte case popolari a casermone e dall'altra capannoni industriali e fabbriche. Allegria!)

    Mi è capitata una cosa analoga con i biglietti della metro a New York (in realtà lì avevo passato la Metro Card erroneamente nel tornello della direzione sbagliata, per cui, per un certo tempo non avrebbe più funzionato - stratagemma per evitare che le persone si passino le carte) e il tizio nella guardiola della stazione (un buco di stazione, era una di quelle piccoline) mi ha fatto cenno di passare dall'uscita d'emergenza (nonostante il cartello che indicasse di non farlo) e ha chiuso lì il discorso XD

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    1. Il tizio della guardiola avrà capito che eravate turisti in difficoltà, e probabilmente non era la prima volta che capitava visto l'atteggiamento.
      Io ci penso spesso a qual è la città dei miei sogni, forse perché Torino (che ho sempre amato e difeso a spada tratta) mi sta davvero deludendo.

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  6. Quel mare ç_ç Che meraviglia!
    Simpaticissimo il villaggio 'da scoprire'! :D

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    1. Camminando per la città avevo notato una macchia di colore su una collina, ho indagato e ho scoperto questo gioiellino ^_^

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  7. Veramente una città meravigliosa, mi piacerebbe tanto andarci!!!
    Il ramen freddo pare buonissimo.

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    1. Non l'avevo mai visto, ma in effetti col caldo estivo è l'ideale.

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  8. Quanto mi piace leggere l'entusiasmo che provi per le piccole cose, i giochi, la bellezza. Certo, posti come questo aiutano, ma e` una tua dote innata e credo sia indispensabile per continuare a sentirsi sempre vivi e cercare la felicita` ogni giorno.
    Detto questo, DEVO visitare la citta`!

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    1. Io me ne sono innamorata (penso che si sia capito), ogni quartiere ha una sua particolarità e poi quello che invidio tanto agli asiatici in generale è la loro capacità di valorizzare e rendere appetibili zone che in altri paesi non avrebbero attrattiva turistica.

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