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Diario di viaggio in Cina
1 agosto 2025
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Il Tempio del Buddha Gigante di Leshan |
Gita a Leshan da Chengdu
Ci svegliamo prestissimo per essere in stazione il prima possibile e riusciamo a prendere il treno delle 7:44. Il paesaggio da Chengdu a Leshan è molto bello e il viaggio dura solo un'ora. Arrivati a Leshan usciamo dalla stazione e per raggiungere il sito del Buddha Gigante bisogna attraversare la strada e andare nella stazione degli autobus dove c'è poca gente in attesa il bus, tenuta in fila da un addetto a cui chiediamo se i biglietti si possono fare a bordo, dato che non vedo biglietterie. Lui ci dice di sì, poi ci fa vedere un QR code, prova a dirci qualcosa, non ci capiamo, sorride e va via.
Arriva il bus turistico, di quelli allestiti come se fossero vecchi trenini, e la gente inizia a spingere (può esserci tantissima gente o quattro gatti, la smania di salire per primi e accalcarsi non se la toglieranno mai a quanto pare). Arriviamo dall'autista, facciamo per pagare ma ci indica in malo modo di scendere. Molto bene. Torniamo dall'omino di prima che continua sorridere mentre ci accompagna da una signorina al banco (farlo prima no?) che ci fa scaricare una app per pagare i trasporti di Leshan. Perso ormai il primo bus saliamo su un altro, non turistico, strapieno di gente, che fa molte fermate e impiega un'ora abbondante per attraversare la città.
Arriviamo quasi al capolinea che ormai a bordo siamo in quattro gatti. C'è un signore che attacca bottone con tutti, chiede da dove veniamo, parla del sito del Buddha, non capisco se è un locale espansivo, un turista entusiasta o una di quelle persone già incontrate in passato che ti si accolla con la scusa di voler fare conversazione e poi ti chiede soldi per farti da guida. Fatto sta che indica alla gente a quale fermata bisogna scendere, e quando arriviamo scendono effettivamente tutti, quindi scendiamo pure noi. La fermata mi lascia perplessa, siamo all'imbocco di un tunnel, in mezzo alla strada e apparentemente nel nulla, non ci sono cartelli, una mezza indicazione, niente. Ormai seguiamo gli altri e mentre penso che invece di seguire un gruppetto di sconosciuti avrei potuto come minimo chiedere all'autista, ci troviamo in una biglietteria, ma non è quella del Buddha Gigante, bensì quella che organizza visite guidate. Tutto torna.
Chiediamo ad un ragazzo dove dobbiamo andare e ci indica di proseguire dritti, e mentre camminiamo in una stradina piena di ristorantini pensando boh, vai a sapere dove stiamo andando, vedo una signora che alza le bacchette dalla padella e mi indica la via con fare perentorio. Arriviamo finalmente nel viale alberato che porta alla biglietteria. Se vi dovessi spiegare esattamente che strada ho fatto avrei delle difficoltà, so solo che ancor prima di arrivare alla biglietteria abbiamo visto uno dei più bei China Post di tutto il viaggio dove ho trovato il mio (primo) libretto per collezionare i timbri. I negozi delle Poste, e i timbri che in generale si trovano davvero ovunque, meriterebbero un capitolo a parte. Se siete amanti di queste cose come la sottoscritta vi assicuro che in Cina avrete davvero grosse soddisfazioni.
Comunque, andiamo a fare i biglietti e facciamo poca coda per entrare. Siamo finalmente dove volevo essere.
La prima parte del percorso è costituito da una scalinata in salita che costeggia la roccia e arriva al Tempio da cui si vede il testone del Buddha Gigante. Alto 71 metri, è la statua in pietra del Buddha più grande del mondo. Si trova nel punto della roccia dove confluiscono i fiumi Min Jiang, Dadu e Qingyi, di fronte al Monte Emei, la sua costruzione iniziò nel 713 per volere del monaco Hitong nella speranza che il Buddha potesse calmare le acque turbolente dei fiumi che affliggevano la navigazioni delle navi mercantili. L'opera venne portata avanti dai suoi discepoli e si concluse 90 anni dopo, e l'enorme quantità di roccia scavata e depositata nei fiumi ha alterato il corso d'acqua rendendo effettivamente la navigazione più sicura.
Se la vista dall'alto è impressionante bisogna scendere alla base per vedere la statua nella sua interezza. Fino a qualche anno fa venivano utilizzate le balconate ai lati del Buddha, ma dopo il recente restauro sono state chiuse e adesso bisogna affrontare un percorso a tratti tortuoso per arrivare ai piedi. Si passa attraverso gallerie scavate nella roccia che si aprono sul panorama pazzesco del fiume e della montagna, per arrivare ad alcune aree di sosta fatte apposta per smorzare la calca. In termini assoluti non c'è tantissima gente, ho visto luoghi ben più affollati e oggi probabilmente è una giornata abbastanza tranquilla, ma in tutto ci abbiamo messo quasi due ore.
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Scalinate, passaggi nella roccia e in mezzo al verde per arrivare al Buddha Gigante |
Si procede dunque piuttosto tranquilli e abbastanza spediti, a parte qualche stop obbligato. Durante il tragitto (e queste solo le cose davvero faticose) bisogna:
- schivare di continuo i malefici ombrelli da sole che ogni due per tre vengono aperti all'improvviso a due millimetri dalle mie cornee
- sopportare le vecchiette che tentano di passare davanti a tutti, che se non ti sposti ti piazzano il gomito sui reni e non mollano finché non ti sorpassano (ho provato a resistere, è inutile, vincono loro)
- rassegnarsi al fatto di non sapere quando finirà il percorso, che ad un certo punto vai avanti per inerzia, perché fino a quando non ti ritrovi di fianco al piedone gigantesco del Buddha non vedi altro che roccia e passaggi a volte davvero angusti.
Però poi, quando sei lì, davanti a questa opera immensa, ti senti piccola piccola e non sai se sei ti viene da piangere perché è troppo bello, perché è stata una faticaccia ampiamente ripagata, o perché devi riaffrontare il percorso al contrario per tornare su. Comunque credo di non aver mai visto un posto tanto emozionante, mi viene la pelle d'oca a ripensarci, mi sento davvero fortunata.
Il percorso per tornare indietro sembra più corto perché ormai sappiamo la strada, ma è tutto in salita quindi arriviamo su che siamo affaticati. L'estate non è la stagione ideale per queste visite, ci saranno qualcosa come 42° e un'umidità che ho persino i capelli bagnati. Infatti ci sarebbero anche altre cose da vedere ma dopo essermi dissetata con una buonissima spremuta di limoni decidiamo di procedere verso l'uscita (un altro sentiero abbastanza lungo, comunque, e il sole cocente dell'ora di pranzo ci stende).
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Il Buddha Gigante (visto dalla testa e poi in basso dai piedi) |
Cerco il ristorante dove stamattina la signora mi ha indicato la strada con le bacchette ma non lo trovo, ci fermiamo in un posto a caso per una veloce pausa pranzo e poi, mentre andiamo alla ricerca della fermata del bus incontriamo un taxi che lì per lì sembra non ci voglia caricare (non dice di no ma finge di non vederci) ma poi si ferma e apre la portiera. Mi fanno morire i tassisti che mentre guidano ti parlano come se capissi il cinese, comunque gli diciamo che dobbiamo andare in stazione e lui dice ok, imbrocca una strada, poi fa inversione, ne imbrocca un'altra, fa inversione di nuovo e quando finalmente sembra aver preso la direzione giusta ci rilassiamo e piombiamo entrambi in un sonno inesorabile. Che dormita ragazzi! Il tassista ci sveglia davanti alla stazione con un sorrisone che sembra dire "eravate stanchi eh?" e ci saluta tutto contento.
In stazione prendiamo i biglietti per il primo treno disponibile per Chengdu anche se ci sono solo posti in piedi. Che sarà mai, abbiamo affrontato viaggi in treno ben peggiori, per un'ora possiamo anche sederci per terra come i bei vecchi tempi.
Arriviamo a Chengdu nel tardo pomeriggio, abbiamo tutto il tempo per una doccia e un po' di relax.
Chengdu: Anshun Bridge e Shuijingfang
Dal nostro albergo di Chengdu, camminando una ventina di minuti, arriviamo ad Anshun Bridge, chiamato "Ponte della Pace e della Propizia". La costruzione originale risale al 1746 ma è stato devastato più volte dalle inondazioni e altrettante volte ricostruito mantenendo però l'originale stile antico delle dinastie Ming e Qing. È lungo 81 metri e largo 6 metri, decorato con motivi della cultura tradizionale cinese (orchidee, bambù e crisantemi) con due statue di animali marini che fungono da amuleto contro le inondazioni. L'interno del ponte è occupato da un ristorante di lusso, l'ho trovato nelle guide Michelin: si chiama The Bridge ed è dello chef André Chiang.
Sulla sponda del fiume, nei dintorni del ponte di Anshun, ci sono bancarelle, ristoranti, street food. Per strada e fin sulle scale che portano al ponte ci sono cartomanti, a quanto pare va di moda farsi leggere le carte. E poi ci sono gli inquietanti omini vestiti da scimmia che ti si avvicinano per farsi una foto insieme ma io mi tengo a distanza di sicurezza perché mi fanno paura.
Tutto intorno si sviluppa Jiuyanqiao Bar Street, che come si intuisce dal nome è il posto dove ci sono locali e pub uno attaccato all'altro. Quasi tutti propongono intrattenimenti musicali dal vivo, quasi tutti fanno anche da mangiare, quasi tutti hanno prezzi abbastanza alti.
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Il lungofiume e Anshun Bridge |
Piccola parentesi sui bagni. In Cina ci sono bagni pubblici ovunque, ben segnalati, gratuiti, puliti. Potrete avere qualunque problema in viaggio ma di sicuro non quello di trovare un bagno.
Detto ciò, chiedo appunto dov'è il bagno e il cameriere mi indica una scala che porta giù. Scendo e mi aspetto una tavernetta, un locale al chiuso al piano inferiore, invece mi ritrovo in un garage scarsamente illuminato. Boh. Mentre cerco il bagno incontro una cameriera che sta portando su un piatto e mi chiedo dove sia la cucina, dato che siamo in una rimessa auto sotterranea. Certe domande, a volte, è meglio non farsele.
Tornando verso l'albergo riattraversiamo il ponte e arriviamo in Shuijingfang che è un distretto storico e culturale dove si trovano gli stabilimenti della più antica distilleria cinese ancora in funzione. In questo reticolo di vicoli tradizionali, bellissimo, ci sono tantissimi locali e all'interno di un ex fabbrica ci sono club e discoteche. Che posto stupendo! Ci ho fatto un pensierino, una notte di bagordi in discoteca come ai bei vecchi (vecchissimi) tempi non mi dispiacerebbe affatto, ma poi ho tirato dritto, che siamo in piedi dall'alba e domattina abbiamo la sveglia presto.
- continua -
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Info pratiche:
Buddha Gigante di Leshan
9:00 - 17:00 / CNY 80
Da Chengdudong (stazione est di Chengdu) i treni impiegano circa un'ora per arrivare a Leshan. Una volta lì bisogna andare nella stazione degli autobus (è enorme, basta guardare sulla destra appena usciti dalla stazione ferroviaria di Leshan) e inquadrare il QR code che trovate all'ingresso degli autobus per installare la app dei trasporti. Se avete difficoltà come abbiamo avuto noi, chiedete aiuto a un'impiegata qualsiasi.
L'autobus turistico porta direttamente al sito, noi abbiamo preso quello cittadino che fa più fermate. Davanti alla stazione ci sono i taxi, la corsa costa meno di 5 euro.
Avessi avuto più tempo avrei dormito una notte a Leshan per visitare con calma il sito del Buddha gigante il primo giorno e Emeishan il secondo. Da quel che ho visto dall'autobus Leshan è una città con dei quartieri tradizionali molto carini.
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