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Diario di viaggio in Cina
9 agosto 2025
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| Zhenyuan |
Iniziare la giornata bevendo il caffè sul balcone, con una vista così e col silenzio interrotto solo dal cinguettio di qualche uccellino, è quello che io associo all'idea di felicità. Oggi ho intenzione di visitare tutto il possibile, quindi usciamo presto e prendiamo addirittura l'autobus per arrivare nella prima tappa il prima possibile, e in effetti arriviamo che non c'è quasi nessuno. Poi però ci sembra una buona idea cercare prima un posto dove fare colazione e nei dintorni sembra non esserci nulla, finché non vediamo un locale aperto, l'unico. Prendiamo l'unica cosa disponibile nel menu: una ciotola di spaghetti con manzo, erba cipollina e un uovo in camicia fritto in pastella. Posso senza dubbio definirla una - ottima - colazione dei campioni.
Torniamo in biglietteria e finalmente entriamo. Qinglongdong Scenic Area (o Grotta del Drago Nero)si trova in un punto panoramico di Zhenyuan. Il percorso obbligato permette di visitare ogni parte del complesso che si sviluppa in orizzontale e in verticale lungo la parete rocciosa. Gli edifici a uno o due piani sono visibili all'interno e regalano viste mozzafiato.
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| Qinglong Cave |
Saliamo sulla torre che delimita il complesso a ovest e poi passiamo attraverso un'apertura nella roccia per visitare gli altri edifici. Laojun temple, detto anche "Tempio dell'Antenato" o "Tempio del Dio del tuono" fu costruito durante la dinastia Qing (1879 d.C.) sulle rocce della parete verticale della montagna con la parete esterna sostenuta da pilastri. È alto circa 20 metri e il secondo piano custodiva tre immagini: l'Antenato del tuono, il Dio del tuono e la Dea del fulmine, mentre all'ultimo piano c'erano le statue dei "Tre Puri" venerati nel taoismo e distrutte durante la Rivoluzione Culturale.
Questo è uno dei punti panoramici migliori per guardare Zhenyuan dall'alto, ed è superfluo dire che ho scattato una marea di foto (una più bella dell'altra).
La grotta Qinglong è il fulcro del complesso pur essendone la parte più piccola. La scala scavata nella pietra è stretta e irregolare e l'interno è proprio quello di una piccola grotta. Molto suggestivo.
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| Il panorama dal complesso |
La visita si conclude con l'accademia Ziyang, costruita nel 1530, una delle più antiche e rinomate del Guizhou. L'ingresso principale è un arco di mattoni su cui è incisa la scritta che significa "Grotta di Ziyang" e sui lati la frase "una terra benedetta senza pari in riva al mare, il primo paradiso in grotta nel Guizhou". Non so se la traduzione sia corretta, siccome il "mare" è un fiume, comunque il senso è quello.
Uscendo dal complesso, bellissimo, noto che sulle scale dell'ingresso secondario c'è una colonia felina. In Cina i gatti sono adorati (esiste un posto al mondo dove non lo sono?) e c'è sempre qualcuno pronto a sfamarli.
Per tornare indietro attraversiamo il ponte Zhusheng a sette arcate dove c'è il padiglione Kuixing. Da qui parte il sentiero che porta alla cima del monte Shiping dove c'è un piccolo padiglione che la sera si illumina. Davanti alla biglietteria c'è la statua di un condottiero su un elefante (non ho indagato oltre) e la ripida scalinata del primo tratto di salita. Il panorama lassù è sicuramente splendido ma vorrei arrivare alla fine della giornata senza troppo sforzo quindi no, non sono salita.
Proseguiamo sulla strada principale e ci perdiamo un po' tra i negozi, l'architettura delle abitazioni e le statue di bronzo che raccontano usi e costumi della popolazione. Per gli amanti del genere segnalo che c'è anche qui un China Post con francobolli e cartoline da collezione, oltre naturalmente ai timbri per la mia agendina. Ci sono dei negozi particolari di dolciumi e uno shop molto carino che si chiama Guizhou Miao Girl Gift Store.
La via è pedonale ma parecchio trafficata, questa mattina c'è molta gente in giro. Entriamo in quello che sembra un tempio e invece è un museo. Le mura esterne e il cortile interno sono ricoperti di lanterne gialle, le sale espositive raccontano la storia della città antica di Zhenyuan attraverso fotografie e utensili. Le didascalie aiutano a comprenderne la storia, anche se spesso bisogna ricorrere al traduttore sul telefono.
La cosa più bella di questo posto comunque è la struttura; una vecchia abitazione in legno con gli ambienti collegati da piccoli corridoi e un piccolo cortile all'interno. Le tinte scure delle pareti fanno da sfondo al giallo acceso delle lanterne.
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| Porticciolo sul fiume |
Sulla via pedonale c'è l'ufficio turistico dove si acquistano i biglietti per il giro turistico sul fiume. Di sera la coda è impressionante mentre di mattina c'è pochissima gente. Sicuramente col buio la navigazione tra le illuminazioni è più affascinante, ma di giorno il paesaggio è ugualmente fiabesco.
Le imbarcazioni di legno richiamano l'architettura cinese con i tetti grigi a punta. Facciamo i biglietti e saliamo a bordo. Percorriamo lentamente il tratto di fiume dal porticciolo al ponte Zhusheng, osservando le abitazioni e la natura circostante. Qinglong Cave da questa prospettiva è ancora più imponente.
Terminato il tour sul fiume decidiamo di pranzare in un fast food locale (anche perché le catene famose qui non ci sono). Si chiama 他斯汀 e si pronuncia Tā sī tīng (o più semplicemente Tasting). Ho mangiato hamburger migliori ma non era male, però hanno il packaging più bello in assoluto: sia la tovaglietta che il logo stampato sui tovaglioli sono finiti nel mio travel journal!
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| Zhenyuan vista dal fiume |
Dall'altra parte del fiume, vicino al mercato locale, c'è Peace Village 和平村.
Noto in precedenza come "Secondo Campo di Prigionia nella Regione Occidentale del Gruppo Governativo Nazionale" è in sostanza una ex prigione dove i detenuti svolgevano diverse attività, ed è l'unico posto della Cina continentale in cui i prigionieri giapponesi cambiarono idea (che sia stato per sopravvivenza o per sincera ammissione di colpa non saprei, comunque molte foto documentano il processo di "conversione" e riabilitazione).
Nel corpo principale c'è una grande sala che conserva gli utensili per l'apprendimento dei lavori artigianali con un palco sul fondo dove si tenevano discorsi e programmi culturali. Sui lati, disposte su due piani, le stanze. Negli edifici adiacenti ci sono le aule (con i banchi originali e le lavagne) e le stanze delle guardie.
Nell'ultima sala c'è tutta la storia scritta (anche in inglese) oltre a reperti e documenti storici. L'ingresso è gratuito, ma come sempre per entrare serve il passaporto.
Nel pomeriggio ci dedichiamo ad attività meno culturali ma altrettanto importanti: Lore va dal parrucchiere mentre io faccio shopping in cartoleria (in realtà ci sono andata e tornata tre volte, diventando cliente fissa in un solo giorno, con grande gioia della proprietaria che la prima volta mi ha guardata sorpresa, la seconda volta felice di rivedermi, la terza ridendo forte: probabilmente non ha mai guadagnato così tanto in un giorno solo).
La sera pensiamo di tornare in centro e saliamo sull'autobus n°2 perché è quello più storico (leggi: vecchio) con i sedili di legno (scomodissimi). Appena è partito ha iniziato a traballare violentemente sui pietroni della strada facendo un rumore micidiale, è stata un'esperienza terrificante, non riuscivo a smettere di ridere!
Un piccolo appunto: se state programmando un viaggio in Cina sentirete ripetere più volte che ormai si paga dappertutto con le App, ed è vero, ma ci sono delle eccezioni. A Zhenyuan, ad esempio, i contanti ci sono tornati utili per i piccoli pagamenti come sugli autobus (la corsa costa 2 yuan).
Stasera si cena sul fiume e per scegliere il ristorante si va a caso. Non so se abbiamo scelto il posto migliore, quelli che ci ispiravano erano tutti pieni quindi ci siamo seduti nel primo tavolo libero che abbiamo trovato. Il servizio è stato un po' scarso ma le porzioni erano abbondanti (fin troppo) e il cibo semplice ma abbastanza buono: abbiamo preso involtini primavera, costine di maiale e gli immancabili cetrioli piccanti.
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| Zhenyuan di sera |
Dopo cena abbiamo passeggiato lungo il fiume passando in mezzo ai tavoli di un altro ristorante dove c'era un concerto dal vivo (chitarra-voce) e attraversando una splendida passerella coperta piena di venditori ambulanti e famiglie in vacanza.
Tornando in albergo mi sentivo ubriaca di luci, colori e suoni. Sono un po' triste al pensiero di lasciare questo posto così bello, ma il viaggio continua e domani ci aspetta una nuova tappa.
- continua -













Stupendo reportage nel tuo stile, completo e colloquiale... tanta invidia: non so se andrò mai in Cina, anche se ne sono sempre più attratto.
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