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domenica 15 agosto 2021Aggiornato il:

Cronache estive #4 (Il mio week-end in Spagna)

Ho fatto i calcoli, ed esattamente 14 giorni dopo la seconda dose di vaccino sono su un volo per la Spagna, da sola. L'aeroporto di Caselle non è mai stato troppo trafficato, figuratevi adesso. Dato che nei giorni scorsi ci sono state diverse persone che si sono presentate senza i necessari documenti per andare all'estero (i famosi passeggeri bloccati perché non avevano il PLF, informarsi crea fastidio e disagio, si sa) Ryanair mi ha fatto terrorismo psicologico prima della partenza. Una mail al giorno. Ce li hai i documenti in regola? Hai controllato bene? Sei sicura? Sicura sicura? Controlla bene, poi non dire che non ti abbiamo avvertita. Ogni giorno così per una settimana.

Mi sveglio di colpo la mattina della partenza con uno strano suono inquietante ma familiare, la sveglia.  In piedi dopo 3 ore scarse di sonno (la sera prima ho pensato bene di fare bisboccia con gli amici perché sono un genio del male) faccio un rapido controllo del celo celo manca per essere sicura di avere tutto nel mio striminzito bagaglio a mano:

Plf per la Spagna, celo 
Travel Healt Certificate, celo 
Green Pass, celo
Passaporto, celo ✓
Telefono con check in già fatto, celo ✓

Arrivo a Caselle due ore prima, come mi ha caldamente consigliato Ryanair, e passo i controlli in cinque minuti, roba che per prendere il caffè al bar ho fatto più coda. Tappa da Tiger per acqua e stupidaggini utilissime (ho preso degli adesivi bellini per l'agendina), e ho aspettato un'ora l'apertura del gate.

La spiaggia di Castillon


All'imbarco hanno controllato Green Pass, passaporto e Plf, siamo partiti in orario, e alle 11 ero a Valencia. In aeroporto ho passato il QR code sul lettore e in pochi minuti ero fuori. Ad aspettarmi c'era il mio migliore amico che abita in Spagna da quasi vent'anni (e ancora non ero andata a trovarlo).

Dei miei tre giorni a Valencia non ho molto da raccontare, anche perché Chry abita a Castillon de la Plana e siccome non lo vedevo da quasi tre anni la mia vacanza si è svolta quasi interamente in spiaggia davanti a una birra ghiacciata a chiacchierare senza sosta.

A Valencia ci sono stata il giorno successivo, siamo andati in treno alzandoci miracolosamente presto nonostante le poche ore di sonno: la sera prima siamo andati avanti a parlare, ridere e raccontarci cose fino alle due passate (ma tanto stiamo diventando anziani e gli anziani si sa, dormono poco).

Il treno costa poco e ci mette un'oretta, Valencia è piccolina e in un giorno si vede praticamente tutto, se escludiamo l'acquario e la città delle arti e delle scienze che portano via più tempo. La stazione nord è all'interno di un bel palazzo Art Nouveau, di fianco alla Plaza de Toros, una struttura tipo Colosseo dove fanno le corride, e puntando verso il centro storico incrociamo Plaça de l'Ajuntament dove c'è il municipio. Abbiamo pranzato con tapas e birrette in un localino delizioso in Plaça Redona, Pintxo i Trago, dopo essere stati al Mercato Centrale.

Proseguendo la visita, andando un po' a caso, siamo arrivati in Plaça de la Reina, dove c'è la Cattedrale, e alle imponenti torri in stile gotico (Torres de Serrans) che facevano parte delle antiche mura della città. La vista da lassù è panoramica e l'ingresso è gratuito. La parte nord del centro è meno patinata e più tranquilla, ci sono un sacco di murales nelle viuzze ed è probabilmente la parte che mi è piaciuta di più, nonostante ci sia poco da vedere.

Valencia


In giro non ci sono molti turisti, nei locali si entra con la mascherina, e le distanze vengono abbastanza rispettate. Ci fermiamo in un pub con i tavolini all'aperto, dove scopro che si può bere solo seduti e si fuma in piedi, a un metro dal tavolo. Se ti confondi e per caso bevi in piedi e fumi seduto sei passibile di multa. Questo vale anche per i locali sulla spiaggia, per fumare ti alzi e vai sotto a un albero, ma non sulla spiaggia, perché non si può nemmeno lì. Questa parte interesserà a pochissimi, lo so, ma ognuno dà le informazioni che ha. Per la cronaca, le sigarette costano meno rispetto all'Italia, e anche la benzina. Bere e mangiare costa più o meno uguale, ma in tre giorni ha mangiato fuori solo due volte quindi non sono attendibile.

Un'altra cosa bizzarra della Spagna, nello specifico di Castillon: la domenica è tutto chiuso, pure i centri commerciali. Sarà che sono abituata a lavorare la domenica, ma mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando anche da noi i negozi erano chiusi nei giorni festivi e se avevi bisogno di comprare qualcosa, le sigarette per esempio, ti attaccavi al tram. Fare colazione in spiaggia comunque non ha prezzo, lì un bar aperto l'abbiamo trovato, ed è un bel modo di vivere, quando hai il mare a cinque minuti da casa tua.

Abbiamo anche trovato un bar aperto (Chry oltre ad essere il mio più grande amico è il mio compagno di bevute preferito) e una sala giochi, dove ci siamo sfidati al gioco con i dischetti ad aria, che dalla regia mi dicono si chiami air hockey. La prima partita l'ho vinta io, e non ho fatto in tempo a gongolare che ho perso malamente le due successive. Così ha gongolato lui, dannazione.

Plaza de la Virgen


Tre giorni sono davvero pochi, sono volati via in un amen.

Con due ore di sonno sul groppone (anche oggi, si dorme domani) ci siamo alzati che era ancora buio. Mi ha accompagnata in aeroporto (un'oretta di macchina), lui è tornato a Castillon a lavorare, io ho preso il volo per Torino. Ai controlli ero un po' sovrappensiero e mentre recuperavo lo zainetto non ho capito cosa mi stava dicendo l'addetta alla sicurezza, forse perché mi parlava in spagnolo. Pensavo di aver lasciato qualche liquido o qualcosa che non andava bene nel bagaglio a mano, invece con un sorrisone mi stava facendo i complimenti per la mia maglietta di Totoro.

Pensavo di raccontare anche il resto, dato che due giorni dopo sono andata in Grecia, ma siccome sono troppe le cose da raccontare (uuuuh, se ce ne sono!) rimando alla prossima volta. Concludo dicendo che il volo di ritorno è stato tranquillo (quanto mi è mancato volare? TROPPO) e che giunta a Torino sono uscita col mio dPlf in mano ma non me l'ha chiesto nessuno. Non c'erano proprio i controlli, cose che io boh.

Per chi se lo stesse chiedendo (sempre che ci sia ancora qualcuno che capita su questo blog), il dPlf è il documento da compilare per rientrare in Italia, si scarica dal sito Viaggiare Sicuri, dove si trovano tutte le informazioni e i moduli da compilare per viaggiare in qualsiasi Paese.

A presto pubblicherò le cronache greche, ci sarà da ridere.
Buon Ferragosto a tutti.





6 commenti:

  1. Aspetta aspetta aspetta: il Plf e il dPlf sono la stessa cosa? Avevo capito che servisse solo per il rientro!

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    1. Il primo serve per partire, è un po' diverso da Paese a Paese, il dPlf serve per rientrare in Italia, anche se non me l'hanno chiesto.

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  2. A te mancava viaggiare, a me le tue cronache di viaggio... da questo si capisce che sei nottambula, ma che recuperi bene, e che bevi e fumi come un marinaio :)
    Ovviamente si scherza, la Spagna è da sempre un mio sogno, dai libri di Hem a un viaggio che fece mio fratello da gggiovane in auto, girandola tutta con amici e tornando con l'auto non più rossa ma quasi rosa, per il sole preso (erano gli anni Ottanta).

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    1. Non sono più tanto nottambula, ma per il resto la descrizione calza a pennello :)

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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