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giovedì 4 luglio 2019Aggiornato il:

Chiacchiere di giugno (tre più una)

Giugno col bene che ti voglio. Ah, no, quello era luglio, ma vabbè, è uguale, perché quest'anno giugno l'ho amato particolarmente. Ho fatto molte cose, lavorato parecchio, e ho pure viaggiato.
È un periodo che ho un sacco di cose che ho voglia di raccontare qui sul blog, e allora ho deciso di inaugurare la rubrica mensile "le chiacchiere di Gattosandro".

Dunque, ecco le mie chiacchiere di giugno (tre più una). 



La mia intervista su Rolling Pandas.


Conoscete Rolling Pandas? È un sito di viaggi su misura e tour organizzati personalizzabili. Io non l'ho mai usato (sono una fanatica del fai da te, come ben sapete) e a dire il vero non lo conoscevo nemmeno, ma lo trovo ben fatto e ha proposte interessanti. 
Sono stata contattata perché pare che qualche loro lettore abbia segnalato il mio blog e dopo aver valutato positivamente i miei contenuti mi hanno proposto un'intervista da pubblicare sul loro sito.


Il mio blog è così interessante da avere l'onore di essere oggetto di un'intervista? Davvero?
Ho accettato più che altro perché ero curiosa di vedere cosa ne usciva fuori, e alla fine è stato divertente. Riesco a blaterare per ore di tutto (non a caso ho un blog e adesso ho pure una rubrica chiamata chiacchiere) ma in genere le domande secche mi fanno l'effetto che mi facevano i temi a scuola: minuti interminabili a fissare il foglio bianco e un punto interrogativo nel cervello con un'unica, grande domanda. "E mò cosa scrivo?" 
Quindi è stata anche una sfida.

Le domande erano praticamente tutte a tema viaggi (ovviamente) quindi sono riuscita ad andare a ruota libera parlando di mete, blog, ricordi e progetti. Se siete curiosi di sapere cosa mi hanno chiesto, ma soprattutto di sapere cos'ho risposto, la mia intervista la trovate qui*.


*ho tolto il link perché la mia intervista è stata eliminata dal sito. Non vi nascondo che ci sono rimasta male, ho riletto il testo dell'intervista e mi sembrava anche carino ma evidentemente non abbastanza.

La pubblico qui.

  • Parlami un po' di te e del tuo blog
Mi chiamo Simona e lavoro in un cinema della mia città, Torino. Sono sempre stata una persona forte ma un po' insicura, con mille passioni e un forte senso di responsabilità che mi ha sempre fatto mettere da parte i miei desideri in favore di lavori stabili e sicuri che mi assicurassero l'indipendenza economica. Ho comprato casa e sono andata a vivere da sola da molto giovane, ho sempre fatto affidamento sulle mie forze e questo probabilmente ha limitato i miei progetti di allora ma ha rafforzato il mio carattere (sono testarda e mi abbatto difficilmente) e di certo non ha limitato i miei sogni.
 
Il mio primo viaggio all'estero è stato un po' una folgorazione, ho capito di aver trovato quello che volevo fare davvero. Il viaggio rappresenta l'insieme di tutte le mie passioni (per la storia, l'arte, la geografia), le appaga e le alimenta. Vedere posti nuovi mi emoziona, mi mette alla prova. 
Viaggiare mi ha aperto la mente, mi ha fatta uscire dal guscio, mi ha dato coraggio e mi ha fatto crescere. Non c'è niente di più bello e appagante, per me, di immergermi in culture diverse, provarle a capirle, e avere la consapevolezza di tornare a casa ogni volta un po' cambiata, in meglio.

Ho aperto il blog per gioco dieci anni fa, alla vigilia del mio primo viaggio in Giappone. Volevo documentare le mie ricerche e le mie esperienze, perché all'epoca non era facile trovare molte informazioni in rete e oltre ad essere già appassionata ai viaggi ho scoperto che mi piaceva moltissimo la pianificazione e l'organizzazione. Il viaggio per me ha inizio appena decido la meta. Lo studio dell'itinerario, delle tappe, scoprire cosa c'è da vedere e cercare di capire come arrivarci... sono cose che adoro fare e che faccio volentieri per chiunque ne abbia bisogno.

Il mio blog si chiama Gattosandro Viaggiatore. Ebbene sì, ho un gatto che si chiama Sandro e ho chiamato il blog col suo nome. Non prendermi sul serio è una mia caratteristica, e questo nome buffo mi piace. 

  • Come è nata la tua passione per i viaggi? 
Più o meno venti anni fa ho preso per la prima volta un aereo e sono andata in Egitto. Quando ho visto la barriera corallina sono rimasta a bocca aperta, me ne sono innamorata, e non sapevo nemmeno nuotare, ho imparato lì, nel Mar Rosso. La vita da villaggio non faceva e non fa per me, l'Egitto è stato il mio primo amore e dopo quella volta ci sono tornata diverse volte perché volevo visitarlo tutto, e l'ho fatto. Mi sono anche iscritta a un corso di arabo, perché volevo poter comunicare un minimo con le persone, volevo essere in grado di leggere i cartelli, le scritte per le strade, e l'ho fatto.

Ho capito che volevo visitare i Paesi immergendomi nella cultura del posto, ho iniziato a pensare alle vacanze come mezzo per scoprire cose nuove e imparare tutto il possibile. Non sono tipa da spiaggia e relax, sono più da lunghe camminate e avventure.

Qualche anno fa mentre ero dall'altra parte del mondo, mia madre mi ha detto una cosa che mi ha fatto ridere perché ha racchiuso in una frase la filosofia dei miei viaggi. Le stavo raccontando al telefono di una piccola disavventura, e delle quattordici ore di treno che avevo appena fatto per raggiungere quello che per me era il paradiso, e lei mi ha detto "Solo tu puoi fare un viaggio del genere e chiamarla vacanza". 
Ed esserne felice, aggiungo.  


  • Qual è secondo te il Paese più interessante da vedere e perché? 
Ci sono ancora tantissimi posti in cui non sono ancora stata, probabilmente il Paese più interessante non l'ho ancora conosciuto. 

Per la mia esperienza però posso dire che fin'ora il Paese più interessante è la Cina. Ne ho visitato una buona parte in tre lunghi viaggi, ne ho in programma un altro nelle regioni che ancora non conosco e posso dire che è sempre una sfida che mi regala emozioni immense. 
La Cina va vissuta senza pregiudizi, come tutti i Paesi certo, ma in Cina lo shock culturale è una componente che non va sottovalutata. Ogni regione ha bellezze naturali e città antiche splendide, ma ha anche usi e costumi diversi, cibo e persone diverse, contraddizioni che lasciano perplessi. Ci sono città futuristiche e paesi fermi a mille anni fa. 

È una scoperta continua ed è uno di quei posti in cui bisogna avere davvero la capacità di adattarsi e il giusto atteggiamento. Non è un posto adatto a tutti, ma credo che sia il posto adatto a me.


  • Come vedi il tuo futuro? 
Che domanda difficile. Il mio futuro non lo vedo, lo immagino. Spero di poter continuare a viaggiare, vorrei avere una situazione economica stabile e vorrei poter mollare tutto e girare il mondo. Sinceramente sono felice di quello che ho fatto fin'ora e di quello che farò a breve, ma non faccio progetti a lungo termine perché preferisco vivere al meglio il presente.

In un futuro più lontano mi immagino come una attempata pensionata zaino in spalla (o magari con un trolley che è più consono all'età) che continua a viaggiare e a tenere un diario di bordo, con la stessa capacità di stupirsi e divertirsi.

La Home Page di Rolling Pandas



[Open House Torino] Nuvola Lavazza

Oltre ad avere la chiacchiera facile sono anche impicciona, e l'idea di poter entrare nelle case private, studi e chi più ne ha più ne metta ha una potente attrattiva su di me.

Open House è un evento che coinvolge circa 150 edifici e residenze, luoghi privati che vengono eccezionalmente aperti al pubblico per due giorni (quest'anno si è svolto l'8 e il 9 giugno). Ho partecipato per la prima volta e dato che avevo solo poche ore a disposizione ho optato per i posti in cui era necessario prenotare, così avevo un orario e non ho rischiato di fare tardi a lavoro.

I posti prenotabili erano tre, ma siccome sono sempre molto fortunata non ho trovato posto né per il Grattacielo Sanpaolo (e la cosa mi fa venire i nervi perché sono salita su qualsiasi grattacielo di ogni luogo visitato e non riesco a salire su quello della mia città) né per il campanile di Santa Zita (che comunque è alto 83 metri e non dev'essere male la vista nemmeno da lì).

Mi rimaneva la Nuvola Lavazza, c'era posto e ho prenotato.

Che dire, l'edificio è innovativo, super tecnologico, ecologico, futuristico, sciccoso e originale. Personalmente lo trovo davvero particolare, ma non so dire se è bello. Questo però lo si può vedere tutti i giorni, dato che lo spazio all'aperto e l'atrio (dove c'è l'ingresso del Museo) sono aperti al pubblico tutti i giorni. Quello che ci hanno mostrato grazie a Open House sono stati gli spazi interni, gli uffici, le sale dedicate alle riunioni, le zone dedicate ai dirigenti, la terrazza. Ma soprattutto la concezione del lavoro, espressa in ogni spazio di lavoro e di ricreazione, descritta e raccontata da una guida davvero brava.

Peccato solo per il volontario di supporto, che doveva assicurare - penso - il tranquillo svolgimento della visita ma è stato talmente zelante nel farci rispettare il divieto di fotografare qualcosa all'interno da proibircelo pure nelle zone esterne. Le foto proibite (ma solo a noi) che allego mi sono state gentilmente donate da un'amica che è entrata col gruppo successivo (e tra l'altro si trovano anche nel sito ufficiale).

Lasciando perdere le foto (non mi sono mica offesa, nooo, sentirmi gridare NO FOTOOO è stata una gioia) vogliamo parlare di Carmencita e Caballero? I due personaggi usciti dalla mente geniale di Armando Testa sono le star della Nuvola. E devo dire che mi sono venuti gli occhi a cuoricino anche per le immagini delle pubblicità con Nino Manfredi. D'altra parte il mio motto, storpiando lo slogan originale, è sempre stato 

"Il caffè è un piacere, se me lo devo fare io che piacere è?"

Nuvola Lavazza - opera d'arte formata da cialde di caffè usate e altri materiali riciclati
(foto gentilmente offerta dalla mia amica Rosy)

Zona ludica all'interno della Nuvola Lavazza: il fantastico calcetto con Carmencita e Caballero
(anche questa donata gentilmente dalla mia amica Rosy)

gattosandro viaggiatore
Carmencita e Caballero
(questa foto invece è mia)



Ho adottato un albero su Treedom.

Sostengo a distanza una bambina in Malawi, non so se l'ho mai scritto, e adesso ho adottato pure un albero. Si chiama Najma ed è una piantina di Cacao che ho adottato con Treedom (un progetto bellissimo di cui vi invito a leggere i dettagli sul loro sito).

L'albero, che adesso è ancora una piantina, si trova in Camerun, e l'ha piantata un contadino che se ne sta prendendo cura. Io la seguo a distanza guardando le foto e gli aggiornamenti sulla pagina dedicata e posso anche commentare o interagire con le altre persone. È una specie di social network ecologico volto all'ambiente e al sociale, che cerca di far fronte al problema della deforestazione grazie al sostegno economico di chi adotta.

Ho saputo che uno dei primi sostenitori di questa iniziativa è stato Jovanotti, che ne comprò qualcosa come 12.000 per pareggiare le emissioni di Co2 prodotte col suo tour. Sul sito io l'ho fatto il test per sapere quanto Co2 produco in un anno, non tantissimi ma abbastanza, e da quando è stata piantato il mio albero ne ha già assorbito una piccola quantità.

Non sono la migliore delle ecologiste ma io all'ambiente ci tengo perciò sto cercando di fare qualcosa nel quotidiano, limitando la plastica ad esempio, e in più ho adottato un albero. Credo che ne adotterò altri, e probabilmente li regalerò alla prima occasione. Il progetto è attivo in diversi Paesi e coinvolge circa 40.000 contadini, e viene portato avanti nel rispetto della sostenibilità sociale ed ambientale.

Io sinceramente ne sono entusiasta.

Nella pagina ci sono post con foto reali, ma questa è l'animazione (carinissima)
della piantina appena svasata e messa in terra.
E questa è l'animazione della piantina oggi



L'ultima chiacchiera di giugno riguarda il mio viaggio a Praga. La prima parte è qui, il resto lo pubblicherò nei prossimi giorni. Mi sono accorta che forse non si è capito che quando dico birrette sono ironica e intendo invece birrone. Forse la foto rende meglio l'idea.

Il boccale che ho in mano è più grosso di me!

Quello che intendo quando scrivo birrette


Giugno è andato, buon luglio a tutti!



11 commenti:

  1. Mi son letto anche l'intervista.
    Inizio da quella: ma davvero pure il corso di arabo? Bellissimo, cioè hai proprio la propensione alla scoperta di altre culture!
    Sai cosa penso della Cina, non andremo mai d'accordo su questo XD
    Però apprezzo molto il tuo "mood" viaggiatore.

    Per il resto: bellissima l'iniziativa dell'adozione di un albero.
    Così come le case aperte a Torino (non male la Lavazza, in sé).
    Io visiterei tipo vecchie ville seicentesche, chissà... :)

    Moz-

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    1. Ho fatto ben due anni di arabo! È una lingua che mi piace proprio, e comunque non sono ai livelli da riuscire a conversare, ma lo so leggere 😁

      Sulla Cina lo so, non ti convincerò mai!

      Di case ce n'erano un sacco ma bisognava mettersi in coda e io avevo solo due ore libere. L'anno prossimo mi organizzo meglio.

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    2. Saper leggere l'arabo non è una cosa così scontata...

      Moz-

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  2. L'idea di adottare un'albero mi piace molto,vado subito a vistar il sito.Poi leggo anche l'intervista!

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  3. Un blog decisamente diverso dagli altri :)

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  4. Bella intervista! Vorrei dirti, a proposito dello "zaino in spalla poco consono all'età", che noi vediamo in giro così tanti vecchietti, durante i nostri giri in bici, che penso che anche a una certa età sia meglio lo zaino che il trolley per viaggiare, e ti ci vedo proprio! Comunque condivido un po' questo tuo sogno di vecchiaia ;)
    A proposito di domande, io e Alli, lenti come vecchie tartarughe, stiamo preparando il post in risposta al Liebster Award che ci hai conferito (che parolone), solo un altro po' di pazienza ahaha

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    1. Magari uno zaino leggero allora!
      Per il post non c'è fretta, ognuno ha i suoi tempi :)

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  5. Mia cara leggerti è un toccasana , anche dopo una giornata faticosa...
    Complimenti per la tua pubblicazione la meriti tutta , e complimenti per tutte le cose che sempre ci regali..
    Ti stringo forte

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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