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venerdì 30 agosto 2013Aggiornato il:

"Solo tu puoi fare un viaggio del genere e chiamarlo vacanza" (Arrivo a Zhangjiajie)



Diario di viaggio in Cina
26 luglio 2013


Siamo in viaggio da poche ore ed è solo mezzanotte. Ad ogni stazione qualcuno scende, qualcuno sale.
Mi rassegno al lento passare del tempo e riesco a mettermi in una posizione strategica per terra, tra un sedile e la porta del vagone, dove posso usufruire di due centimetri di parete per appoggiare un po' la schiena. Per non stare a contatto col pavimento (che inizia ad essere sporco e bagnato) mi siedo sopra al quotidiano La Stampa che mi porto dietro dall'Italia, giornale che diventa molto ambito (e sempre più magro ogni volta che mi devo alzare, visto che mi fregano le pagine).
Lore invece continua a stare in piedi, ma tanto lui va avanti a fare amicizia con tutti.

A Chenzhou sale una famiglia piuttosto strana. Lei, aspetto poco sano, infastidisce un po' tutti nella ricerca di una sistemazione per la sua famiglia. Alla fine piazza il marito e i due figli piccoli nel gabbiotto del responsabile di vagone che al momento è in giro. Lei resta fuori a dar fastidio, facendo in continuazione su e giù tra i sedili, tentando di fregare il posto a chiunque (anche il mio), finendo per condividere il sedile di Borsello, o sedendosi su una valigia non sua.



Borsello è un ragazzo smilzo che fin da quando sale sul treno mostra un'insofferenza acuta nei confronti di tutti, che allevia dormendo tutto il tempo. La posizione è la cinese classica (braccio appoggiato su superficie piana e faccia nell'incavo tra l'avambraccio e la spalla) con variante (braccia lungo i fianchi e borsello come cuscino).
Ogni tanto si sveglia, tira su la faccia su cui è ormai incisa in maniera permanente la cucitura e la marca del borsello, scrolla testa e spalle come se avesse un tic (ma è solo stizza) e torna giù a dormire.

Poi c'è l'Infermiere, ragazzo gentilissimo che si affeziona a Lore e cerca di tenergli compagnia il più possibile. Parla un pochino in inglese, è timido e non fuma. Praticamente un cinese anomalo.

Di fronte a noi c'è La Family, composta da otto persone e almeno quattro generazioni. Tra di loro spicca la Nonna, in divisa maoista e qualcosa come 120 anni, che peserà si e no 30 kg. Ogni tanto mi fissa e io provo a sorriderle ma lei resta serissima. Quando non la vedo tornare dal bagno sono l'unica a preoccuparmi, alla nipote ci vogliono una ventina di minuti per ricordarsene e andare a recuperarla.

Nella nostra situazione di accampati c'è anche la Famiglia Standard (papà, mamma. bambina). Per qualche fermata la mamma riesce a ritagliarsi un angolino di sedile piazzando prima la figlia e poi spodestando chi c'era prima. Ma all'arrivo della Family hanno dovuto rimediare un posto sul pavimento usando la valigia a mò di materasso.

Nel reparto fumatori (ovvero lo spazio tra il vagone ristorante - chiuso a chiave - e il nostro vagone) si sono piazzati Secchio (un contadino anzianotto), Maglietta Bianca (un ragazzo che si è visto tutta una serie di film sul suo portatile seduto per terra) e Very Anziana (una signora sdraiata a terra che...vabbè, non ve lo dico neanche in che stato era).

Nel gabbiotto tra i vagoni (sì, in tutto questo popò di spazio c'è pure un gabbiotto) un controllore continua a fare dentro-fuori (ovvero apri la porta a chiave-chiudi la porta a chiave) per riempirsi d'acqua bollente la sua teiera e scolarsi litri di te.

I bagni sono al fondo del vagone, dall'altra parte rispetto alla nostra postazione. Devo dire che per come siamo messi su sto treno pensavo davvero peggio. Però non ci si può lavare le mani, siccome nel vano dove si trova il lavandino ci sono quattro ragazzi che dormono, incastrati tipo Tetris.

Mi piace osservare l'abbigliamento delle persone, soprattutto le scarpe che indossano le donne, quasi tutte in tacchi alti. Mi chiedo che senso ha, è una specie di scomodità nella scomodità, eppure sembra che non ne possano fare a meno.

La mia prospettiva.


Noi intanto ci facciamo un ramen e assaggiamo qualche crackers dal gusto orrendo. Le ore passano. Dai, mancano solo 6 ore. Poi 5, poi 4...

E' l'alba, dai finestrini si inizia finalmente a vedere il paesaggio dello Hunan, che è un susseguirsi di prati verdi e montagne ondulate. Il cielo è splendido.
Con la luce del giorno si rimette in moto anche l'attività in cucina, e si ricomincia con i carrelli di cibo che passano avanti e indietro e con le "televendite". Qua si vende di tutto, un inserviente sta sponsorizzando da una decina buona di minuti uno spazzolino da denti. Poi torna con i giocattoli per bambini. Poi con i quaderni... Ha il microfono ma per fortuna il volume è ragionevole.

Ci stiamo avvicinando a destinazione. Arriviamo a Cili e ormai scendono quasi tutti i volti familiari, anche Acciaio, un anziano che si è caricato sul treno un'ingombrante bobina di acciaio da una sessantina di chili piazzandola sotto ai sedili (e ai piedi) della Nonna maoista.

Sembra quasi di veder andare via persone che si conoscono da una vita.

La mappa del nostro spostamento.


Riesco a sedermi verso le 8, anche se fino all'ultimo sale gente col posto prenotato. Il treno sta portando un'ora di ritardo, ma ormai arrivare alle 9 o alle 10 non fa molta differenza. Lore trova posto qualche sedile più indietro, ma poi si sposta perché si accorge di non essere molto gradito. (Tra tante persone che hanno curiosità nei nostri confronti c'è anche qualcuno che non sopporta gli stranieri, è così in tutto il mondo.)

Nell'ultima ora di treno riusciamo a goderci il paesaggio, che non è possibile descrivere a parole.
Le montagne si specchiano nei fiumi, i colori sono così intensi, e tutto quello che vedo è così bello che l'emozione spazza via la stanchezza. Ne è valsa davvero la pena.

Ormai siamo come dei reduci, gli addetti passano a pulire i vagoni e ci guardano con un occhio diverso. Mi sembra di leggere nei loro sguardi una sorta di rispetto. Lore sospira e commenta "Non ce n'era bisogno, ma gli abbiamo dimostrato d'avere un pelo così sullo stomaco!" Già.

Siamo finalmente a Zhangjiajie. Scendiamo dal treno salutando tutti i controllori, le loro facce sono diventate ormai familiari e amiche. Mi verrebbe da salutare tutti quanti a dire la verità.

Questo viaggio mi ha insegnato che bisogna vedere sempre le cose dal lato positivo. Sono salita sul treno piena di una inconsapevole spocchia, pensavo di essere migliore degli altri e di meritarmi il tappeto rosso solo perché sono una turista. Ho ridimensionato i miei bisogni e la mia importanza, mi sono messa al pari degli altri e mi sono adattata alla situazione, traendone un grande beneficio. Ora che ci penso, non è stato per niente un brutto viaggio, e io mi sento più leggera.

Sono le 10 del mattino e all'uscita dalla stazione siamo accolti da tassisti e procacciatori di alberghi, che ignoriamo. Il caldo è pazzesco.
Controllo la mia mappa e la strada mi sembra abbastanza facile, ma passiamo davanti ad un ufficio e Lore entra a chiedere informazioni. Torna fuori con una signorina in minigonna e tacchi alti che inizia a camminare con passo spedito. Siccome non riusciva a spiegargli la strada ha pensato che era più pratico accompagnarci! Ci porta fin dentro all'hotel, e meno male, perchè quella stradina sterrata e imboscata non l'avrei mai trovata al primo colpo. Che gentile!

L'hotel da fuori è decisamente fatiscente (brutto, diciamolo). Il proprietario, Mr Shi, è secco-secco ed ha la carnagione scura. La moglie è rotonda con lineamenti appena accennati. Ci fanno subito simpatia, e l'accoglienza è incredibilmente calorosa.
Anche se è presto la camera è libera, ed è bellissima.

Mr Shi parte in quarta nel darci le informazioni di tutto ciò che c'è da vedere a Zhangjiajie, facciamo una specie di programmino giorno per giorno. Gli chiediamo aiuto per l'acquisto del biglietto del bus per la nostra prossima tappa e ci dice che ci pensa lui. Anche per la roba da lavare non c'è problema, qualsiasi nostra richiesta è accontentata.

Si potrebbe già iniziare con le visite adesso, ma noi siamo distrutti e preferiamo concederci un pisolino di un paio d'ore. Credo di aver spento più volte la sveglia senza rendermene conto, perciò riemergiamo dalla stanza che sono già le 18.
E' un peccato aver perso una giornata di visite, ma è anche vero che non siamo obbligati a fare per forza un tour de force.

Palazzine basse e strade larghe. Dove siamo finiti?

Classici ristoranti, con cucina spartana a vista e porte trasparenti.

Un carretto, un po' di carbonella, due tavolini e la cena è servita.


Facciamo un giro nei dintorni, dove ci sono i corsi principali da cui si diramano una serie di vicoletti simili a un labirinto. Non vediamo ristoranti veri e propri, ma il cibo da strada non manca. Tianzi Shan, la bellissima montagna che sovrasta Zhangjiajie fa da cornice a questo posto che sembra un po' dimenticato dal mondo.
Ci sono gru dappertutto, hotel in costruzione e c'è il cantiere dell'alta velocità. Tra qualche anno questa anonima cittadina potrebbe diventare un caotico centro turistico.

Chiosco ambulante motorizzato super equipaggiato.

Le vie intorno all'albergo che fanno molto "Lost, se semo persi".

Incroci di linee nel cielo. Cavi elettrici e funivia.

Il profilo della montagna Tianzi. Spettacolare.

Chiediamo a Mr Shi dove possiamo andare a mangiare e lui ci consiglia un ristorantino proprio dietro l'angolo. Il posto è davvero minimal, ci accomodiamo all'interno dove sembra di stare nel soggiorno di casa di qualcuno. Nel tavolo dietro al nostro la famiglia al completo sta cenando guardando la tv.

Il ragazzo che ci serve non parla una parola di inglese e ci mostra un menu in cinese senza foto.
In qualche maniera riusciamo ad ordinare due ciotole di tagliolini dal gusto particolare. Sono buoni ma non riesco a capire quali siano gli ingredienti. Non siamo sazi, ma non sappiamo nemmeno cos'altro chiedere, così paghiamo (10 yuan, cioè niente) e andiamo a cercare un altro posto.

Il frigo del ristorante da cui scegliamo gli ingredienti.

Prima parte di cena. Tagliolini in brodo con ingredienti a noi sconosciuti, su una tavola spartana come il ristorante. I tovaglioli non esistono, i più attrezzati forniscono un rotolo di carta igienica. Niente bicchieri, ci si serve self-service dal boccione d'acqua.


Sulla strada principale ci sono alcuni ristoranti dove fanno spiedini alla griglia. Scegliamo quello che ci ispira più simpatia e ci sediamo. La signora che prende l'ordinazione è simpaticissima, e alla fine mangiamo bene.
Nel tavolo vicino al nostro c'è un gruppetto di motociclisti che ci guarda storto tutto il tempo, ma quando ci alziamo ci saluta con grandi sorrisi!

 In primo piano i proprietari del ristorante in un momento di pausa.
Nel tavolo alle loro spalle ragazzi nella classica mise estiva cinese: torso nudo, moda per i più estremi, e canotta arrotolata sopra la panza, che rende meglio sui più grassocci.

Non solo griglia: il nostro chef prepara anche deliziosi noodles saltati.

La fila per la giostrina e le mamme che aspettano. Una scena molto 'Italia anni 80'.


Ancora non ci credo d'essere qui, d'aver fatto un viaggio del genere per arrivarci, e di constatare ancora una volta che la gentilezza nei nostri confronti sembra una caratteristica ricorrente di questa vacanza.



Al nostro rientro in hotel la bottiglia mezza vuota di vodka sul bancone della reception ci suggerisce che è in corso un festino tra Mr Shi e i suoi amici. In preda all'euforia fa due commenti nei nostri confronti, a me dice che sono beautiful, a Lore una parola che non riusciamo a capire ma che provoca grasse risate da cui ci defiliamo prima di trovarci con un bicchiere in mano a brindare con loro tutta la notte.

Ci diamo appuntamento per domani mattina verso le sette, lui rilancia, facciamo sette e mezza. Che personaggio!




P.s. Le parole del titolo di questo post sono quelle che mi ha detto mia madre stasera al telefono, dopo averle raccontato del nostro viaggio in treno.



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Info e consigli di viaggio:

PERNOTTAMENTO
Zhangjiajie Yijiaqin Hotel
25 Pengjiapu Neighbourhood, Yongding District
Zhangjiajie, 427101

www.zjjyjq.com

Per 3 notti CNY 384 (di cui 60 per l'aria condizionata)

Si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione dei treni e degli autobus a lunga percorrenza. La funivia che porta alla montagna Tianzi è a pochi minuti di distanza. Le camere sono pulite e spaziose, e la conoscenza e i consigli del proprietario (che parla inglese) per visitare la zona sono il valore aggiunto di questa sistemazione.

Poco prima di partire ho mandato una mail facendo richiesta di una stanza con bagno all'occidentale (alcune hanno la turca) a cui mi hanno risposto subito con entusiasmo.
Consiglio di preferire sempre la doppia alla matrimoniale: in genere i letti singoli sono molto più larghi e la stanza è un pochino più grande.


CIBO
Essendo Zhangjiajie City una cittadina poco turistica non c'è molta scelta. I pasti cinesi non si differenziano molto durante la giornata, e qui si mangiano spaghetti in brodo a colazione, pranzo e cena.
Di sera si accendono le griglie in quasi tutti i ristoranti e la scelta si amplia a carne e verdura cotta su spiedini.
L'aglio e il peperoncino sono usati in gran quantità qui nello Hunan.

La nostra cena in due tempi ci è costata un totale di 44 yuan (tagliolini nel primo ristorante, poi spiedini, verdure e birre nel secondo).
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25 commenti:

  1. Bellissimo racconto, questo viaggio è sempre più emozionante. E poi non definirei te e Lore due turisti ma dei veri viaggiatori ^^

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  2. Ahahah! I nomi che hai dato ai passeggeri sul treno sono spettacolari!
    Alla fine è stata una soddisfazione fare questo viaggio, come vincere la maratona ;-)

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  3. I viaggi più faticosi sono quelli meglio ripagati in termini di sensazioni. E mi sembra che ne abbiate portate a casa di belle. Adesso vediamo la montagna...

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    1. E' vero. Solo viaggiando così siamo riusciti a conoscere davvero un pochino la Cina e i cinesi. Certe cose non si possono vivere stando in un hotel di lusso o facendosi organizzare tutto da qualcuno.
      Ma certe volte avrei voluto un po' più di comfort, lo ammetto!

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  4. concordo con tua madre, siete pazzi! :D ma senza dubbio un'esperienza indimenticabile e unica :)

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    1. Fossi stata un po' più giovane mi avrebbe urlato "torna immediatamente a casa!"
      ^_^

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  5. Cara Simo il tuo racconto mi sta emozionando tantissimo! La descrizione del viaggio in treno e dei vari personaggi è fantastica!!!

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    1. Paolo!!!
      Grazie, i complimenti mi imbarazzano un po', ma fanno molto piacere :)

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  6. Ho scoperto questo blog circa un mese fa.. e mi sono divorata in un paio di giorni tutti i tuoi racconti sui viaggi in Estremo oriente.
    Mi piace il modo in cui scrivi e ciò che scrivi: è proprio il blog che cercavo!
    Alla prossima "puntata"! ;)

    p.s.
    siete veramente intraprendenti: fare un viaggio del genere è veramente ammirevole! :)

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  7. I tuoi resoconti mi lasciano sempre senza parole. Sono incantata!
    Le parole di tua madre mi fanno ridere e in effetti quel viaggio in treno avrebbe messo alla prova la pazienza di molti! :-)

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    1. Per me è stata una vera sfida, ho dovuto imparare ad aspettare e riconsiderare il mio modo di essere. Mi sono resa conto che passo gran parte dell'anno a correre e fare un sacco di cose insieme, senza sosta e con una frenesia a volte esagerata. Stare ferma a guardare il tempo che passa cercando solo di comprendere una cultura così diversa dalla nostra ha avuto su di me un effetto terapeutico!
      Grazie!

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  8. Il tuo racconto è sempre interessante.
    Concordo con tua madre, ma mi piace il tuo modo di viaggiare...

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    1. Grazie Titti, mi fa piacere che il mio racconto ti piaccia.

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  9. Mamma mia che viaggio!
    Bellissima la montagna e mr. Shi sembra proprio un personaggio :D

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    1. Fantastico, grazie a gente come lui il viaggio è stato ancora più bello!

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  10. "Questo viaggio mi ha insegnato che bisogna vedere sempre le cose dal lato positivo. Sono salita sul treno piena di una inconsapevole spocchia, pensavo di essere migliore degli altri e di meritarmi il tappeto rosso solo perché sono una turista. Ho ridimensionato i miei bisogni e la mia importanza, mi sono messa al pari degli altri e mi sono adattata alla situazione, traendone un grande beneficio. Ora che ci penso, non è stato per niente un brutto viaggio, e io mi sento più leggera".

    Tua mamma mi ha fatta tanto ridere ma questo post e queste righe mi sono proprio piaciute tanto.

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    1. ♥ Quando dico che viaggiare ci fa bene intendo anche questo.

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  11. Che bel racconto!!
    Alla fine sono questi viaggi "epici" che si ricordano di più, e che, in un certo senso, danno più soddisfazione!

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    1. Grazie ♥
      Prima di partire per questo viaggio non avevo la minima idea di come sarebbe stato. E per certi versi è stato molto faticoso, certo, ma ha segnato una specie di svolta nel mio modo di approcciarmi, e credo di essere cresciuta molto.

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