Quando ero piccola nel fine settimana andavo spesso con la mia famiglia in campagna. Ho un bellissimo ricordo di una sera d'estate in cui c'erano tantissime lucciole, e mio padre le prendeva tra le mani per farmele vedere da vicino.
Ripensavo a questo mentre guardavo "Una tomba per le lucciole", un film del 1988 di Isao Takahata (Studio Ghibli).
Ambientato nel 1945 a Kobe, il film racconta la guerra vista attraverso gli occhi di un ragazzino e della sua sorellina. E' un film crudo, che narra con realismo gli orrori della guerra, la gente che muore, le città incendiate, la paura, la fame, la malattia.
La tristezza della realtà, anche nei momenti in cui i due bambini si concedono la leggerezza di una risata e un gioco tra fratelli, accompagna lo spettatore per tutto il film di cui si conosce già il finale.
E quella sensazione di sconforto rimane anche dopo i titoli di coda, perchè pur essendo una storia che racconta il passato è sempre (purtroppo) molto attuale.
Il mio disegno tratto dal film
splendido, io ho pianto a dirotto... mai pianto così per un film.
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