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martedì 16 settembre 2025Aggiornato il:

Ultimo giorno a Chengdu: templi e quartieri antichi

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Diario di viaggio in Cina
3 agosto 2025

Oggi è domenica, stamattina in giro c'è pochissima gente e dai carretti lungo la strada arriva un buon profumo di ravioli, uova e baozi appena cotti al vapore. Ne approfittiamo per visitare il tempio che si trova a due passi dal nostro albergo, alle spalle di Chunxi road. 

Daci Temple

Daci è un santuario buddista composto da diverse sale con i tipici tetti a punta e decorazioni di legno a forma di drago, cortili interni con alberi di ginkgo, lanterne e nastri rossi appesi. Le bouganville creano macchie rosa che spiccano sui colori tipici dei templi, che sono il grigio scuro dei tetti, il marrone scuro delle porte in legno intagliato e il rosso delle colonne. 

Passeggiando all'interno del tempio, all'ombra degli alberi, non sembra di essere nel centro di una metropoli. Una piccola oasi silenziosa in cui sonnecchiano i gatti dei monaci, qualche giardiniere e alcune famiglie in visita che si concedono una foto di gruppo vicino alla statua del monaco nel cortile più grande.

Di sera il tempio è completamente illuminato, ma viene chiuso al pubblico verso le 17.30 quindi si può vedere dall'alto da uno dei vicini centri commerciali.

Una sala più piccola attira la nostra attenzione: c'è un gatto sul cuscino per la preghiera. Nel corridoio di fronte ce n'è un altro che sonnecchia sotto un tavolo, su di lui un cartello scritto a mano che dice "si prega di non disturbare il gatto quando dorme". Nei templi i gatti sono venerati almeno quanto le divinità e in generale, in Cina, sono molto amati. Se siete gattari come me avete un motivo in più per visitare Daci Temple.

Come arrivare a Daci Temple 慈寺

→ Metro line 2 o 3 Chunxi Road station exit C
Il tempio si trova vicino al centro commerciale Taikoo Li


Daci Temple Chengdu
Daci Temple


Wenshu Monastery

Cambiamo zona per visitare un altro tempio, Wenshu Monastery. La grande porta decorata segnala l'ingresso della via principale dove ci sono diverse statue lungo le mura. La statua con due scimmie deve avere un significato particolare perché si fermano tutti a fare una foto proprio lì, soprattutto i ragazzi. Immagino che porti fortuna, non posso esserne certa ma nel dubbio la faccio anche io.

Il tempio buddista, Wenshu Yuan, è nel cuore di un vero e proprio quartiere tradizionale, dove le case di legno ospitano case da tè, negozi di antiquariato, ristoranti. Rispetto a Jinli street, che è bellissima ma molto commerciale, Wenshu mi dà l'impressione di essere molto meno turistica e quindi più autentica.

Entriamo nel tempio, nel primo cortile ci viene offerto un bicchiere di tè e subito dopo Lore si mette in fila per accendere un incenso, un'abitudine che per noi non ha fini religiosi ma di semplice buon augurio. Dei templi quello che mi piace osservare sono i particolari come le decorazioni sui tetti, le statue di pietra all'ingresso delle sale, gli elementi naturali (fiori di loto nei grandi vasi, alberi secolari, vasi di fiori), i soffitti delle sale. 

I cortili non sono molto ampi, e forse anche per questo l'atmosfera è più raccolta. Si arriva poi in un passaggio con una meravigliosa copertura di legno che porta alla pagoda di pietra.

Andiamo nel ristorante di fronte al tempio perché è ora di fare colazione: ordiniamo due tipi di dumplings e assaggiamo finalmente i famosi Dan Dan Noodles di Chengdu. Il piatto è semplice, si tratta di spaghetti con una salsa cremosa e piccante con un po' di verdura, eppure è strepitoso, gustosissimo.

Devo aprire una parentesi sul cibo e fare una precisazione. Il Sichuan è famoso per la sua cucina piccante, e in effetti molti piatti lo sono, ma ci sono regioni in cui, secondo me, il grado di piccantezza è più alto. Nel cibo da strada, ad esempio gli spiedini, ci è sempre stato chiesto se volevamo l'aggiunta di peperoncino, ma con i piatti da ristorante è più difficile prevedere quanto saranno forti. Per andare sul sicuro bisogna ordinare i ravioli, gli involtini, e pietanze per cui in genere la salsa viene portata a parte. Tendenzialmente, però, il peperoncino viene usato dappertutto, e se non amate il piccante potreste aver difficoltà nell'apprezzare la cucina cinese. 

Continuiamo con la visita del complesso ma inizia a fare troppo caldo, così ci infiliamo in una caffetteria a prendere fiato. Il caffè è buono, le poltroncine sono comode e mi prendo una pausa per aggiornare l'agenda: sul bancone ci sono i timbri a disposizione degli ospiti e il mio quaderno sta diventando il souvenir più bello. Il retro del locale si affaccia su un meraviglioso cortile dove si trova una antica dimora trasformata in boutique hotel e nel ristorante adiacente, dove entro in cerca di un bagno, è in corso il banchetto di matrimonio di una giovane coppia. La loro foto, in abiti tradizionali, è esposta all'ingresso della sala, dove c'è un viavai di camerieri e vassoi pieni di cose che sembrano squisite. 

Facciamo ancora una passeggiata tra le bancarelle e le botteghe dei blocchi più interni, diamo un'occhiata agli oggetti d'antiquariato, e a malincuore lasciamo questo posto davvero affascinante. Sono felice d'aver scelto l'albergo in cui abbiamo soggiornato a Chengdu perché la zona è centrale e mi piace molto, ma se un giorno tornerò in questa città proverò a cercare una sistemazione vicino a Wenshu (se non direttamente in una guesthouse all'interno del complesso) perché è davvero bellissimo. 

Come arrivare a Wenshu Monastery 殊院

→ Metro line 1 Wen Shu Fun Yuan Station

Wenshu Monastery
La porta d'ingresso del monastero Wenshu

Wide and Narrow Alley

Concludiamo la visita delle zone storiche di Chengdu con Wide and Narrow Alley, il quartiere composto da tre vicoli paralleli: il Vicolo Largo (Kuan Xiangzi), il Vicolo Stretto (Zhai Xiangzi) e il Vicolo del Pozzo (Jing Xiangzi).

Dalla stazione della metro bisogna camminare un po' per arrivare in una piazza da cui parte il primo vicolo. Da subito ci rendiamo conto che oltre ad avere un alto valore storico e culturale questa zona ha un altissimo concentrato di negozi in cui fare shopping. Infatti non abbiamo fatto in tempo a imboccare il vicolo che eravamo già nella prima bottega a fare incetta di souvenir. 

Devo aprire un'altra parentesi, questa volta sui souvenir. La Cina ha avuto un'evoluzione pazzesca, lo si nota soprattutto nelle infrastrutture, nelle città tirate a lucido, nelle costruzioni nuovissime e nella rete ferroviaria ad alta velocità che ormai è capillare. Ma il cambiamento lo si nota anche per quanto riguarda i souvenir. Se amate come me gli articoli da cartoleria (quaderni, pennarelli, adesivi, matite) da disegno (album, pennelli, scatole di colori) da collezione (timbri, cartoline, spille) avrete serie difficoltà nel resistere all'acquisto compulsivo. A Chengdu ogni cosa, dai ventagli alle borse, è a tema panda, e si trovano anche oggetti da collezione come francobolli originali, stampe e cartoline. Per l'oggettistica a basso costo resiste l'onnipresente Miniso, ma gli acquisti migliori li ho fatti nei piccoli negozi tematici e soprattutto negli shop di China Post. I negozi delle Poste Cinesi hanno gli oggetti di cartoleria più belli in assoluto per me, oltre ad avere la postazione gratuita con i timbri (in molti negozi sono a pagamento, se non acquisti non timbri). 

Nei vicoli (strade lastricate in pietra con edifici restaurati della dinastia Qing) si trovano tradizionali sale da tè, ristoranti con cucina del Sichuan, street food, negozi di artigianato e boutique. 

In un cortile abbiamo trovato una galleria d'arte e alcune botteghe artigianali con oggetti creati da artisti locali. Abbiamo comprato qualche cartolina e un paio di oggetti originali e la commessa ci ha regalato una borsa di tela con un panda (ovviamente siamo sempre a Chengdu, i panda sono dappertutto). Siamo entrati in una caffetteria dove si poteva salire sul terrazzino per avere il colpo d'occhio dall'alto sui tetti del quartiere, abbiamo visitato uno spazio espositivo che raccontava la storia dei giochi olimpici, ci siamo fermati a mangiare degli involtini in un ristorantino.

I gelati sono venduti nelle tazze di metallo personalizzate, io me ne sono portata a casa una con un panda, tanto per cambiare.

Ci infiliamo in ogni singolo negozio, ormai non siamo neanche più interessati alla merce in vendita ma ci sono qualcosa come 38° e la visita sta diventando faticosa. La nostra tecnica per resistere al caldo eccessivo è proprio questa: entrare e uscire dai negozi, che non farà benissimo né alla salute (caldo-freddo-caldo) né al portafoglio (difficilmente si esce dai negozi a mani vuote) ma permette di portare a termine la visita senza stramazzare al suolo.

Comunque, nonostante abbia raccontato quasi esclusivamente di cose da comprare, l'architettura di questo quartiere è splendida e nonostante sia palesemente sfruttato commercialmente è un posto che merita davvero la visita. 

Come arrivare a Wide and Narrow Alley

→ Metro 4 Wide and Narrow station
Usciti dalla stazione andate nel corso che va verso destra e arriverete in una piazzetta da cui inizia il Vicolo Largo. 


Wide and Narrow Alley
Wide and Narrow Alley


Shopping (ancora) e IFS

Dopo una giornata all'insegna dei quartieri storici torniamo nella moderna zona di Chunxi e ci diamo ai centri commerciali, perché oggi è davvero difficile stare all'aperto. Credo che sia una delle giornate più calde da quando siamo a Chengdu, a riprova di quanto l'estate sia il periodo peggiore per andare in Cina. 

Entriamo nell'edificio iconico di questo quartiere, IFS (International Finance Square), quello col panda gigante. L'interno non è esattamente il posto che le mie tasche definirebbero da shopping, dato che ci sono tutte le marche di lusso possibili e immaginabili.

C'è però Uniqlo, che è sempre una garanzia, e Muji, che è il mio preferito. Ma soprattutto all'ultimo piano c'è un giardino pensile con una bella vista sulla città, siamo entrati proprio per questo.

Saliamo e vediamo un sacco di gente in coda, subito non capisco il motivo, poi realizzo: dalla strada il panda si vede di schiena mentre si arrampica sulla facciata del palazzo ma solo sul tetto si vede la faccia. In effetti sarebbe una prospettiva carina se non fosse che bisogna mettersi in fila, e non è neanche tanto l'attesa che mi turba quanto la foga nel voler essere a tutti i costi originali facendo alla fin fine la stessa foto di tutti gli altri. Non sono fatta per queste cose, è più forte di me. 

Facciamo un giro anche nel supermercato, che come sempre è nel piano sotterraneo, ma i prodotti rispecchiano il livello del centro commerciale ed è più facile trovare pasta e olio italiani che cibo locale. 

Uno sfizio però vogliamo togliercelo, c'è un ristorante di sushi che mi sembra perfetto per l'ultima cena a Chengdu. Nella sala d'aspetto c'è un sacco di gente, la cosa avrebbe dovuto insospettirci, entriamo a chiedere se c'è un tavolo per due. Certo, ci stampano un numerino e ci dicono che il tavolo si libera presumibilmente intorno alle 21:30. Praticamente dobbiamo aspettare solo due ore, che sarà mai.

Usciamo col numeretto in mano, un pelino di delusione, e un progetto: perdere tempo in giro cercando un altro posto che ci ispiri, se poi non si trova nulla si torna al sushi.

IFS (International Finance Square)
No. 1 Hongxing Road 3rd Section, Jinjiang District
→ Metro 2 / 3 Chunxi Road station


IFS Chengdu
IFS Chengdu ( le magliette di Uniqlo dedicate a Chengdu e il panda sul terrazzo)


Cena (non al sushi)

Le luci al neon delle insegne, il rumore della folla che passeggia, il profumo che arriva dalle bancarelle, tantissimi stimoli tutti insieme (visivi, uditivi, olfattivi) che da una parte rimbambiscono e dall'altra mettono una strana euforia. Con questa sensazione di ebbrezza ci troviamo davanti al gigantesco MinisoLand, e non serve neanche consultarci se entrare o meno, siamo già all'interno,  persi nei cinque (forse sei) piani, a rintronarci di musichette, giocattoli, ninnoli, cose inutili, oggetti divertenti, colorati, originali, fatemi uscire da questo luogo della perdizione ma, soprattutto, dove cavolo è il bagno in sto marasma?

Ora sarebbe troppo facile dare la colpa al bagno per l'episodio ridicolo successo poco dopo, ma abbiamo fatto tutto da soli. 

Comunque. Il bagno è davvero imboscato, lo troviamo all'ultimo piano, al fondo di un corridoio. Mentre aspetto Lore penso che siamo riusciti a far passare solo un'ora scarsa e mi sento stanchissima perché questo posto mi ha distrutta, lui arriva e mi dice di aver visto l'ascensore. A me fa un po' strano che non sia segnalato su nessun cartello, ma l'idea di farmi sei piani di scale mobili mi fa votare per l'ascensore.

Allora, il fatto che codesto ascensore fosse in un luogo ancora più imboscato, dopo i bagni e dietro un angolo buio, avrebbe dovuto far nascere qualche sospetto in noi, tipo che fosse un ascensore di servizio non accessibile al pubblico, ma no, entriamo lo stesso. L'interno in effetti conferma il dubbio, visto che se il centro commerciale è di sei piani (cinque, perché il primo è in realtà il piano terra) come cavolo è possibile che sulla pulsantiera ci sono diciotto numeri? Premiamo il pulsante che secondo noi corrisponde al piano dell'uscita e quando arriviamo la situazione è leggermente peggiore, siccome le porte si aprono su un corridoio stretto, buio, e non pulitissimo, ma ormai siamo lì e proseguiamo.

Dove siamo finiti? Di certo non all'ingresso di Miniso, ormai è abbastanza chiaro. Ad un certo punto troviamo due porte basculanti, le apriamo e facciamo il nostro ingresso trionfale in un ristorante colmo di gente dove la cameriera ci guarda sgranando gli occhi e alzando una mano a carciofo come a dire "ma sti due da dove cavolo sono spuntati?" mentre noi due con nonchalance facciamo ciao ciao tipo divi sul red carpet andando velocemente verso l'uscita.

Ho riso così tanto che ho rischiato di morire soffocata.

Sembra di essere in giro da secoli, è passata un'ora scarsa, tanti saluti al caro ristorante di sushi, andiamo in cerca di qualcos'altro. Lore mi propone, testuali parole, il ristorante nel garage. Che? Massì quello dell'altra sera, che assomiglia a quei posti in cui andavamo in Vietnam, quello nel garage. Voi direte, ma dopo la scena dell'ascensore tu ancora lo ascolti? Ma certo che sì, mi sembra ovvio.

Il ristorante è davvero un capannone in un garage, che detta così sembra poco invitante lo so, e invece si rivela uno dei posti migliori in cui abbiamo mangiato a Chengdu. Si ordina dall'applicazione inquadrando il QR code sul tavolo e il servizio è rapido e cortese. Prendiamo spiedini, un paio di piatti e del riso bianco che serve a contrastare il piccante. C'è un'ottima selezione di birre locali, il proprietario è un appassionato di liquori che tiene esposti negli scaffali.

Un degno finale di questi quattro intensi giorni a Chengdu. Domani andremo nella prossima tappa di cui lascio un solo indizio: è la città più folle e futuristica in cui sia mai stata.


Dove si trova il ristorante

Il ristorante, di cui non so il nome, si trova in Hongxing Road, tra Duyuan Street e Zouma Street. Più o meno di fronte ad un Kebab con l'insegna Yalla Yalla. 

Cena a Chengdu

- continua -



2 commenti:

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