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mercoledì 31 maggio 2017Aggiornato il:

Cofanetti sì o no? La mia opinione

Avevo bisogno di staccare la spina, e c'era quel cofanetto regalo che mi guardava speranzoso da mesi. Ora, i cofanetti sono un buon motivo per cambiare aria (scadono, dunque è bene usarli o vanno persi) ma spesso diventano anche una consistente palla al piede (sei obbligato a scegliere tra le proposte offerte, che non sempre incontrano i tuoi desideri).


Il cofanetto in questione, nello specifico, è Wonderbox Mille e una notte d'evasione, che prevede una notte più colazione in tantissime strutture in Italia e all'estero (Spagna, Portogallo, Francia) e ad una prima occhiata sembra esserci una vasta scelta. Prezzo sul sito € 74,90.


Ok, voglio staccare la spina, facciamo un viaggetto e già che ce l'abbiamo usiamo il cofanetto.
Mi metto a cercare qualcosa non troppo lontano da casa, in modo da sfruttare la notte in regalo e tornare il giorno dopo, o cerco qualcosa di più distante, valutando il budget per le notti extra?
Opto per la prima opzione, toccata e fuga "vicino" casa.

giovedì 25 maggio 2017Aggiornato il:

Sapori in viaggio: la mia top ten (più un extra)

Non è una novità, l'aspetto culinario dei luoghi che visito è molto importante per me. Che si tratti di cucina tradizionale, street food o cibi particolari, trovo che sia bello tuffarsi nelle abitudini di un luogo attraverso i suoi sapori, e molto spesso la cucina locale influenza il mio giudizio complessivo sul viaggio.

Sono una buona forchetta (lo ero, in questo periodo per una serie di motivi sono calata di una taglia e mi sto concedendo ben pochi piaceri della tavola, purtroppo) ma ho i miei gusti. Così oggi voglio fare un giro tra i ricordi raccontandovi i miei piatti preferiti scoperti e gustati durante i miei viaggi (Italia esclusa, altrimenti avremmo vinto facile).

Sono dieci piatti ma non è una classifica, preferisco elencarli come se facessero parte di un grande (e abbondante, mooolto abbondante) menu.

giovedì 18 maggio 2017Aggiornato il:

Ci sono

Quasi un mese senza pubblicare niente. Ogni giorno apro il blog, scrivo, cancello, lascio in bozza e rimando. Ho aperto questo piccolo spazio sette anni fa con un entusiasmo che è rimasto costante nel tempo, alimentato da tante cose positive che mi sono accadute e che ero orgogliosa di condividere.

In questi giorni ho pensato molto a quanto mi ha resa felice viaggiare e condividere le mie esperienze, e se negli ultimi tempi non ci riesco più devo accettare il fatto che forse non è un buon momento, succede. Direi quasi che ho il blocco dello scrittore, se non fosse che a) non sono uno scrittore - b) scrivo anche più di prima, ma qualcosa mi ferma un attimo prima di cliccare su "pubblica".

sabato 22 aprile 2017Aggiornato il:

Organizzando il viaggio: la scelta dell'albergo a Singapore

L'organizzazione dell'itinerario estivo comincia dalla prima parte del viaggio, Singapore.
Tre giorni a Singapore dovrebbero essere sufficienti a vedere tutto ciò che mi interessa, da Gardens by The Bay a Chinatown, Little India, il quartiere musulmano e Orchard Road.

source

mercoledì 12 aprile 2017Aggiornato il:

Il meglio del blog





Non sembra ma anche un blog ha bisogno di fare la revisione periodica, è un lavoro che porta via parecchio tempo ma trovo che sia una cosa importante. Sarò pignola, ma ci tengo a rivedere quello che ho scritto per controllare due cose fondamentali:
  • che sia tutto impaginato bene
→ ogni tanto quando aggiusto le larghezze mi ritrovo con le foto impaginate ad minchiam e devo mettermi lì a sistemarle una per una, post per post, un lavoraccio. Il mio passato di grafica mi perseguita.
  • che le informazioni scritte nei miei diari di viaggio siano ancora valide
→ sarà una mia fissa, ma se qualcosa cambia (un percorso in autobus, una linea metropolitana, un museo che chiude) io devo assolutamente aggiornare il post con le notizie aggiornate. Altro lavoraccio che conferma quanto io sia pignola.


Spulciando nel blog sono capitata su questo post (7 link project) dove in pratica venivano proposti sette post tra i più importanti, con qualche caratteristica speciale, da "pensavo di aver scritto il post del secolo e non se l'è impipato nessuno" a "pensavo di aver scritto una ciofeca e invece và quanti commenti".

venerdì 31 marzo 2017Aggiornato il:

#GuardaComeViaggio: le mie abitudini in viaggio

Le abitudini, secondo me, descrivono una persona meglio di un pregio o un difetto. Di conseguenza, le abitudini in viaggio descrivono il modo d'essere di un viaggiatore.

Quali sono le mie? Per raccontarvele partecipo volentieri al TAG #GuardaComeViaggio lanciato dal blog Profumo di Follia.

Penso che molte delle mie fisse le conosciate già, comunque queste sono le mie abitudini, raccontate punto per punto seguendo i cinque argomenti indicati da Anna nel suo blog (dove dormo, dove mangio, come mi muovo, le attrazioni che scelgo e strane abitudini).


Dove dormo

Prediligo le sistemazioni economiche, che mi permettono di vivere a contatto con la gente del posto, e questo non è necessariamente legato ad un problema di budget. Ad un albergo pieno di comfort ma impersonale e freddo preferisco di gran lunga un posto più spartano dove posso fare amicizia con gli altri ospiti e respirare un po' di cultura locale.

La mia prima scelta sono sempre gli ostelli, perché offrono più servizi e in genere sono gestiti da gente giovane ed entusiasta. Ho solo una pretesa: camera privata con bagno. Non sono mai stata tipa da camerata, se proprio devo sono disposta a condividere il bagno per qualche giorno ma quando dormo ho la necessità di avere la mia privacy.

Un'altra fissa riguarda la posizione. Devo essere sicura di potermi muovere facilmente e in autonomia senza dover macinare chilometri a piedi (esistono i taxi, lo so, ma preferisco usarli il meno possibile).

Quando posso cerco le sistemazioni tradizionali, perché ho la sensazione di vivere in un'altra epoca e mi sembra di riuscire a capire meglio le abitudini delle persone. Ho dormito in un soffice futon all'interno di una piccola casa giapponese con le porte di carta, su un pavimento riscaldato a ondol di una casa tradizionale coreana, su un durissimo e comodissimo letto kang cinese, in un campo tendato nel mezzo del Sahara. Le stesse notti, trascorse in un hotel, non mi avrebbero regalato queste bellissime esperienze che diventano un elemento importante del viaggio.

La "mia" casa tradizionale coreana (Jeonju - Korea Trip 2016)